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Panoramica mercati - settimana del 14 marzo

Pubblicato 13.03.2016, 09:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


La BCE lancia un super programma di nuovi stimoli che in prima battuta stordisce i mercati. Tassi a zero e tassi di deposito a -0,40%, 80 miliardi di acquisti al mese (che includono ora anche alcuni corporate bond), nonché nuovi programmi di rifinanziamenti alle banche (TLTRO).

In conclusione di settimana la reazione è mista: tiepida per il Dax ed in generale per il nord Europa, più entusiastica per Spagna ed Italia, segnale evidente che il sistema bancario ha apprezzato. Draghi afferma che non sono previsti altri tagli ai tassi, stoppando di fatto gli ulteriori tentativi di affondo di Eur/Usd.

Il tempo dirà se la ricetta messa in campo sarà efficace per aiutare a combattere la deflazione e la tendenziale stagnazione dell’economia europea. La sensazione generale è che le ultime cartucce siano state ormai sparate, e che il beneficio marginale del super QE possa essere limitato.

La parola passa ora più decisamente ai dati macroeconomici: ora che non c’è più l’attesa per altre manovre, futuri tentennamenti sul fronte PIL, PMI, vendite retail /industriali ed inflazione (per citare i più guardati) produrranno verosimilmente accentuata debolezza sui mercati.

Sui principali indici raggiunte (ed in alcuni casi superate) le prime rilevanti soglie di resistenza. Tecnicamente il contesto è ancora quello di un rimbalzo contro la dominante tendenza ribassista, ma non è affatto da escludere che se a febbraio le vendite hanno sorpreso per estensione all’ingiù, a marzo potrebbe accadere esattamente l’opposto.


USA: indici principali in deciso rally, per nulla intaccato dalle mosse della BCE. Il dollaro non si rafforza contro le principali valute, lasciando campo aperto ai compratori. Rotta al rialzo la resistenza psicologica dei 2000 punti per S&P 500, primi dubbi sulla struttura ribassista del movimento. Guardando alle due candele di gennaio e febbraio a quota 1800 come un doppio minimo, il target tecnico dell’attuale movimento è in area 2080 (anche resistenza rilevante sia statica che dinamica), con supporti a 1950/1930. Incrocio rialzista sull’MACD a supporto dello scenario.

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Europa: non piace alla Germania la manovra BCE, con molti media tedeschi all’attacco di Draghi, naturalmente accusato di trasferire risorse alle banche del sud in difficoltà. Il Dax chiude in sostanziale pareggio la settimana, dopo aver toccato quota 10.000. Qui scenario tecnico invariato, con area 10.200/10.300 una prima resistenza rilevante in caso di rialzi, e 9300 il primo livello di supporto.

Italia: tra gli indici migliori in settimana, con un progresso di +3,9%, e banche ovviamente al traino. Bene anche la produzione industriale, che balza a Gennaio del +1,9% (attese+0,6%), miglior incremento dal 2012


Indice ora al test dei 19.000 punti, non ancora superato. In caso di successo in chiusura settimanale, si aprirebbe un target in area 20.000, resistenza decisamente più rilevante (MM 21 periodi, nonché precedente supporto statico violato dal recente affondo). MACD in tentativo di incrocio rialzista, non ancora avvenuto.

Asia: Il premier cinese Li Keqiang conferma obiettivi di crescita del PIL tra il 6,5% ed il 7% fino al 2020. Per ora brutte notizie dall’export, che crolla del -25% a febbraio, deteriorando la bilancia commerciale (import solo – 12%)

L’indice di Shangai rimane tra i peggiori (-20,59% nel 2016) e la bella candela della scorsa settimana non è stata confermata al rialzo questa settimana (-2,2% il bilancio settimanale). 2936 rimane una prima resistenza, che se superata attiverebbe una figura di doppio minimo da 2622, con potenziale target in area 3250


Alcuni asiatici minori stanno invece tentando la costruzione di un vero trend rialzista di medio periodo. Indonesia tra tutti, nonostante il piccolo ritracciamento settimanale

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Per chiudere con l’Asia, un interessante confronto tra i tassi di crescita mediati recenti del PIL (e proiezioni 2016), elaborato da Deutsche bank su alcuni paesi. Effettivamente un certo rallentamento nel 2015 (Cina soprattutto), ma stiamo sempre discutendo di crescite tra il 5 ed il 7%, non ancora minacciate.

Latin America: è il Brasile l’inatteso protagonista delle ultime due settimane sui mercati finanziari. Piccolo incremento questa settimana, ma dopo una spettacolare candela della settimana precedente (+18%!). L’ex amatissimo presidente Lula rischia l’arresto (una storia di attici e corruzione) e gli ultimi indicatori economici sono ancora in profondo rosso (vendite al dettaglio febbraio -10%, Pil 2015 a -3,8%, la peggiore contrazione degli ultimi 25 anni). Eppure…ha certamente pesato il buon rialzo di molte materie prime (Zucchero, Petrolio Greggio, Caffè), ed una notevole distensione sul valutario, con il Real che si è decisamente allontanato dai recenti minimi. Ora da mettere in portafoglio? Da prendere in considerazione, ma con queste fluttuazioni da mettere in preventivo possibili ritracciamenti almeno fino a 45.000, ora primo supporto rilevante.

Metalli: I dati dalla Cina sembrano essere sempre rilevanti per il comparto, questa settimana debole in particolare per gli industriali. Il Rame cede l’1,5%, ma rimane sopra i nuovi supporti di breve a 216/220. Il trend di fondo rimane decisamente ribassista, ma sembrano esserci primi rilevanti segnali di potenziale inversione nei prossimi mesi.

Agricoli: buona settimana per tutte le principali componenti, spicca il Caffè C con un recupero di 3,9%. Prezzi in tentativo di violazione della resistenza dinamica, passante proprio per il prezzo di chiusura settimanale. Gli hedge funds hanno acquistato con decisione in settimana (dati C.O.T.)

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Bene anche il Frumento, che fornisce un altro segnale di possibile rimbalzo. Guardando il quadro nel lunghissimo periodo, non da escludere che siamo all’inizio di un possibile lungo processo di accumulazione, simile a quello visto nel 1998-2001 (vedi riquadro a sx- in quel caso tra 200 e 300, ora probabilmente tra 400/450 e 500/550). Se così fosse, avremmo un trading range piuttosto ben definito per operare al momento per trading.



Petrolio: ancora un buon rialzo, con i prezzi ora a 38,50 $. Le scorte non sono affatto calate, ma due fattori hanno probabilmente regalato ottimismo nel breve: 1) produzione USA in leggero ma costante decremento, e 2) produzione iraniana ancora decisamente più bassa di quella promessa (o minacciata) dopo la fine delle sanzioni. Prezzi ora sulla prima resistenza rilevante ed entrati in territorio di ipercomprato sul giornaliero. Da questi livelli nessuna indicazione, eguali probabilità di ritracciamento o di estensione rialzista

Euro-Usd: la coppia tenta di nuovo l’affondo ribassista sull’annuncio delle misure BCE, ma il commento di Draghi che non sono previsti ulteriori tagli ai tassi riequilibra il tutto, riportando ordinatamente i valori nell’ormai più che annuale lateralizzazione. Un livello che accontenta sia l’Europa (Euro sufficientemente basso per tentare di ripartire) e non scontenta gli USA (dollaro forte ma ancora gestibile per gli utili aziendali). Per ora totale neutralità, almeno finché si è all’interno di 1.05/1,15


Riccardo Zarfati
onehourtrading.it

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