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Alla ricerca di rendimenti maggiori? Evitate questi 3 titoli rischiosi

Pubblicato 26.06.2019, 12:26
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Il panorama per gli investitori da reddito alla ricerca di rendimenti più alti diventa sempre più complicato. Con le banche centrali che si preparano a tagliare i tassi di interesse per impedire all’economia globale di cadere in recessione, le aspettative di un contesto di tassi bassi stanno convincendo gli investitori a cercare delle alternative ad alto rendimento e a fare scommesse più rischiose.

Questo è uno dei principali fattori che hanno spinto l’indice S&P 500 a raggiungere un nuovo massimo storico di 2.954,18 giovedì scorso. Sebbene i titoli da dividendo, con i loro solidi flussi di entrate, possano offrire rifugio quando le cose si fanno difficili, è anche importante capire che non tutti i titoli da reddito sono sicuri.

Ecco tre titoli ad alto rendimento che secondo noi gli investitori dovrebbero evitare malgrado i loro rendimenti del dividendo estremamente allettanti:

1. Ford Motor Co.

Una delle principali case automobilistiche americane, Ford Motor Company (NYSE:F), è diventata attraente agli occhi degli investitori a caccia di rendimento. Il suo titolo, scambiato a 9,84 dollari alla chiusura di ieri, offre un rendimento del dividendo superiore al 6%. Si tratta di un sovrapprezzo enorme confrontato alla media dell’indice S&P 500 di appena l’1,9%.

Ford price chart

Ma, prima di comprare il titolo di Ford, gli investitori cauti dovrebbero chiedersi se il payout della compagnia sia sicuro e sostenibile: il suo payout ratio di oltre l’80% è quasi quattro volte quello della media di settore del 22%.

Gli ultimi anni sono stati duri per Ford. Dopo numerosi anni di vendite in aumento, grazie alla solida economia globale ed alla domanda dei consumatori, la casa automobilistica si ritrova ad affrontare grossi ostacoli: è in corso una ristrutturazione da 11 miliardi di dollari, dopo che le entrate nette sono scese di oltre la metà lo scorso anno per via del rallentamento della domanda delle sue berline. L’inversione di marcia comprenderà il taglio di migliaia di lavori salariati, la chiusura di fabbriche oltreoceano e la costruzione di strutture per la produzione di auto elettriche e a guida autonoma.

Mentre Ford si avventura in questo massiccio piano di ristrutturazione per migliorare la redditività e prepararsi alla nuova era, gli investitori non hanno dimostrato di riporre molta fiducia nell’azienda. Il titolo è stato scambiato sotto i 10 dollari ad azione a partire dall’estate scorsa, nei timori per la sostenibilità del suo generoso dividendo trimestrale di 0,15 dollari ad azione.

Gli analisti prospettano un possibile scenario in cui il rating del credito di Ford venga abbassato presto ed il suo dividendo venga ridotto, se il piano di inversione di rotta della compagnia non dovesse riuscire a produrre risultati. Se l’economia statunitense dovesse cadere in recessione o ritrovarsi davanti ad un brusco rallentamento, la domanda di SUV succhia-benzina diminuirà. È quindi consigliabile evitare Ford, malgrado il suo rendimento alto, in questo ambiente economico incerto.

2. AT&T Inc.

Quello del principale operatore di telecomunicazioni negli Stati Uniti, AT&T (NYSE:T) è un altro titolo da dividendo che offre un rendimento difficile da ignorare. Chiudendo ieri a 32,55 dollari, il titolo offre un rendimento annuo del 6,3% ed offre un dividendo trimestrale di 0,51 dollari ad azione.

AT&T price chart

Ma questo succoso ritorno comporta anche dei rischi. AT&T si è affrettata a diventare un colosso dei media moderno in un periodo in cui i consumatori stanno abbandonando il via cavo per scegliere di abbonarsi ad opzioni di intrattenimento più economiche, come Netflix (NASDAQ:NFLX). Per sopravvivere in questo ambiente rivoluzionato, la compagnia lo scorso anno ha acquisito Time Warner, che comprende popolari asset di contenuti come HBO e CNN, per 85 miliardi di dollari.

Ma l’acquisizione ha fatto schizzare il debito di AT&T ed ha creato delle complicazioni operative. AT&T ha 169 miliardi di dollari di debiti netti ed ha reso noto che il 75% del debito necessario per comprare Time Warner sarà ripagato entro la fine dell’anno.

Il rendimento del dividendo di AT&T indica che gli investitori si aspettano dei tagli ai 15 miliardi di dollari destinati ai dividendi in futuro se il piano di inversione di rotta della compagnia non dovesse funzionare. Per via del crescente debito che incombe su di esso, consigliamo agli investitori di non cercare di (come si suol dire) afferrare al volo questo coltello che cade.

3. Schlumberger

Schlumberger (NYSE:SLB), il principale fornitore mondiale di servizi petroliferi, ha visto le sue azioni crollare di circa il 20% dal massimo di aprile, arrivando a 38,58 dollari alla chiusura di ieri, nei timori che le maggiori compagnie di esplorazioni petrolifere possano ridurre i propri piani di spesa tra il rallentamento della crescita e la complicata situazione delle scorte e della domanda sui mercati del greggio. Questo incantesimo ribassista ha spinto il rendimento del dividendo del titolo vicino al 6%.

Schlumberger

Il titolo, crollato di oltre il 67% negli ultimi cinque anni, potrebbe però sembrare piuttosto allettante ad alcuni investitori contrari. Il suo rendimento del dividendo annuo del 5,2% è più del doppio della media quinquennale. Ma il contesto attuale non è favorevole alle compagnie di esplorazione e produzione di petrolio e gas affinché si diano alle spese quando sono sotto pressione da parte degli azionisti per restituire il capitale. E questo, a sua volta, sta riducendo la domanda di servizi per i giacimenti, secondo S&P Global, che ha abbassato di una tacca il rating del credito di Schlumberger il mese scorso.

In questo ambiente economico e geopolitico globale così incerto, i prezzi del greggio potrebbero non sostenere i recenti rialzi. Sarebbe meglio per gli investitori evitare di entrare in questi scambi ora.

Morale della favola

Investire su titoli ad alto rendimento del dividendo non è sempre redditizio. Gli investitori dovrebbero scegliere con cura, focalizzandosi su compagnie con bilanci solidi, bassi livelli di debito e l’abitudine di ricompensare gli investitori. I tre titoli di cui abbiamo parlato non soddisfano questi requisiti.

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