Il presidente russo Vladimir Putin ha appena perso la battaglia più importante, quella del greggio, su cui l’ex Unione Sovietica ha sempre fatto forte affidamento in termini di ricavi dalle esportazioni. E con i prezzi attuali sotto 81 dollari a barile, il Cremlino vede concretizzarsi i suoi peggiori incubi. Le intese con la Cina, celebrate dal governo di Mosca, si stanno tramutando in un gioco di forza in cui Pechino sta spadroneggiando, di fatto soggiogando economicamente il partner sovietico in difficoltà.
Market Movers
Alle 9:00 conferenza stampa del presidente della BCE Mario Draghi. Alle 10:30 nel Regno Unito il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione attesi a -35.0 mila unità dal precedente a -37.2 mila per un tasso di disoccupazione che scende a 6.1% dal 6.2% della rilevazione precedente.
Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sull’indice dei prezzi alla produzione atteso a0 0.1% dal precedente a 0.0%. Alla stessa ora il dato sulle vendite al dettaglio attese in flessione a -0.1% dallo 0.6% precedente per quanto riguarda il dato aggregato, mentre per la componente core il dato è atteso stabile a 0.3%. Il dato NY Empire manifatturiero è atteso in rallentamento a 20.50 dal 27.54 della lettura precedente.
Alle 20:00 parlerà nuovamente il presidente della Banca Centrale Europea Draghi e alla stessa ora verrà rilasciato negli Stati Uniti il Beige Book.
EURUSD
Dati europei tutti con il segno meno, anche se il vero driver negativo è stato l’indice ZEW tedesco che fa registare un tonfo a -3.6 contro le attese a 1.0 e addirittura contro il precedente a 6.9 affossando letteralmente la moneta unica che torna a scambiare in area 1.2650 contro un biglietto verde ancora in crisi di forza. Non è infatti il dollaro americano a mostrare i muscoli, quanto piuttosto l’euro sotto forte pressione a causa di una situazione veramente complessa fatta di contrapposizioni intestine tra BCE e Bundesbank che tengono ostaggio l’Europa intera nella morsa dell’austerità.
GBPUSD
Destino analogo alla moneta unica lo subisce la sterlina inglese, affossata da brutti dati su inflazione e dall’indice dei prezzi delle case. Se fosse una partita di bowling, la BOE si troverebbe con uno split con due tra i peggiori incubi di Londra che tornano a tormentare l’istituto di Threadneedle Street. La risposta dei mercati è stata implacabile con il cable riportato sotto 1.5900, ben sotto la soglia psicologica a 1.60.
USDJPY
Tiene bene lo yen giapponese confermandosi la vera star della settimana di contrattazioni appena iniziata. Dopo che il rapporto con il dollaro ha raggiunto i minimi relativi in area 106.50, USDJPY si è riportato intorno a 107.20 anche sull’onda dei brutti dati giapponesi sulla produzione industriale, che tuttavia non hanno causato particolari smottamenti sul cambio che si mantiene sui minimi relativi che non si vedevano da oltre un mese. Dal punto di vista tecnico il cambio ritorna a cavallo della parte bassa del canale ribassista (grafico) confermando il processo di rafforzamento di medio periodo dello yen.