ROMA (Reuters) - Il 2023 si chiude con deficit energetico in forte riduzione rispetto al 2022 e un avanzo commerciale di 34,5 miliardi di euro, da un disavanzo di 34 miliardi dell’anno precedente.
Secondo quanto diffuso stamani da Istat, la stazionarietà dell’export in valore lo scorso anno (+1,3% al netto dell’energia) riflette una crescita dei valori medi unitari (+5,3%) e una riduzione, di analoga entità, dei volumi (-5,1%) ed è sintesi di tendenze opposte per le due aree, Ue (-2,3%) ed extra-Ue (+2,5%).
Per l’import, osserva l`Istituto in una nota, "la flessione in valore nel 2023 (-10,4%) è dovuta ai minori acquisti di energia e beni intermedi".
Il deficit energetico è pari a -64.339 milioni (-110.908 milioni l’anno prima). L’avanzo dell’interscambio di prodotti non energetici (98.800 milioni) è elevato e più ampio rispetto al 2022 (76.854 milioni).
Nel complesso dell’anno, crescono le vendite di beni strumentali (+8,4%) e beni di consumo (+2,7%) mentre si riducono quelle di beni intermedi (-6,7%) ed energia (-25,7%).
Quanto alla bilancia commerciale con i soli Paesi dell`Unione europea, il 2023 vede un disavanzo di 14,225 miliardi dopo il deficit di 8,194 miliardi del 2022.
Nella media 2023 i prezzi all’import flettono del 7,4% (+18,5% nel 2022). A contribuire è soprattutto il venire meno delle tensioni sui prezzi dei prodotti energetici; al netto di questi prodotti, la flessione in media d’anno è contenuta (-0,5%; +10,3% nel 2022).
Guardando al solo mese di dicembre, si evidenzia un surplus di 5,614 miliardi di euro rispetto all`attivo di 685 milioni dello stesso mese del 2022, con le esportazioni in calo del 7,8% su base annua e le importazioni del 17,6%.
Con i soli Paesi dell'Unione europea, sempre a dicembre l'Italia ha segnato un disavanzo commerciale di 2,75 miliardi contro il deficit di 3,323 miliardi del dicembre 2022. L'export è diminuito dell`8,8% annuo e l'import del 9,8%.
(Valentina Consiglio, editing Francesca Piscioneri)