WASHINGTON (Reuters) - La Corte Suprema degli Stati Uniti ha consegnato a Donald Trump un'importante vittoria, stabilendo che gli Stati non hanno l'autorità di rimuovere un candidato alle cariche federali e ribaltando la decisione del Colorado di escludere l'ex-presidente dal voto.
I giudici si sono espressi all'unanimità contro la decisione del 19 dicembre della corte suprema del Colorado di bandire l'ex presidente dal voto delle primarie repubblicane di domani, dopo che aveva stabilito che ai sensi del 14° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti dovesse essere escluso dalle cariche pubbliche.
Il tribunale del Colorado aveva ritenuto Trump non idoneo a candidarsi per il suo ruolo nell'assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill.
Tuttavia, quattro dei nove giudici, compresi i tre membri liberali della Corte, hanno criticato il resto della Corte per aver enunciato norme che limitano la modalità in cui la disposizione costituzionale potrà essere applicata in futuro.
Trump è il principale candidato alla nomination repubblicana a sfidare il presidente democratico Joe Biden nelle elezioni del 5 novembre. L'unica rivale rimasta per la nomination del suo partito è l'ex governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley.
La sentenza è stata pronunciata alla vigilia del Super Tuesday, il giorno del ciclo delle primarie presidenziali statunitensi in cui gran parte degli Stati organizza le competizioni per la nomina dei partiti.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Andrea Mandalà)