Oggi non si prevede una volatilità marcata sui mercati finanziari prima del discorso della presidente della Fed Janet Yellen a Jackson Hole. Le probabilità che Yellen dia un segnale da falco rispetto un rialzo del tasso a settembre sono aumentate e ora si attestano sui livelli precedenti alla Brexit, intorno al 32%. È chiaro che, ancora una volta Yellen segnalerà il miglioramento del rapporto sul lavoro, nonostante i dati NFP contrastati e molto volatili degli ultimi mesi.
Anche i mercati azionari rimangono a guardare, l’S&P 500 ha chiuso in territorio negativo per il secondo giorno consecutivo. I movimenti ribassisti, però, sono stati molto leggeri, ciò indica che i mercati non vogliono scendere ancora e che ora attendono un segnale da colomba dalla Fed per continuare sulla loro strada verso nuovi massimi storici. A nostro avviso, è molto probabile che ciò avvenga. Anche i mercati obbligazioni attendono con impazienza il discorso di Yellen, mentre, a titolo di esempio, il rendimento del buono del Tesoro decennale negli ultimi mesi è tornato a salire e ora si avvicina all’1,6%.
Per quanto riguarda la valuta, il dollaro dovrebbe rimanere forte fintantoché ci saranno speranze di un rialzo del tasso nell’anno in corso. Evidentemente è in gioco la credibilità della Fed e riteniamo che la banca potrebbe applicare un piccolo aumento del tasso d’interesse esclusivamente al fine di salvaguardare la sua integrità. Ripetere all’infinito che ci sarà un rialzo del tasso e poi non intervenire è molto dannoso. Se arriveranno segnali da colomba, il dollaro potrebbe scendere ancora più e ciò peserebbe anche sui rendimenti USA. È chiaro che non ci troviamo in una fase di normalizzazione dei tassi, quanto piuttosto nel mezzo di una battaglia per la credibilità.