Di Alessandro Albano
Investing.com - Con EUR/USD sotto 1,07, Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée fa notare che gli sviluppi recenti sull'inflazione "sono più positivi per l'euro",
In una nota, l'esperto di UBP scrive che l'aumento delle pressioni inflazionistiche sia negli Stati Uniti che nell'Eurozona ha portato ad "una maggiore rivalutazione dei tassi d'interesse", con la Fed e la BCE che dovrebbero aumentare i tassi rispettivamente al 5,25% e al 4,0% entro la fine dell'anno.
In questo contesto, la moneta unica beneficerà "di un miglioramento del surplus delle partite correnti e anche della riapertura della Cina prima del previsto".
Per lo yen giapponese, da UBP prevedono "un maggiore apprezzamento nella seconda metà dell'anno, quando la BoJ alzerà gli obiettivi di controllo della curva dei rendimenti".
Per quanto riguarda il dollari, il rischio maggiore arriva da "un calo più pronunciato delle pressioni inflazionistiche". In tal caso, Kinsella sottolinea come la Fed potrebbe trovarsi "in una posizione difficile e l'incertezza sulle prospettive dei tassi d'interesse potrebbe facilmente tradursi in un'ulteriore debolezza del dollaro".
Focus sull’euro/usd
"Riteniamo che il tasso di cambio euro/usd salirà gradualmente fino a livelli di almeno 1,10, ma un movimento verso livelli di circa 1,15 rappresenta un rischio al rialzo", afferma l'esperto di forex.
Kinsella spiega che il possibile 1,15 è dovuto "ai rialzi dei tassi da parte della BCE e anche al calo dei prezzi dell'energia, che agisce come una spinta favorevole per la bilancia delle partite correnti dell'Eurozona".
"Prevediamo che quest'anno le partite correnti torneranno a registrare un solido avanzo e questo è di grande sostegno per l'euro. L'euro beneficerà anche di un'eventuale risoluzione della guerra in Ucraina, ma questo non è il nostro scenario di base nel breve termine", aggiunge.