Investing.com - Il prezzo del greggio scende negli scambi europei di questo martedì mattina, dopo i forti ribassi registrati durante la notte, tra i segnali che le interruzioni delle forniture di Canada ed Africa stiano per terminare.
Le autorità canadesi hanno annullato gli ordini di evacuazione ieri per tutte le strutture ed alcuni impianti petroliferi che erano stati chiusi per via dell’enorme incendio scoppiato nella zona, un passo significativo per le compagnie impazienti di riprendere la produzione.
Pesa anche l’incremento delle esportazioni di greggio dalla Libia. La National Oil Company, di proprietà del governo, nel weekend ha dichiarato che un cargo di 660.000 barili è partito dal porto orientale di Marsa al-Hariga, riaperto dopo più di due settimane di scontri politici che ne avevano causato la chiusura.
Il prezzo del greggio è stato supportato nelle ultime settimane per via dell’interruzione delle forniture da parte della Nigeria, della Libia e del Venezuela, oltre che per il calo della produzione in Canada dovuto all’incendio scoppiato nella regione delle sabbie petrolifere di Alberta. Tuttavia, mentre alcune interruzioni delle forniture sembrano volgere al termine, l’attenzione dei traders torna ad essere rivolta all’aumento delle scorte globali.
Sul greggio pesano inoltre le notizie riportate dai media secondo cui l’Iran vorrebbe aumentare la capacità di esportazione a 2,2 milioni di barili entro l’estate e non avrebbe alcuna intenzione di congelare la sua produzione in occasione del prossimo vertice dell’OPEC.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a luglio scende di 41 centesimi, o dello 0,85%, a 47,94 dollari al barile alle 08:01 GMT, o alle 4:01 ET. Ieri, i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono scesi di 37 centesimi, o dello 0,76%.
I futures del Brent sono balzati di quasi l’85% dopo essere scesi sotto i 30 dollari al barile a metà febbraio, nonostante il nulla di fatto delle trattative di aprile a Doha tra i produttori OPEC e non-OPEC per il congelamento della produzione. L’OPEC si incontrerà di nuovo il 2 giugno a Vienna e potrebbe discutere ancora dell’iniziativa.
Intanto, sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a luglio scende di 36 centesimi, o dello 0,75%, a 47,72 dollari al barile. Ieri, i futures del greggio scambiati sulla borsa di New York hanno registrato un calo di 33 centesimi, o dello 0,68%.
Il prezzo del Nymex è rimbalzato di circa l’80% dopo essere crollato al minimo di 13 anni di 26,05 dollari l’11 febbraio, grazie alla riduzione della produzione di petrolio da scisto USA che ha incoraggiato il sentimento. Tuttavia, con i prezzi ad un livello che rende la trivellazione economica per alcuni impianti, il numero degli impianti di trivellazione potrebbe tornare ad aumentare ed il calo della produzione statunitense potrebbe rallentare.
Secondo quanto dichiarato venerdì dall’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes, il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è rimasto invariato a 318 la scorsa settimana, dopo essere sceso per otto settimane consecutive.
I traders attendono i nuovi dati settimanali sulle scorte di greggio e prodotti raffinati USA. L’American Petroleum Institute pubblicherà il report sulle scorte nel corso della giornata, mentre il report governativo di domani dovrebbe mostrare che le scorte di greggio sono scese di 2,5 milioni di barili nella settimana terminata il 20 maggio.
Intanto, lo spread tra i contratti del greggio Brent e quelli WTI è di 22 centesimi al barile, rispetto ai 27 centesimi segnati alla chiusura di ieri.