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Possibile premio del 13% annuo con il certificate su BPER, Banco BPM e FinecoBank

Pubblicato 15.02.2024, 09:36
Aggiornato 05.03.2021, 16:55

Inflazione ancora calda e tassi che non scendono, a brindare è ancora il settore bancario, dopo un 2023 con utili da record anche il 2024 promette bene. Il certificate targato Vontobel con Isin DE000VM75125 su BPER Banca, Banco BPM e FinecoBank (BIT:FBK) stacca premi trimestrali con memoria del 3,25% (13% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato, alle date di valutazione, del 40% dal livello iniziale.
Cedole con Effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. Possibilità di rimborso anticipato dal sesto mese. In particolare, le barriere del rimborso anticipato sono decrescenti, del 5% a semestre, dal 100% del livello iniziale alla prima data di valutazione, fino all'80% finale. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dal livello iniziale. Il certificate quota sotto la pari a 989 euro.

Utili da record per le banche italiane

Il 2023 è stato un anno record per gli utili delle banche italiane, con i cinque maggiori istituti tricolore che hanno ottenuto profitti per 21,1 miliardi e un rialzo del 77% rispetto al 2022. Ma la corsa non è finita e gli analisti rimangono ottimisti anche sul 2024.
Nell’ultimo anno, l’aumento degli utili è arrivato grazie alla crescita del margine di interesse aggregato (+45%) e del calo delle rettifiche (-48%). “Si chiude uno degli esercizi più positivi di sempre per le principali banche italiane grazie soprattutto ai proventi da interessi sostenuti dalla politica dei tassi della BCE”, evidenzia Marco De Bellis, socio di Value Partners.
Per quanto riguarda l’anno in corso, il tanto atteso calo dei tassi viene sempre più rimandato e, al di là delle decisioni della BCE, “le banche potrebbero consolidare queste performance focalizzandosi sulla crescita dei proventi commissionali rafforzando ulteriormente le divisioni protection, advisory e wealth management”, prevede De Bellis.
Queste commissioni hanno rappresentato un terzo dei ricavi nel 2023, con un calo annuo del 2,4%, mentre il margine di interesse ha pesato per il 59%. Unicredit (BIT:CRDI) ha registrato utili per 8,6 miliardi (+54%), Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) per 7,7 miliardi (+76%), Mps per 2 miliardi (dalla perdita di 178 milioni dell''anno prima), Bper Banca (BIT:EMII) per 1,5 miliardi (+5%), Banco Bpm (BIT:BAMI) per 1,26 miliardi (+85%). La crescita del margine di interesse è stata significativa soprattutto per Intesa Sanpaolo (+54%), ma anche per Mps (+49%), Banco Bpm (BIT:PMII) (+42%) e Unicredit (+31%), mentre il dato di Bper non è confrontabile per il cambiamento di perimetro.

