MILANO (Reuters) - La Guardia di Finanza di Busto Arsizio ha fermato nei giorni scorsi il finanziere svizzero Filippo Dolfus De Volckesbersg ritenuto il vertice di una "multinazionale del riciclaggio innestata nel sistema produttivo italiano e in grado di 'sommergere' grandi ricchezze".
Lo si legge in una nota diffusa dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Varese, che precisa che "il nucleo principale della holding imprenditorial-criminale è risultato essere costituito da una decina di soggetti, alcuni dei quali titolari di studi professionali, mentre il numero degli indagati aumenta".
I finanzieri scrivono di aver identificato, allo stato, "65 fra persone fisiche e giuridiche titolari di rapporti bancari che hanno operato con 115 conti bancari in 12 diverse banche, di cui una italiana e 11 estere". Sono state quindi "mappate 421 persone fisiche e giuridiche italiane ed estere che hanno avuto rapporti con l'organizzazione".
"Il volume accertato dei movimenti finanziari dell'organizzazione, che rappresenta solo una minima parte di quello effettivo, attualmente ammonta a circa 800 milioni di euro - continua il comunicato della Gdf - Ma se queste operazioni si rapportassero alla totalità dei conti trattati dall'organizzazione e al periodo di operatività dell'organizzazione stessa, circa 40 anni, probabilmente si raggiungerebbero somme nell'ordine di molti miliardi di euro".
Dolfus De Volckesbersg, fino al 2012 nel cda della Corner Bank di Lugano, è oggetto di una ordinanza di convalida di fermo firmata dal gip milanese Franco Cantù Rajnoldi, nell'ambito di una inchiesta condotta dal pm Robero Pellicano con l'ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio transnazionale.
Il legale del barone, l'avvocato Roberta Guaineri, ha preferito non rilasciare commenti al momento, precisando che il suo cliente "avrà modo di chiarire la sua posisione in seguito".
Al finanziere svizzero, scrivono i finanzieri e si evince dall'ordinanza di convalida del fermo, si è arrivati dopo l'arresto nel 2013 di un commercialista italiano. L'inchiesta era partita anni fa nell'ambito della complessa vicenda Imi-Sir.
"Dollfuss - si legge ancora nella nota - è accusato di aver provveduto nel corso degli ultimi decenni, dal suo quartier generale di Lugano, attraverso un articolato e ben collaudato sistema, ad assistere la propria facoltosa e selezionata clientela italiana, nel trasferire all'estero ed
occultare ingentissime somme di denaro che, nella gran parte dei casi, si sospetta essere frutto di delitti di appropriazione indebita, evasione fiscale, corruzione o riciclaggio perpetrati in territorio italiano".
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