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Bce: tutto apparecchiato per taglio dei tassi a giugno. I commenti degli analisti

Pubblicato 08.03.2024, 10:42

Investing.com – I tassi d’interesse Bce restano fermi lì dove sono da settembre 2023, al livello più alto mai raggiunto nell’era dell’euro. Tuttavia, per la prima volta la presidente Christine Lagarde ha ammesso che a Francoforte si è iniziato a discutere di “riduzione della politica restrittiva della BCE”. Che sia giugno il momento buono per iniziare a tagliare? Ecco cosa ne pensano gli analisti.

David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments

Sebbene nelle dichiarazioni la BCE abbia confermato l'attuale livello dei tassi, il miglioramento delle previsioni sull'inflazione core e i segnali abbastanza evidenti della Presidente Lagarde durante la conferenza stampa, hanno rafforzato le aspettative del mercato secondo cui il primo taglio avverrà all’inizio di giugno.

Inoltre, aver riconosciuto esplicitamente la presenza di pressioni ancora elevate sui prezzi interni, in parte dovute alla forte crescita dei salari, offre alla BCE la possibilità di rinviare la decisione di allentare la politica monetaria restrittiva a partire dalla riunione di aprile, senza però escluderla del tutto.

Con le prospettive di crescita ridimensionate nel breve termine e l'inflazione core al livello target nel medio termine, i circa 100 punti base di tagli attualmente prezzati entro la fine dell'anno risulteranno insufficienti se i dati dei salari dei prossimi mesi dovessero riservare sorprese al ribasso.

Felix Feather, economista di abrdn

Sebbene le preoccupazioni per gli effetti di secondo impatto dell'elevata crescita dei salari nominali abbiano impedito alla BCE di tagliare i tassi durante la riunione odierna, le revisioni delle proiezioni dello staff della Banca centrale europea suggeriscono che i tagli non sono lontani.

Sia le previsioni sull'inflazione globale che quelle sull'inflazione di fondo per il 2024 e il 2025 sono state riviste al ribasso, suggerendo che la BCE è sempre più convinta che l'inflazione si stia effettivamente dirigendo rapidamente verso l'obiettivo di inflazione del 2%.

Prevediamo che il primo taglio dei tassi avverrà a giugno, quando il Consiglio direttivo avrà preso visione dei dati sui salari del 1° trimestre.

Martina Daga, Macro Economist, AcomeA SGR

L’ultima riunione di politica monetaria della Bce si pone in una fase di transito: dal ciclo di aumento dei tassi di riferimento ci si sta, infatti, ora spostando verso l'inizio del ciclo dei tagli. Il mercato alla fine dello scorso anno si aspettava il primo taglio da parte della Bce già nel corso di questa riunione, queste aspettative sono poi state riviste nella prima parte del 2024, andando a prezzare i primi tagli a giugno di questo anno e un totale di circa 100 bp entro fine anno. Effettivamente, la Bce al meeting di oggi ha deciso di tenere i tassi di riferimento fermi e pari rispettivamente al 4% il deposit rate, al 4.50% il Main Refinancing Operation Rate e al 4.75% il Marginal Lending Facility Rate. I tassi di politica monetaria sono ormai fermi da settembre dello scorso anno, quando è stato deliberato l'ultimo aumento del ciclo dei rialzi che, in poco più di un anno, ha portato i tassi di riferimento a un rialzo di un totale di 450 bp.

Cosa aspettarsi? La Bce continua a non dare chiare indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria, ma mantiene un approccio "meeting by meeting" e la forward guidance sulle prossime mosse rimane strettamente dipendente dai dati macroeconomici. Nonostante la revisione al ribasso delle proiezioni di inflazione, la Bce non è ancora pronta a iniziare con il ciclo dei tagli, il comitato ha bisogno di più dati per essere maggiormente sicuro del raggiungimento del target di inflazione. Lagarde ha indicato che ad aprile il quadro sarà un po' più chiaro, ma avranno solo pochi dati in più rispetto ad ora. A giugno, invece, avranno a disposizione molti più dati e il quadro sarà molto più chiaro.

Considerando l'evidente divergenza nella situazione macroeconomica tra Eurozona e Stati Uniti, ci si chiede se la Bce sia pronta a tagliare prima della Fed. Lagarde ha specificato che una volta che saranno sicuri di aver tenuto i tassi in territorio restrittivo sufficientemente a lungo e saranno sicuri del raggiungimento del target, potranno iniziare con il ciclo dei tagli, indipendentemente dalle azioni delle altre banche centrali.

Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia

La Banca Centrale Europea, in linea con le aspettative, nel corso della riunione di oggi ha lasciato invariati i tassi di interesse di riferimento. La BCE ha inoltre pubblicato le nuove proiezioni economiche per la regione. Le aspettative sul PIL sono state ridotte dello 0,2% allo 0,6% nel 2024 e aumentate dello 0,1% all'1,6% nel 2026. Ma la sorpresa principale è arrivata dalla revisione al ribasso delle proiezioni sull'inflazione: per il 2024, le attese sono scese dal 2,7% al 2,3%, mentre quelle per il 2025 sono state abbassate dal 2,1% al 2,0%.

