Poligrafici Printing SpA (MI:POPR), società quotata all’AIM Italia, ha approvato lo scorso 24 Marzo il bilancio d’esercizio al 31/12/2019.
Nel comunicato diffuso si evincono Ricavi per 26.1 mln, Ebitda Margin al 25%, Utile netto di 1.8 mln e PFN positiva per 2.4 mln.
Nell’utile gravano svalutazioni per circa 0.7 mln, da imputare alla perdita di valore della partecipazione detenuta in Rotopress (quota del 33%), ed accantonamenti per 0.3 mln, da riferire a costi futuri per le presunte uscite relative ai prepensionamenti previsti dalla Legge di Bilancio 2020.
La società, operante sul mercato nazionale della stampa industriale di tipo poligrafico, punta alla valorizzazione delle potenzialità offerte dal posizionamento strategico degli impianti produttivi e dalla capacità produttiva di stampa, che permette di offrire finestre di stampa in un settore caratterizzato da alte barriere all’entrata per la dimensione degli investimenti necessari e per le competenze tecniche che pochi operatori del settore possiedono.
L’attività Poligrafica è rivolta alla stampa dei quotidiani del Gruppo Monrif, a cui la società fa capo, e di editori terzi tra cui Gazzetta di Parma S.r.l., Gedi S.p.A. e Gedi News Network S.p.A.
Lo scorso 1° febbraio è stata rinnovata la convenzione con l’editore Poligrafici Editoriale (MI:POLI) che prevede fino al 31/12/2023 la fornitura dei servizi di stampa per i quotidiani editi dal Gruppo (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) a fronte di un corrispettivo annuo per la sola stampa pari a euro 15.150.000 (rispetto ai precedenti 17.150.000 del vecchio contratto).
Ciò implicherà inevitabilmente una riduzione di fatturato per PP di 2 mln con una conseguente contrazione dei margini che però dovranno beneficiare della riduzione dei costi operativi e del lavoro, quest’ultimi riconducibili ad uscite di personale.
Un utile che quindi si discosterà di poco dal valore approvato nel 2019 e che permetterà di distribuire un dividendo di non meno importo rispetto a quello in programma per quest’anno pari a €0.049 (DY 12.25%).
In un periodo di incertezze socio-economiche e di difficile analisi future la società ha però un vantaggio competitivo.
Difatti è una delle poche ad aver confermato la propria operatività, in linea con i recenti decreti governativi emanati in materia di sicurezza, e a non subire variazioni economiche-finanziarie create dal disagio legato alla diffusione del COVID-19.
La PP potrà contare infatti su ricavi certi e quindi flussi di cassa stabili e di entità già nota.
Il titolo, che ad oggi non rispecchia minimante le condizioni economiche finanziare del gruppo, potrebbe trovare un apprezzamento nei prossimi mesi anche in vista dello stacco della cedola in programma il prossimo 22 Luglio.
La capitalizzazione di borsa esprime ad oggi un valore di circa 12 mln di euro quando il solo patrimonio netto si attesta ad oltre 27mln e quindi un valore contabile per azione di circa 0.90€ (ad oggi un upside di oltre il 100%).
Effettuando poi un’analisi approfondita ed applicando il metodo di valutazione del Discounted Cash Flow emergerebbe un entreprise value di circa 60 mln (ben 2€ per azione), come evidenziato dalla stessa società nell’impairment test presentato annualmente alla Consob.
C’è da sottolineare, inoltre, che la controllante Poligrafici Editoriale e la capogruppo Monrif hanno approvato lo scorso ottobre il progetto di fusione per incorporazione con lo scopo di snellire il Gruppo e facilitare lo sviluppo di sinergie ed accordi con Editori Terzi specialmente per ciò che riguarda il settore stampa. Andrea Riffeser Monti, presidente Monrif, ha commentato: “Questa fusione ci permetterà di riorganizzare l’intero assetto del Gruppo Monrif, creando business unit che favoriranno sinergie e significative riduzioni dei costi. Saremo, quindi, sempre più disponibili ad alleanze con altri player del settore, soprattutto per ciò che riguarda la stampa e la raccolta pubblicitaria". "Nei prossimi mesi - ha aggiunto - ci auguriamo che ci siano aggregazioni o forme di cooperazione in cui si centralizzino alcuni servizi". In questo senso il gruppo Monrif ha già preso contratti di stampa, "rafforzando nel centro Italia i due stabilimenti di Bologna e Firenze, perché crediamo che gli stabilimenti vadano riorganizzati. La tiratura scende e, quindi, di rotative in Italia ce ne sono anche troppe. Quelle vecchie possono essere dismesse e ci siamo proposti come soggetto principale nel centro Italia, come un collettore sul printing”.
Con l’operazione di fusione, efficace entro il 30 giugno 2020, la Monrif verrà a detenere oltre il 90% del capitale di Printing e quindi un flottante che si ridurrebbe al 9.7%, non è quindi da escludere che la capogruppo richiami dalle quotazioni PP con un'OPA residuale.
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