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NZD in rialzo dopo i dati sul lavoro, richiesta di JPY

Pubblicato 06.02.2014, 13:06
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Il forex si muove all’interno di fasce in previsione dei tanti appuntamenti in chiusura di settimana. Il Nikkei ha iniziato la seduta in negativo, è sceso brevemente sotto i 14 mila punti, per poi rimbalzare da 13.995,86 e chiudere la seduta in rialzo dell’1,23%. A gennaio, i salari sono aumentati dallo 0,5% allo 0,8%, miglioramento più consistente da marzo 2012. L’USD/JPY e i cross con lo JPY sono stati offerti a Tokio. L’USD/JPY è stato frenato da 101,77 (ex supporto), ma gli indicatori di trend e momentum sono nettamente negativi. S’intravedono ulteriori offerte prima di 102,00 e stop sotto 100,75 (minimo della settimana). L’EUR/JPY viene scambiato sotto la copertura della nuvola giornaliera (138,46/142,69) e trova resistenza alla media mobile a 100 giorni (137,63); il supporto dovrebbe entrare in gioco a 135,00/20, banda inferiore del canale di trend ascendente.

L’EUR/USD continua a trovare buone richieste a 1,3495/1,3500 perché si prevede che, alla riunione di domani, la BCE manterrà invariata la sua politica. Gli indicatori tecnici sono decisamente ribassisti; il MACD è tranquillamente sotto la linea dello zero e la media mobile a 21 giorni (1,3600) ha incrociato al ribasso quella a 100 giorni (1,3606). Continuiamo a vendere sui rally prima di 1,3595/1,3600 (50% di Fibonacci sul rialzo di novembre-dicembre / media mobile a 21 giorni).

Il cable viene marginalmente richiesto dopo che il PMI costruzioni favorevole ha compensato la delusione generata dalla debolezza del PMI manifatturiero pubblicato lunedì. Gli indicatori di trend e momentum rimangono ribassisti, s’intravedono offerte per le opzioni a 1,6350/1,6400. La media mobile a 100 giorni (al momento a 1,6252) dovrebbe continuare a limitare la flessione prima della decisione sul tasso della BoE prevista per domani. L’EUR/GBP si è mosso nella stretta fascia compresa fra 0,82664 e 0,82820. Manteniamo la nostra impostazione rialzista finché terrà il supporto che corrisponde alla media mobile a 21 giorni (0,82646).

In Australia, l’AUD/USD consolida i guadagni successivi all’annuncio della RBA a 0,8875. L’inclinazione è nettamente positiva, gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono a partire da 0,8800/50. Il nostro obiettivo rimane a 0,9000. L’AUD/NZD ieri non è riuscito a superare quota 1,0950. Permane interesse ad acquistare sopra 1,0750, perché la potenziale divergenza fra RBA e RBNZ alleggerisce le pressioni al ribasso (si prevede che la RBNZ alzerà i tassi entro marzo).

In Nuova Zelanda, il mercato del lavoro ha mostrato un miglioramento nel quarto trimestre, il tasso di disoccupazione è sceso, come previsto, dal 6,2% al 6,0%, l’occupazione è salita a un ritmo dell’1,1% t/t (contro lo 0,6% previsto e l’1,2% precedente) e del 3,0% a/a (a fronte del 2,4% previsto e precedente). L’NZD/USD è schizzato a 0,8258, il momentum ribassista si è attenuato. S’intravedono scommesse binarie a 0,8200, mentre, per quanto riguarda le opzioni, vediamo discrete offerte a 0,8200 in scadenza giovedì e venerdì.

Oggi pomeriggio gli USA pubblicheranno il rapporto sull’occupazione ADP di gennaio; le previsioni sono inclinate in negativo. Venerdì l’attenzione si sposterà sulle buste paga non agricole. Ricordiamo che, il mese scorso, il dato NFP ha generato grande delusione; a dicembre, infatti, sono stati creati 74.000 nuovi posti di lavoro a fronte dei 200.000 previsti. Dati deboli per il secondo mese consecutivo solleverebbero dubbi sul tapering degli acquisti mensili di bond da parte della Fed. La Fed ha dato il via al tapering troppo presto?

Gli operatori si concentreranno su: indice sulla bolla immobiliare UBS riferita al quarto trimestre (salito da 1,20 a 1,23 nel quarto trimestre) in Svizzera; PMI servizi di gennaio in Svezia, Spagna, Italia, Francia, Germania, Eurozona e Regno Unito; variazioni nelle riserve ufficiali di gennaio nel Regno Unito; vendite al dettaglio m/m e a/a di dicembre nell’Eurozona; richieste di mutui MBA al 31 gennaio e variazione dell’occupazione ADP di gennaio negli Stati Uniti; permessi di costruzione di dicembre in Canada; indice non-manifatturiero composito di gennaio negli Stati Uniti.

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