Sulla scia di questi aggiornamenti ai dati di previsione, i mercati hanno reagito con una contrazione dei rendimenti dei titoli di Stato, prezzando quindi una maggiore probabilità di un ciclo di tagli anticipato e più ampio in Europa. I rendimenti dei titoli di Stato tedeschi sono diminuiti di 8 e 6 punti base nella parte rispettivamente a 2 e 10 anni della curva.

Durante la conferenza stampa poi, Christine Lagarde ha confermato che l'inflazione sta rallentando, ma ha ribadito che il Consiglio direttivo ha bisogno di più dati per essere più tranquillo sulla traiettoria dell'inflazione. In sostanza, le azioni della BCE continuano a dipendere dai dati. Quindi, sebbene la Lagarde abbia confermato che sono iniziate le conversazioni sulla "riduzione della politica restrittiva della BCE", le dichiarazioni della Presidente della BCE hanno indotto i mercati a credere che sarà necessario attendere la riunione di giugno per vedere il primo taglio. Di conseguenza, al termine della conferenza stampa, i rendimenti dei titoli di Stato hanno quasi completamente invertito il loro calo iniziale, mentre l'euro si è leggermente rafforzato rispetto al dollaro USA.

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm

Nonostante il progressivo calo dell'inflazione negli ultimi 18 mesi, le pressioni sui prezzi persistono e inducono la BCE alla cautela: nel corso della riunione di oggi, l’Eurotower ha optato per mantenere i tassi d’interesse di riferimento agli attuali livelli record. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta quindi fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%. Senza negare i passi in avanti fatti fino ad oggi, la BCE si mostra quindi riluttante a dichiarare una vittoria prematura contro l’inflazione, come sottolineato anche dal capo economista Philip Lane.

La prossima riunione, in calendario per l’11 aprile, potrebbe fornire nuove indicazioni utili sulle future mosse dei policymaker, con importanti risvolti sui mercati e sulle attese degli investitori. Tuttavia, con un’inflazione ancora oltre i livelli target e una dinamica salariale incerta, la BCE sembra destinata a navigare a vista, mantenendo un approccio prudente alla politica monetaria.

Da notare che per il 2024 la Banca Centrale Europea ha tagliato le previsioni dal 2,7% al 2,3% per l’inflazione complessiva e dal 2,7% al 2,6% per l’inflazione core. Allargando l’orizzonte temporale, poi, nel 2025 prevede un’inflazione media al 2%, in calo all'1,9% nel 2026.

Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte

La lettura congiunta della revisione al ribasso delle stime di inflazione e delle parole della Lagarde, confermano l'ipotesi che la stagione dei tagli dei tassi inizierà non prima dei dati sui salari di fine aprile.

Pertanto, l'ipotesi delineata nell'outlook per la BCE (ed anche per la Fed) di 4 tagli nel 2024 a partire da giugno (eventualmente la partenza sarebbe rinviata al massimo a luglio) rimane confermata.

Il 13 marzo sarà importante monitorare i dettagli contenuti nel nuovo framework di politica monetaria, in particolare se saranno apportate modifiche sull'entità della riserva obbligatoria e/o sulla remunerazione delle riserve in eccesso.

Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS IM

La Lagarde ha chiaramente indicato che le pressioni disinflazionistiche sono state confermate. Tuttavia, c'è ancora cautela sull'andamento dei salari, poiché i recenti segnali di allentamento delle pressioni devono essere confermati e anche i margini di profitto vengono monitorati attentamente. In effetti, il recente assorbimento dei costi unitari del lavoro da parte dei margini è una notizia positiva, ma è troppo presto per dichiarare vittoria. Nel frattempo, la trasmissione delle passate mosse di politica monetaria si sta ancora facendo strada nell'economia reale e sta portando ulteriori pressioni disinflazionistiche. Le condizioni monetarie si sono stabilizzate, ma i prestiti alle imprese e alle famiglie rimangono estremamente fiacchi, il che fa dubitare che la ripresa possa arrivare dai consumi e dagli investimenti delle famiglie, a meno che la BCE non effettui tagli che portino i tassi di riferimento alla neutralità.

In poche parole, la BCE è più fiduciosa sulla convergenza dell'inflazione verso il target, ma è pronta ad aspettare ancora un po' di dati prima di iniziare a tagliare i tassi. La Lagarde è stata molto esplicita nel segnalare che saranno disponibili molte più informazioni entro la riunione di giugno, confermando implicitamente le aspettative del mercato secondo cui giugno sarà l'inizio del ciclo di tagli. Per quanto riguarda il ritmo dei tagli, la comunicazione è stata piuttosto chiara. La BCE non ha uno schema predefinito per le fasi future e - cosa molto importante – la Lagarde ha confermato che la BCE è indipendente e la sua decisione politica non sarà influenzata dalla Fed.

La reazione del mercato è stata inizialmente piuttosto forte, con un rally fino a 7-8 pb su tutta la curva. L'ampia reazione è stata parzialmente corretta in quanto è arrivata sulla scia di un altro forte rally negli ultimi giorni. Manteniamo la nostra visione costruttiva sulla duration europea e gli spread rimangono ben supportati in un contesto in cui si prevede che la politica torni gradualmente alla neutralità, ma non si prevede alcuna sorpresa negativa di rilievo sull'economia.

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