Il taglio dei tassi si allontana

Da inizio anno il mercato scommette su un’inflazione domata dalle banche centrali e nel conseguente taglio dei tassi. Ma come sempre quando tutto è già scontato in Borsa poi, accade qualcosa di diverso. I dati mostrano, prima in Usa e poi in Europa, che i prezzi rimangono caldi e l'inflazione è una brutta bestia da addomesticare. Se martedì è stata la volta dei dati Usa con i prezzi sopra le attese, per l’Europa bisognerà attendere ancora una settimana, con la pubblicazione dei dati macro in agenda giovedì 22 febbraio. L’ultima rilevazione di gennaio segnava un +2,9%I segnali sono quelli di un’inflazione ancora alta con tassi che calano molto più lentamente delle attese, a beneficio del settore bancario. Stavolta però i due Continenti potrebbero mostrare evoluzioni diverse, con un Europa più debole e un’economia Usa ancora calda. Nonostante questo, gli analisti rimangono ottimisti per il comparto e credono che il boom degli utili non sia finito con valutazioni del settore ancora sottovalutate.
Nel 2023, la BCE ha portato i tassi sui depositi dal 2,5% dell’8 febbraio al 4% del 20 settembre, il tasso di riferimento è passato dal 2,5% di febbraio al 4,5% di settembre. Per il 2024, è probabile che la media dei tassi rimanga più elevata o uguale rispetto a quella del 2023.Gli esperti di DBRS Morningstar evidenziano che gli utili operativi delle banche hanno beneficiato di un margine di interesse netto (NII) elevato. “Per il 2024, i margini medi dovrebbero rimanere al di sopra dei livelli storici mentre le banche si stanno proteggendo in un contesto di tassi più bassi attesi per assicurarsi alcuni benefici dell'NII e ridurre la sensibilità dei ricavi alle variazioni dei tassi.
Gli stessi istituti appaiono ottimisti, con UniCredit che punta a un utile 2024 pari o maggiore agli 8,5 miliardi del 2023 e con Intesa Sanpaolo che vede i profitti netti del biennio 2024-2025 salire da 7,7 miliardi ad almeno 8 miliardi.
Un'evoluzione della redditività che, stando alle previsioni dei vertici delle banche italiane, dipenderà da tre elementi. Il primo riguarda il margine di interesse che, secondo le attese degli istituti, dovrebbe mantenersi sostanzialmente analogo a quello dell’intero 2023 anche se con un andamento semestrale inverso: più forte nei primi sei mesi del 2024 e più debole – dopo i previsti tagli dei tassi di BCE – nella seconda parte dell’anno.
Il secondo elemento che condizionerà in modo positivo la redditività è l’andamento atteso dei ricavi commissionali, in particolare nel risparmio gestito e nelle assicurazioni vita, che è previsto in ripresa nella seconda parte dell’anno quando i tassi scenderanno. Il terzo elemento che favorirà il mantenimento di un elevato livello dei profitti anche nel 2024, sempre secondo i banchieri italiani, riguarda le previsioni sul costo del rischio di credito. Per ora tutte le maggiori banche, sulla base delle attuali previsioni macroeconomiche, ritengono che il livello delle rettifiche su crediti si manterrà su livelli prossimi a quelli (bassi) del 2023.
Una buona soluzione di investimento in uno scenario ancora forte per i bilanci del comparto è quella di un certificate che rende anche in caso di correzione o cali importanti, in questo caso non oltre il 40% dei titoli coinvolti.In questo contesto Vontobel ha realizzato un certificate ad alto rendimento potenziale a cui si affianca una barriera protettiva elevata per difendersi dagli imprevisti.

Soluzione di investimento

Il certificate di Vontobel con Isin DE000VM75125 con sottostanti tre delle principali banche italiane come BPER Banca, Banco BPM e FinecoBank stacca premi trimestrali con memoria del 3,25% (13% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato alle date di valutazione del 40% dal livello iniziale.Le cedole godono dell’Effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. Dal sesto mese, scatta la possibilità di rimborso anticipato a 1.000 euro, che si riproporrà ogni trimestre, se tutti i sottostanti saranno pari o sopra il livello iniziale. In particolare, le barriere del rimborso anticipato sono decrescenti, del 5% a semestre, dal 100% del livello iniziale alla prima data di valutazione, fino all'80% finale. Il certificate è sempre rivendibile a mercato aperto e a scadenza tra tre anni è prevista una protezione del capitale fino a cali del 40% dei sottostanti dal livello iniziale.
La tabella di seguito mostra i livelli di riferimento del certificato:

DE000VM75125
Oggi il certificate passa di mano sotto il valore nominale, a 989 euro, e presenta uno dei tre sottostanti sopra la parità, BPER Banca (+7,43%), uno vicino alla parità Banco BPM (-0,5%), mentre Fineco al di sotto del livello iniziale (-7,11%), con una distanza dalla barriera ancora molto profonda.Tra i punti di forza, tutti i titoli appartengono a un unico settore di riferimento, che aumenta la correlazione tra i sottostanti, una barriera profonda a fronte di cedole elevate e autocall a livelli calanti fino all’80% del livello iniziale. Questa ultima caratteristica aiuta il prodotto a rimanere vicino a 1.000 euro se i sottostanti non si distanzieranno molto dal livello di richiamo anticipato.

Rimborso anticipato a livelli decrescenti

Dall’8 luglio 2024 e così ad ogni data di valutazione trimestrale successiva, scatterà la possibilità di rimborso anticipato a 1.000 euro (più tutti i bonus non staccati precedentemente sommato a quello del trimestre in corso), se tutti i titoli sottostanti quoteranno a un livello pari o superiore al livello di rimborso.Il livello di rimborso anticipato scende del 5% ogni sei mesi partendo dal 100% del livello iniziale l'8 luglio 2024 e arrivando fino all'80% del livello iniziale. Una soluzione, dunque, che rende anche in caso di cali del sottostante.
Attualmente il certificate prezza 989 euro e, in caso di rimborso anticipato già alla prima finestra di luglio, l’investitore incasserebbe due cedole da 32,5 euro ciascuna (65 euro totali), a cui vanno aggiunti 11 euro di differenza tra il prezzo nominale e la quotazione attuale, per un totale di 76 euro, il 7,6% in sei mesi, che annualizzato significa un rendimento del 15% al lordo delle imposte.
La scommessa non è esente da rischi visto che due dei sottostanti attualmente quotano sotto la parità, ma la poca differenza dal livello iniziale la rende possibile. Inoltre, è necessario evidenziare che, oltre alle cedole l’investitore, incasserebbe anche il capital gain legato all’acquisto del certificato quando è quotato sotto la parità di 1.000 euro.

Gli scenari alla scadenza

Scenario positivo. Se alla data di valutazione finale, l'8 gennaio 2027, il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore dei sottostanti.
Con tutti i sottostanti ad un valore maggiore o uguale al 60% rispetto al valore iniziale:il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro;verranno incassati tutti i premi trimestrali non incassati precedentemente.
Scenario negativo. Per quanto riguarda il capitale, il rischio maggiore si ha se, in data 8 gennaio 2027, si verificheranno le seguenti condizioni:

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  • il certificate non sarà ancora stato ritirato;
  • uno tra i sottostanti avrà perso un importo superiore al 40% rispetto al valore iniziale.

In questo caso per l’investitore sarebbe come aver puntato sul titolo peggiore senza lo stacco dei dividendi, ma con eventuali premi incassati.
Se ad esempio BPER Banca dovesse perdere il 41% rispetto al livello iniziale, il certificate verrebbe ritirato a 590 euro, se dovesse perdere il 50%, il certificate verrebbe ritirato a 500 euro e così via. Eventuali premi potrebbero in parte lenire le perdite.

BPER Banca e le scommesse di M&A

Il nome di BPER Banca resta in lista tra i possibili pretendenti dell’eterna futura sposa del settore bancario, ovvero Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS), soprattutto dopo la vendita di parte della quota detenuta dal Ministero del Tesoro arrivata a fine novembre 2023. Il MEF è sceso al 39,23% della banca senese e ora le aggregazioni tra istituti sembrano più fluide da realizzare, senza contare che il Ministero potrebbe ulteriormente limare la propria quota.
L’attuale amministratore delegato di BPER, Piero Luigi Montani, in carica dal 2021, ha già portato a casa le integrazioni di Carige (BIT:CRGI_old) e dei 500 sportelli di Ubi (BIT:UBI). Gode della stima della BCE e ha portato avanti un grande lavoro di trasformazione dell’istituto emiliano che, secondo il Corriere, resta il candidato più gettonato per le nozze con Mps. “Le due banche condividono una forte matrice commerciale di rete e i loro valori in Borsa non sono più molto distanti”: Modena capitalizza 5 miliardi, Siena 4,45 miliardi a valori correnti.
Il 2023 di Bper Banca si è chiuso con un utile netto consolidato di 1,519 miliardi di euro, in crescita del 4,87%, dopo aver speso nel corso dell’anno 161,2 milioni relativi ai contributi ai fondi sistemici. Positivi anche i risultati del quarto trimestre, confermando quelli conseguiti nei primi nove mesi, con un utile netto pari a 432,4 milioni e un margine di interesse che cresce per l’ottavo trimestre consecutivo e si attesta a 3,241 miliardi (+78,1% anno su anno), con un +4% (870,3 milioni) rispetto al periodo precedente, grazie soprattutto all’incremento dello spread commerciale conseguente al rialzo dei tassi di interesse, al limitato impatto sul costo dei depositi e al contributo derivante dal portafoglio di investimenti.
Gli analisti di Barclays (LON:BARC) hanno confermato il giudizio ‘overweight’ e prezzo obiettivo di 4,4 euro per Barclays dopo i numeri del 2023 della banca, evidenziando una guidance ‘migliore delle attese’, caratterizzata da un’attesa di margine di interesse in leggero calo, commissioni nette con una dinamica positiva e oneri operativi in linea a quelli dello scorso anno. Per il 2024 gli analisti dell’istituto britannico stimano un payout del 40% e rivedono le stime di utile netto adjusted, prevedendo una crescita del 26% su base annua.
Aumento del target price da 5,7 a 6 euro per UBS, confermando la raccomandazione ‘buy’, aumentando le stime di utile dell’8-10% per il 2024-2025 e quelle di net interest income del 3-4%, visto il suo “solido progresso nel quarto trimestre 2023”.
La banca emiliana ha superato il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) fatta dalla Banca centrale europea, con un CET1 ratio proforma del 14,9% al 30 settembre 2023 che supera quanto stabilito dall’istituto centrale (8,54%) su base consolidata. Anche il Total Capital ratio proforma pari al 18,6% supera nettamente i requisiti richiesti da Francoforte.Il consensus Bloomberg ha un target price medio sul titolo a 4,61 euro (sopra il livello iniziale) con 8 consigli di acquistare il titolo (buy) 4 di tenerlo in portafoglio (hold) e uno solo di venderlo (sell).

