Market Brief
In Asia sono diminuite le vendite sui mercati azionari, con gli operatori che tentano di determinare un minimo. L’indice CSI 300 ha trovato un forte supporto intorno ai 3.400 punti e attualmente è in leggero rialzo, pari allo 0,30% per la sessione in corso. Nel 2015, i titoli tecnologici hanno avuto un andamento migliore rispetto ad altri settori industriali e si sono anche ripresi più velocemente dopo le vendite di fine estate. Tuttavia, proprio queste azioni hanno subito le correzioni più marcate all’inizio del 2016, e l’indice composito di Shenzhen martedì ha ceduto un altro 1,86%. Il panico ora sembra essere rientrato, con la Cina che tenta di stabilizzare i mercati prorogando il divieto sulle vendite di alcuni titoli, mentre i fondi pubblici acquistano titoli per mettere fine al bagno di sangue. La PBoC ha alzato la quotazione dello yuan a 6,5159, livello più alto da inizio 2011.
Sul mercato forex, il dollaro USA si è ripreso da circa metà della seduta europea, cancellando le perdite precedenti contro lo yen giapponese, perché diminuisce l’avversione al rischio. La coppia è salita fino a 119,70 a Tokyo, per poi stabilizzarsi intorno a 119,50. Continuiamo a ritenere che il rialzo sarà piuttosto limitato, vista la mancanza di fondamentali solidi dal Giappone. Tuttavia, gli ultimi indicatori economici dagli USA sono tutt’altro che promettenti, con l’indice manifatturiero ISM in calo a 48,2 punti rispetto ai 49 previsti e ai 48,6 del rilevamento precedente; inoltre, la spesa per le costruzioni a dicembre si è contratta dello 0,4%, mentre gli economisti avevano previsto un’espansione dello 0,6%; il rilevamento precedente è stato rivisto al ribasso, allo 0,3% dall’1,0% iniziale. Infine, il PMI manifatturiero elaborato da Markit è sceso a 51,2 punti dalla prima stima pari a 51,3 punti, superando comunque le previsioni del mercato, pari a 51,1 punti. Il settore manifatturiero USA continuerà ad essere molto esposto nel 2016, perché l’effetto combinato della domanda globale debole e del dollaro forte continuerà a pesare sulle esportazioni statunitensi.
Le valute legate alle materie prime si sono lievemente riprese, nonostante le pressioni persistenti dovute ai prezzi del greggio, esacerbate dalle tensioni crescenti fra Iran e Arabia Saudita. Il dollaro canadese si è apprezzato dello 0,30% contro l’USD, dopo il fallito tentativo di violare la forte resistenza a 1,40, corrispondente al massimo segnato nel maggio 2014. L’USD/CAD dovrebbe rimanere sotto questa soglia perché l’assenza di notizie positive dall’economia USA non permette al biglietto verde di rafforzarsi. Anche l’AUD si è apprezzato a Tokyo, cancellando in parte le perdite di ieri. La coppia AUD/USD si aggira intorno alla media mobile a 50 giorni, a 0,72 USD; al rialzo, il livello a 0,7382 fungerà da resistenza (massimo del 12 ottobre 2015).
In Europa, i future sui listini azionari stamattina sono positivi e puntano a un’apertura in rialzo per tutte le piazze europee. L’EURO STOXX 600 è in rialzo dell’1,16%, il DAX dello 0,98%, il CAC 40 dell’1,13% e l’SMI dell’1,20%. L’Orocontinua a trarre vantaggio dal suo status di rifugio sicuro, e guadagna lo 0,23%, portandosi a 1.077,10 USD.
Oggi gli operatori monitoreranno il PMI in Norvegia; il tasso di disoccupazione in Spagna e Germania; il PMI costruzioni di Markit/CPIS nel Regno Unito; il rapporto IPC nell’Eurozona e in Italia; l’indice dei prezzi dei prodotti industriali in Canada.
Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd