Di Mauro Speranza
Investing.com – L’Italia finisce nel mirino di Donald Trump a causa della digital tax, insieme a Francia, Austria e Turchia.
Nella legge di bilancio del governo italiano, infatti, è prevista l’entrata in vigore di un’aliquota del 3% che andrà a colpire i colossi del web come Google (NASDAQ:GOOGL), Apple (NASDAQ:AAPL), Facebook (NASDAQ:FB) e Amazon (NASDAQ:AMZN), a partire dal primo gennaio 2020, decisione confermata solo poche settimane fa dal Ministro Roberto Gualtieri.
Per quanto riguarda la Francia, invece, tale imposta è già attiva e prevede una tassazione del 3% per le aziende che fatturano più di 750 milioni di euro, dei quali almeno 25 milioni generati in Francia.
"Gli Usa agiranno contro i regimi di web tax" che riguardano i giganti americani, ha avvertito il segretario al Commercio, Robert Lighthizer, minacciando tariffe fino al 100% su 2,4 miliardi di dollari di importazioni dalla Francia.
Secondo un’indagine condotta dall’amministrazione USA, la web tax "discrimina le società statunitensi, è incoerente con i principi prevalenti della politica fiscale internazionale e rappresenta un onere insolitamente gravoso per le società colpite".
Inoltre, Washington sta valutando anche un aumento dei dazi USA già in vigore contro l’Unione europea dopo il verdetto della Wto sul caso Airbus, che continuerebbe a beneficiare degli aiuti di stato, grazie ai finanziamenti approvati dai governi precedenti.
Il tema della guerra commerciale sarà al centro dell’attenzione nel corso del summit Nato di Londra, con Trump che incontrerà il Presidente francese Emmanuel Macro, dopo che sono scaduti la settimana scorsa i 90 giorni di tregua concordati tra USA con Parigi per cercare un’intesa proprio sulla web tax.
L'amministrazione americana è impegnata "a contrastare il crescente protezionismo tra gli Stati membri dell'Unione europea che prende di mira ingiustamente le compagnie americane, sia con tasse sui servizi digitali e sia con altri tentativi rivolti contro le principali società digitali statunitensi", ha spiegato Lighthizer, citando la "Section 301", una misura approvata dal Congresso nel 1974 che consente all'amministrazione di varare misure commerciali di ritorsione contro Paesi stranieri.
Il mio messaggio è chiaro: noi non rinunceremo mai e poi mai alla nostra intenzione di tassare in modo giusto i giganti tecnologici", aveva rimarcato il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire, prima delle nuove tariffe ventilate da Washington