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Stroncata in Boeing la lotta di potere, confermato il Ceo Calhoun

Pubblicato 21.04.2021, 15:47
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Con una mossa a sorpresa, il board ha alzato da 65 a 70 anni l’età in cui i manager del gruppo sono obbligati a lasciare. Il Ceo ha così davanti altri cinque anni per guidare il rilancio dell’azienda aeronautica. Se ne va il Cfo Smith, possibile candidato alla successione, e le sue dimissioni provocano un mini-terremoto in Borsa

L’assemblea dei soci ha approvato la modifica allo statuto: Calhoun ha altri cinque anni.

Nel pieno della crisi, il board di Boeing (NYSE:BA) ha fatto chiarezza su chi guiderà la società nei prossimi anni, stroncando sul nascere una possibile lotta di potere che avrebbe potuto distogliere energie dagli sforzi necessari per rilanciare il gruppo dopo la pandemia.
Non ci sarà il passaggio del testimone dall’attuale Ceo Dave Calhoun, che domenica ha compiuto 64 anni, al più giovane Greg Smith, 54 anni, che dal 2011 ha la carica di Chief Financial Officer (Cfo) del gruppo. A dire il vero un cambio di guida di questo tipo non era mai stato annunciato, ma erano in molti a considerarlo probabile, alla luce delle regole interne del gruppo. Invece, martedì 20 aprile all’assemblea degli azionisti il presidente Larry Kellner ha annunciato la modifica della norma che impone ai membri del board di ritirarsi a 65 anni, alzando l’età limite a 70 anni. Calhoun ha la possibilità di guidare la società aeronautica per altri cinque anni.

Se ne va Smith, l’artefice del piano finanziario che ha tenuto a galla il gruppo nella crisi.

Contemporaneamente sono state annunciate le dimissioni di Smith, una notizia che ha turbato gli investitori e gli analisti, abituati da un decennio ad avere lui come interlocutore affidabile. La reazione in Borsa è stato un brusco calo del 4,1% delle azioni Boeing, scese a 234 dollari. In una giornata sono andati in fumo 6 miliardi di market cap, ridotta a 144 miliardi.

Greg Smith è stato negli ultimi due anni l’artefice del piano di salvataggio finanziario che ha tenuto in vita la società aeronautica, colpita da una tremenda doppia crisi: nel 2019 la messa a terra del modello di punto del gruppo, il 737 Max, e nel 2020 la pandemia da Covid che ha quasi azzerato l’attività delle compagnie aeree di tutto il mondo.

Subissata da una pioggia di cancellazioni di ordini, nel 2020 Boeing ha bruciato liquidità per 20 miliardi di dollari e ha chiuso il bilancio con una perdita record di 11,9 miliardi di dollari, dalla perdita di 636 milioni dell’anno prima. In condizioni difficilissime, Smith è riuscito a ridurre i costi e a raccogliere sul mercato 25 miliardi di dollari portando l’indebitamento al livello record di 64 miliardi, ma evitando in questo modo il fallimento della società.

Per Sheila Kahyaoglu, analista del settore aerospaziale del broker Jefferis, non ci sono dubbi: “L’uscita di Smith è una grossa perdita per Boeing, un ruolo impegnativo per il potenziale successore”. Gli azionisti, però, non hanno avuto dubbi ad accogliere la proposta di confermare in toto i 10 membri del board, rinnovando a fiducia al Ceo Calhoun.

Il Ceo Calhoun: la nostra priorità è ridurre il debito, dividendi sospesi.

Calhoun, ex manager di General Electric (NYSE:GE) e di Blackstone, siede dal 2009 nel board di Boeing ed è stato nominato Ceo nel gennaio del 2020, dopo che la società obbligò alle dimissioni Dennis Muilenburg, ritenuto colpevole di una guida ondivaga e inefficiente di fronte alla crisi finanziaria e reputazionale che investì Boeing dopo che due 737 Max si schiantarono nel 2019 a distanza di cinque mesi l’uno dall’altro.

Calhoun non aveva fatto neanche in tempo a sedersi alla scrivania di Ceo, che il mondo veniva travolto dal dramma del Covid. Nella nuova crisi, la svolta è arrivata a novembre 2020, quando le autorità hanno ridato l’autorizzazione al volo ai 737 Max e Boeing ha ricevuto importanti ordini da grossi clienti come United Airlines e Southwest Airlines.

Il presidente Kellner ha detto martedì ai soci che la decisione del board di confermare Calhoun si è basata “sui progressi sostanziali che Boeing ha fatto sotto la sua guida e per garantire la continuità necessaria per prosperare nella nostra industria a ciclo lungo”.

A sua volta Calhoun ha detto che non appena il cash flow tornerà positivo la priorità sarà la riduzione del debito, anche se questo vorrà dire continuare a non pagare dividendi per un certo tempo, almeno fino a quando non ci sarà una piena ripresa del settore del trasporto aereo. Il Ceo ha anche detto che il futuro rilancio del gruppo si baserà sugli investimenti in ricerca, tecnologia e nuovi materiali, che devono portare Boeing a riconquistare la leadership dell’industria aeronautica mondiale.

Ed è forse qui che si intravede una chiave di lettura dello scontro di potere che si è consumato al vertice della società Usa. Infatti, secondo alcuni osservatori, Smith aveva ricevuto delle critiche per la sua politica di restituzione del capitale che si è materializzata in regolari e generosi buyback, lasciando poche risorse per fronteggiare la crisi. Al confronto, la rivale Airbus ha sopportato meglio la crisi e non ha dovuto bloccare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo.

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