Di Mauro Speranza
Investing.com – Rally a Piazza Affari per il titolo Gedi (MI:GEDI) che viene sospeso al rialzo quando guadagnava il 10,28% e le azioni scambiate sopra quota 0,27 euro.
Venerdì scorso era arrivata l’offerta da parte di Carlo De Benedetti per l’acquisto del 29,9% del capitale Gedi (MI:GEDI) al prezzo di chiusura del giorno precedente, 0,25 euro.
L’offerta per Gedi (MI:GEDI), gruppo editoriale che controlla l’Espresso, La Repubblica, La Stampa, e il Secolo XIX, era stata subito rifiutata da CIR, controllante del 43,401% di Gedi, definendola “manifestatamente irricevibile in quanto del tutto inadeguata a riconoscere alla holding e a tutti gli azionisti il reale valore della partecipazione e ad assicurare prospettive sostenibili di lungo termine a Gedi".
"Questa mia iniziativa è volta a rilanciare il Gruppo al quale sono stato associato per lunga parte della mia vita e che ho presieduto per dieci anni, promuovendone le straordinarie potenzialità", scriveva Carlo De Benedetti nella lettera che accompagna l'offerta di acquisto delle azioni.
"È chiaro che conoscendo bene il settore, mi sono note le prospettive difficili, ma credo che con passione, impegno, consenso e competenza, il Gruppo possa avere un futuro coerente con la sua grande storia", aggiungeva l’ingegnere.
La mossa di Carlo De Benedetti aveva causato la reazione del figlio, Rodolfo, presidente di Gedi (MI:GEDI) e nettamente contrario. "Sono profondamente amareggiato e sconcertato dall'iniziativa non sollecitata né concordata presa da mio padre e il cui unico risultato consiste nel creare un'inutile distrazione, della quale certo non si sentiva il bisogno", attaccava il figlio di Carlo.
Rodolfo, inoltre, esprimeva il suo rammarico anche “rispetto al lavoro delle tante persone impegnate quotidianamente a garantire un futuro di successo al Gruppo Gedi (MI:GEDI), che da anni opera in un settore dei più sfidanti. I miei fratelli ed io, come azionisti di controllo del Gruppo Cofide-Cir, continueremo a dare il nostro pieno supporto al management in questo percorso”.
Il ‘dramma familiare’, però, continuava, con l’85enne Carlo che replicava. “Trovo bizzarre le dichiarazioni di mio figlio Rodolfo. È la stessa persona che ha trattato la vendita del Gruppo Espresso a Cattaneo e Marsaglia. La gestione sua e di suo fratello Marco hanno determinato il crollo del valore della azienda e la mancanza di qualsiasi prospettiva, concentrandosi esclusivamente sulla ricerca di un compratore visto che non hanno né competenza. Né passione per fare gli editori. Ha distrutto valore negli ultimi anni. Nonostante l'età, ho passione e idee per istituzionalizzare il Gruppo assicurandogli un futuro di indipendenza ed autonomia", erano le sue parole.
I fratelli De Benedetti, figli di Carlo, detengono la stessa CIR tramite la holding Cofide.