Obiettivo 6 miliardi di utili per Banco BPM

La banca guidata da Giuseppe Castagna ha archiviato l'esercizio 2023 con risultati in deciso progresso e in linea con la guidance, che permette di proporre agli azionisti un dividendo più che raddoppiato rispetto all'anno precedente.
Nel dettaglio, la banca ha visto il margine di interesse crescere (+42,1% rispetto al 2022) a 3,289 miliardi di euro grazie all’incremento dello spread commerciale dovuto al rialzo dei tassi di interesse. Balzo per l’utile netto, in crescita dell'85% sull'esercizio precedente e arrivato a 1,264 miliardi, con quello netto del solo quarto trimestre pari a 321,1 milioni. Il totale dei proventi operativi sale del 14,3% a 5,341 miliardi.
Dal punto di vista patrimoniale, i ratio evidenziano un Common Equity Tier 1 ratio pari al 14,2%, in crescita dal 12,8% del 31 dicembre 2022, il Tier 1 ratio sale dal 15,2% all’attuale 16,3%, mentre il Total Capital ratio aumenta dell’1% e si attesta al 19%.
La banca raggiunge una distribuzione complessiva ai soci di 848,5 milioni di euro (100 milioni in più rispetto alla guidance) grazie a un dividendo di 0,56 euro per azione dal precedente 0,23 euro (+143%), più che raddoppiato.Per l’esercizio in corso Banco BPM conferma l’attuale tendenza al rialzo dell’utile netto del gruppo, con un utile per azione stimato al 2024 di circa 0,90 euro al netto delle componenti non ricorrenti (oltre 1,1 euro considerando le componenti ‘one-off’ allo stato ipotizzabili), in linea con le traiettorie di redditività delineate nel Piano strategico.
Il gruppo conferma inoltre il target di utile complessivo pari a 6 miliardi di euro e di remunerazione degli azionisti pari a 4 miliardi annunciati nel Piano Strategico 2023-2026, con un payout (quantità di utile distribuito ai soci) al 67% in arco del piano.
Dopo i conti, Equita Sim ha confermato il giudizio ‘Hold' con un prezzo obiettivo a 6,1 euro. “Il dividendo per azione rappresenta un incremento del 10% rispetto al target di piano e alla nostra attesa di 0,51 euro”, commenta Equita Sim.
Intesa Sanpaolo conferma la raccomandazione ‘buy’ e il prezzo obiettivo a 6,4 euro evidenziando che i risultati sono stati “superiori alle nostre attese e a quelle del consenso”, mentre “è migliorata la visibilità sulla strategia di distribuzione ai soci”.
Il consensus Bloomberg ha un prezzo obiettivo medio sul titolo a 6,01 euro (sopra il livello iniziale del certificate) con 9 'buy' 6 'hold' e un solo 'sell'.

Ricavi record per Fineco

Gli analisti di Mediobanca (BIT:MDBI) Research hanno giudicato “positivi” i numeri sulla raccolta 2023 pubblicati pochi giorni fa da FinecoBank, sottolineando il record annuale di depositi da 1,28 miliardi e masse gestite “non lontane dalla media mensile”. Mediobanca Research conferma il rating ‘neutral’, Jefferies quello ‘hold’ (tp a 12,2 euro) e Deutsche Bank (ETR:DBKGn) la raccomandazione 'hold' (tp 13,4 euro).
Per quanto riguarda i risultati 2023, il quarto trimestre ha visto un aumento del 22,8% per l’utile netto (154,9 milioni di euro) e il cda proporrà la distribuzione di un dividendo di 0,69 euro per azione da 0,49 precedente (yield 5,30%). Per il 2024 il gruppo vede ricavi intorno ai livelli dello scorso anno, pari a 1,24 miliardi circa, in crescita del 30,5% sul 2022.
Intesa Sanpaolo ha alzato il prezzo obiettivo a 14,3 euro dai 14 precedenti, dopo “solidi” conti del quarto trimestre e un “generoso dividendo proposto” che implica “un rendimento di oltre il 5% agli attuali prezzi di borsa del titolo”. Inoltre, la guidance sui ricavi risulta “sostenibile” grazie “al modello di attività ben diversificato del gruppo e all’accelerazione nell’acquisizione clienti”, che sostengono la loro “visione positiva sull’azione”.
Il consensus Bloomberg ha un prezzo obiettivo medio sul titolo a 14,48 euro (sopra il livello iniziale del certificate) con 9 raccomandazioni di acquisto ('buy'), 7 consigli di mantenere il titolo in portafoglio ('hold') e 2 di venderlo ('sell').


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