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L’impatto del problema degli oleodotti sullo scisto potrebbe essere esagerato

Pubblicato 01.08.2018, 15:35
Aggiornato 09.07.2023, 12:31

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 01.08.2018

Nonostante i livelli di produzione da record pubblicati dalla US Energy Information Agency (EIA) due settimane fa, molti analisti prevedono che la produzione di greggio da parte dei produttori di scisto USA vedrà una contrazione nel secondo semestre del 2018. Queste previsioni sono innanzitutto il risultato delle notizie in base alle quali i produttori starebbero affrontando delle difficoltà con le infrastrutture nelle principali regioni di produzione: il Bacino Permiano in Texas e New Mexico. La carenza di capacità degli oleodotti costringerà alcuni produttori ad evitare di scavare nuovi pozzi e persino a chiudere alcuni impianti fino a quando non aumenterà questa capacità.

Questo fattore è stato messo in evidenza durante l’ultimo vertice OPEC a giugno, quando l’Amministratore Delegato di Pioneer Natural Resources ha rivelato che la sua compagnia intende ridurre la produzione per via delle limitazioni degli oleodotti.

E il problema sta colpendo varie compagnie di servizi petroliferi. Il titolo di Halliburton (NYSE:HAL) è crollato di quasi l’8% la scorsa settimana, quando non solo ha riportato utili minori del previsto nel secondo trimestre ma anche avvertito gli investitori di aspettarsi lo stesso nel terzo trimestre, in quanto le difficoltà legate agli oleodotti implicano progetti annullati o rinviati per le compagnie di servizi petroliferi.

Tuttavia, la questione degli oleodotti in realtà non è fonte di preoccupazione proprio per tutte le compagnie. Infatti, alcune compagnie si sono assicurate una capacità di oleodotti sufficiente a continuare a produrre ai tassi attuali o persino a continuare ad espandere la produzione. Exxon (NYSE:XOM), Chevron (NYSE:CVX) e Noble (NYSE:NBL) hanno affermato di non essere preoccupate per la capacità di trasportare il loro greggio dal Bacino Permiano. ConocoPhillips (NYSE:COP) ha dichiarato di non avere sufficiente capacità degli oleodotti per il suo greggio nel Bacino Permiano ma che prevede di rinviare la sua espansione nella regione solo per poco. Alcune compagnie senza la capacità degli oleodotti hanno flussi di cassa sufficienti a spedire il loro greggio tramite camion o treni. Tuttavia, ciò potrebbe comportare un rincaro di ben 12 dollari al barile dei costi delle compagnie.

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Alcuni produttori continueranno ad aumentare la produzione spostando gli impianti dal Bacino Permiano ad altre regioni di petrolio da scisto come Eagle Ford. Questi tipi di spostamento non emergono dai dati come quelli settimanali sugli impianti di trivellazione USA attivi. Vengono notati solo a livello regionale.

La carenza di oleodotti nel Bacino Permiano è reale ma forse esagerata se si considera il peso che questa notizia sta avendo sui prezzi dello scisto per le compagnie USA, in particolare per quelle più grandi e potenti. La regione del Bacino Permiano ha ancora una significativa capacità di crescita, anche se i produttori hanno calcolato male quanto presto si sarebbe presentato il problema del trasporto. Molti produttori inoltre vedono del potenziale di crescita in altre regioni di petrolio da scisto, via via che vengono costruiti degli oleodotti e che vengono ingranditi i terminal per le esportazioni.

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