Poiché è arrivato il D-Day e tutti gli occhi sono puntati sulla Brexit, non si aspettava con grande trepidazione la decisione sui tassi della Norvegia. I mercati finanziari avevano già messo in conto che la Norges Bank avrebbe mantenuto i tassi invariati allo 0,5%.
In effetti, viste le incertezze globali sull’Unione Europea, crediamo che la banca centrale norvegese attenderà l’esito del referendum sulla Brexit prima di adeguare la sua politica monetaria. Il voto sulla Brexit è davvero simile al lancio di una monetina e le conseguenze di entrambi gli esiti sono difficili da valutare.
Riteniamo, tuttavia, che sia possibile una reazione della banca centrale norvegese dopo l’esito del referendum sulla Brexit e che essa terrà anche conto del fatto che il rimbalzo dei prezzi del Petrolio Greggio è venuto meno, anche se un barile di Brent rimane intorno ai 50 USD.
Il fatto che il prezzo del petrolio si sia fermato su questo livello ha fatto calare la domanda di NOK. Ci aspettiamo, tuttavia, che la domanda globale di oro nero sarà allo stesso livello della produzione attuale e che quindi la domanda globale continuerà ad aumentare.
Crediamo, quindi, che i banchieri abbasseranno i tassi d’interesse per anticipare l’aumento della domanda di NOK nel medio termine.
Ci sembra evidente, inoltre, che il contesto generale di tassi d’interesse bassi e negativi sta spingendo i regolatori ad adeguare la loro politica, perché ci potrebbero essere flussi massicci di denaro che farebbero apprezzare significativamente la valuta.
La minaccia alla stabilità dei prezzi è fonte di grande preoccupazione per la Norvegia. L’inflazione è molto forte. Le ultime cifre sull’inflazione, riferite a maggio, hanno superato le attese, attestandosi al 3,3%, cifra superiore all’obiettivo d’inflazione fissato dalla banca centrale, pari al 2,5%. La Norvegia, come molti altri paesi, per ora non interviene, ma è pronta a reagire.