ROMA (Reuters) - Il governo potrà vendere quasi il 30% di Poste Italiane (BIT:PST) attraverso un'Opa, una procedura di 'accelerated bookbuilding' o una vendita in blocchi, secondo quanto stabilito da un decreto governativo.
La vendita rientra nei piani dell'Italia di raccogliere circa 20 miliardi di euro dalla cessione di asset tra il 2024 e il 2026 per contenere il debito.
Ieri Poste Italiane ha aumentato i dividendi più del previsto e ha segnalato che potrebbe incrementare ulteriormente la remunerazione degli investitori, mentre il governo prepara l'operazione.
Il decreto, adottato il 25 gennaio ma presentato al Parlamento solo oggi, conferma che il Tesoro venderà in tutto o in parte la partecipazione diretta del 29,3% in Poste, mantenendo un altro 35% attraverso Cassa depositi e prestiti per mantenere il controllo.
La vendita può avvenire "anche in più fasi", o anche utilizzando una combinazione dei metodi elencati nel decreto.
Se il governo optasse per un'Opa, potrebbero essere previsti incentivi per i piccoli investitori, compresi i dipendenti di Poste, per mantenere un'ampia base di azionisti, si legge nel decreto.
L'Italia ha raccolto 3,1 miliardi di euro nel 2015 quando ha venduto una quota del 35% di Poste in un'Ipo che ha valutato il gruppo 8,8 miliardi di euro.
Oggi Poste vale circa 14 miliardi di euro e la vendita della quota del Tesoro potrebbe fruttare più di 4 miliardi ai valori attuali.
(Tradotto da Laura Contemori, editing Sabina Suzzi)