GENOVA - La procura di Ginevra, guidata da Yves Bertossa, ha concluso l'indagine sul Credit Suisse per sospette attività di riciclaggio di denaro connesse alle azioni dell'ex banchiere Patrice Lescaudron. Nonostante i sospetti iniziali su transazioni risalenti al periodo compreso tra il 2008 e il 2014, l'indagine è stata chiusa a causa della mancanza di prove che implicassero l'azienda in atti di riciclaggio.
Lescaudron, che in precedenza era stato assolto dalle accuse di frode e falsificazione nel 2018, è stato al centro di un esame legale per la sua gestione dei fondi dei clienti. Tuttavia, gli ultimi sviluppi indicano che il Credit Suisse non dovrà affrontare conseguenze legali per riciclaggio di denaro in questo contesto.
Le conseguenze delle sfide legali del Credit Suisse sono state ereditate da UBS Group AG a seguito di un salvataggio guidato dal governo che ha portato UBS a rilevare la sua rivale. UBS si trova ora ad affrontare potenziali responsabilità, tra cui possibili danni per le carenze di sorveglianza che hanno permesso a Lescaudron di ingannare i clienti.
Una delle vittime, Bidzina Ivanishvili, sta contestando la chiusura del caso. Il contenzioso indica che le conseguenze delle azioni di Lescaudron continuano a colpire le persone coinvolte e UBS Group AG potrebbe ancora dover affrontare le complessità delle questioni legali ereditate dal Credit Suisse.
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