Di Ambar Warrick
Investing.com – Listini asiatici in leggero rialzo questo giovedì, grazie all’ottimismo per la ripresa economica cinese di quest’anno; fuori dal colo il Nikkei che cede i recenti rialzi dovuti alle speranze, poi disattese, di una Banca del Giappone più aggressiva.
L’indice Nikkei 225 è sceso dell’1,5%, invertendo nettamente i guadagni realizzati nella sessione precedente nella speranza che la BOJ possa ampliare la sua fascia di controllo dei rendimenti quest’anno. L’indice è salito del 2,5% mercoledì dopo che la banca centrale ha inaspettatamente mantenuto invariata la sua politica monetaria.
L’accademico della Columbia University Takatoshi Ito, che è considerato un candidato per entrare a far parte della BOJ, ha dichiarato giovedì che un’inflazione più alta del previsto potrebbe spingere la banca centrale ad ampliare la fascia di rendimento delle obbligazioni di riferimento entro la metà del 2023.
Per venerdì è in agenda la pubblicazione dei dati sull’inflazione al consumo, che dovrebbe raggiungere un massimo di 41 anni del 4%, il doppio dell’obiettivo annuale della BOJ.
I titoli asiatici più ampi sono stati sostenuti dall’ottimismo per la ripresa economica cinese. Gli indici cinesi Shanghai Shenzhen CSI 300 e Shanghai Composite sono saliti rispettivamente dello 0,3% e dello 0,2%, dopo che il vicedirettore del Fondo Monetario Internazionale Gita Gopinath ha dichiarato a Reuters che la Cina potrebbe registrare una forte ripresa economica entro il secondo trimestre.
Anche altri titoli esposti alla Cina hanno tratto sostegno dalla dichiarazione. L’indice sudcoreano KOSPI ha guadagnato lo 0,3%, mentre l’indice australiano ASX 200 è salito dello 0,6%.
Le azioni dei principali gruppi minerari australiani BHP Group Ltd (ASX:BHP) e Rio Tinto Ltd (ASX:RIO) sono salite bruscamente dopo che entrambe le aziende hanno registrato una produzione maggiore di minerale di ferro nel trimestre terminato a dicembre. BHP, il maggiore gruppo minerario del mondo, ha anche affermato che la ripresa della domanda cinese contribuirà a stabilizzare i mercati delle materie prime.
Ma i timori di una recessione incombente hanno frenato i guadagni più consistenti dei titoli regionali, così come la debolezza di Wall Street.
Gli indici azionari statunitensi sono crollati nella notte dopo che i dati hanno mostrato che le vendite al dettaglio e la produzione industriale sono scesi più del previsto a dicembre, aumentando i timori che l’economia più grande del mondo rallenti nei prossimi mesi.
Gli indici indiani BSE Sensex 30 e Nifty 50 sono scesi rispettivamente dello 0,2% e dello 0,3%, con perdite nei principali titoli tecnologici esposti agli Stati Uniti.