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USD/JPY in calo, NZD al massimo di 4 mesi: basta al distanziamento sociale in NZ

Pubblicato 09.06.2020, 09:10
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 8 giugno 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il dollaro USA ha iniziato la seconda settimana di giugno in calo contro tutte le principali controparti. La scorsa settimana ci sono stati tre annunci di politica monetaria, i dati NFP sull’occupazione non agricola ed il report sull’occupazione in Canada. Questa settimana l’unico grande evento sarà l’annuncio di politica monetaria della Fed, con una serie di altri dati economici meno importanti per i mercati. Il dollaro sarà al centro dell’attenzione mentre gli investitori aspettano di vedere se la Fed sarà mossa dai recenti sviluppo. L’Ufficio di statistiche sul lavoro ha reso noto che 2,7 milioni di persone sono state classificate erroneamente, sottostimando il tasso di disoccupazione di 3 punti percentuali, dunque la stabilizzazione del mercato del lavoro è fuori discussione. Tuttavia, l’economia USA è sulla via della ripresa e crediamo che alla fine di maggio siano stati recuperati molti posti di lavoro grazie al Payroll Protection Program. Il calo di oggi è stato causato dall’annuncio dell’Ufficio nazionale di ricerche economiche secondo cui l’economia USA sarebbe andata in recessione a febbraio. Questa notizia unitamente all’intenzione di Trump di firmare una legge contro la repressione delle minoranze uiguri da parte della Cina hanno fatto crollare il cambio USD/JPY. La debolezza non si è limitata solo allo yen, ma il biglietto verde è sceso contro tutte le principali valute.

Nella giornata di mercoledì ci aspettiamo toni più positivi da parte del Presidente della Fed Jerome Powell che potrebbero riaccendere il rally del biglietto verde. La politica monetaria dovrà restare accomodante ma, in questa fase, non c'è bisogno di altri stimoli, soprattutto di tassi negativi. Se Powell dovesse suggerire che la contrazione sarà meno debole del previsto o che lo scenario sarà meno grave, il dollaro salirà. Tuttavia, se dovesse restare cauto, enfatizzando il rischio di una seconda ondata del virus, il dollaro scenderà. Una delle domande più importanti che sarà posta a Powell è se il peggio sia passato. La sua risposta potrebbe avere un impatto enorme sul biglietto verde. Le ultime proiezioni della banca centrale, che potrebbero ora confermare una recessione nel primo trimestre, saranno importanti. Il dollaro USA è sceso contro la maggior parte delle maggiori valute questo lunedì, con il dollaro neozelandese e quello australiano in testa ai rialzi. La coppia USD/JPY si è del tutto lasciata alle spalle la propensione al rischio dei mercati e i continui rialzi dei titoli azionari USA.

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Dopo essersi staccato venerdì, l’euro ha continuato a registrare guadagni nonostante i dati deboli. La produzione industriale tedesca è scesa più del previsto ad aprile, con l’attività contrattasi del 17,9%. Non solo si è trattato di un calo consecutivo, ma anche del peggiore mai registrato. Marzo ed aprile sono stati mesi duri per la manifattura, su cui hanno pesato fortemente le misure di confinamento. Malgrado i miglioramenti degli indici PMI, anche i dati commerciali di domani dovrebbero essere più deboli in quanto rispecchiano le condizioni di aprile. La Presidente della BCE Christine Lagarde ha inoltre dichiarato che le misure rapide della banca hanno impedito che si verificassero condizioni deflazionarie depresse. Le trattative commerciali tra Regno Unito ed Unione Europea non stanno andando da nessuna parte e, considerato che non sono previsti report economici britannici prima di venerdì, quando saranno pubblicati i dati sulla produzione industriale e sul commercio, la sterlina sarà scambiata principalmente sulla propensione dei mercati nei confronti del dollaro USA e dei flussi di rischio. La coppia GBP/USD schizza sulla scia della debolezza del dollaro statunitense.

Il dollaro neozelandese e quello australiano segnano le performance migliori, seguiti a ruota dal dollaro canadese. Il cambio NZD/USD sale da sei giorni di fila, mentre la coppia AUD/USD da otto, la serie di rialzi più lunga da quando è iniziato il rally alla fine del dicembre 2017.

I dati commerciali cinesi sono stati migliori del previsto, con un surplus che ha inaspettatamente toccato il massimo storico di 63 miliardi di dollari. Tuttavia si tratta solo di un riflesso del calo delle importazioni ed esportazioni e non un miglioramento dell’attività economica. I dati sono bastati a far schizzare NZD e AUD mentre la Nuova Zelanda mette fine al distanziamento sociale dopo aver completamente sconfitto il COVID-19. Nelle ultime due settimane non ci sono stati nuovi casi, e questo indica che il virus può essere debellato senza dover ricorrere al vaccino. Purtroppo, questi dati mostrano solo l’efficienza del governo neozelandese e non degli altri paesi. La situazione in Australia è molto simile con un massimo di 26 casi al giorno dal 20 aprile. Le misure di distanziamento sociale sono ancora in atto ma il governo sta discutendo della possibilità di cancellarle. Il dollaro canadese è salito ulteriormente contro il biglietto verde sulla scia di dati positivi sui nuovi cantieri, in salita per la prima volta quest’anno.

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