Ewald Nowotny, per gli amici “baffone”, è stato ieri il golden man di Mario Draghi. Con le dichiarazioni rese ieri circa lo scenario economico in Europa che sarà contraddistinto da “bassa crescita e bassa inflazione” per un periodo prolungato e quindi una minore richiesta di credito, ha sottolineato come il programma ABS sia tutto sommato in una situazione di stallo generato dalla stagnazione dell’offerta (domanda di finanziamenti) e come la BCE propenderà per una politica monetaria attiva per ridare respiro alla dinamica inflazionista. In un colpo solo ha riportato in auge la discussione sul quantitative easing in Europa e ha abbattuto l’Euro con la complicità involontaria di Yellen e gli ottimi fondamentali americani usciti ieri tra cui l’indice dei prezzi alla produzione che sale a 0.4% battendo le attese e resuscitando dal -0.2% della rilevazione precedente. È chiaro ormai come la BCE cerchi ogni via per fare in modo di deprezzare la moneta unica senza ovviamente metterci il proverbiale “zampino”. I tedeschi hanno più volte sottolineato la necessità di un indebolimento della moneta unica al fine di promuovere le esportazioni e far ripartire il mercato dell’export in tutta la zona Euro: un quid necessario e inevitabile che la BCE cerca di manovrare sempre da dietro le quinte.
Market Movers
Alle 11:00 l’inflazione in Europa attesa stabile allo 0.5%. Alle 14:30 negli Stati Uniti i permessi edilizi sono attesi in recupero a 1.040 milioni rispetto a 0.991 milioni della lettura precedente. Alle 16:00 sempre negli Stati Uniti l’indice Philly FED manifatturiero atteso in rallentamento a 16.0 rispetto al precedente a 17.8.
Nella notte in Giappone la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Bank of Japan alle 1:50.
EUR/USD
Prosegue la cavalcata della valchiria verde a scapito della moneta unica affossata dall’intervento di Nowotny, ma soprattutto dall’ottima performance macroeconomica degli Stati Uniti nel giorno della seconda comparizione di Janet Yellen, governatore della FED, davanti al Congresso a stelle e strisce. Da 1.3550 a 1.3520 la strada è stata breve, soprattutto dopo la rottura quasi in simultanea di livello chiave a 1.3550 e supporto variabile ribassista di medio periodo (grafico). L’evoluzione da qui è ancora piuttosto incerta, anche se la formazione di nuovi minimi prolungatamente ancorati sotto il supporto ribassista e la presenza di fondamentali americani che disegnano un’economia in ripresa lenta ma costante, dovrebbero favorire il biglietto verde anche oggi soprattutto in previsione dei permessi edilizi che dovrebbero confermare il trend positivo e il Philly FED manifatturiero che, dovesse confermare il NY Empire dell’altro ieri sorprendentemente sopra le attese, darebbe ulteriore spinta al dollaro USA fin sotto 1.35.
GBP/USD
Insomma, lasciate la sterlina in pace! Sembra di sentire l’ufficio stampa di una star del cinema. E in effetti la sterlina è la star di queste settimane. Sopo aver raggiunto 1.72 ora si sta prendendo una meritata pausa intorno a 1.7120, lateralizzando in attesa di ripartire. E con dati eccezionali provenienti dal mercato del lavoro in terra d’Albione con le richieste di sussidio che sono crollate ieri a -36.3 mila unità, Mark Carney è sempre più convinto che arriverà primo all’appuntamento con il rialzo dei tassi d’interesse. Dal punto di vista tecnico la fase di lateralizzazione sta interessando il trading range tra 1.71 e 1.7150 senza spunti particolari anche sui dati americani che sembrano influenzare poco l’economia d’oltremanica e la sua forza relativa. Argomento a parte per EURGBP che continua a far registrare minimi sempre più bassi toccando il fondo del barile ieri a 0.7890 salvo poi tornare sopra 0.79 questa mattina.
USD/JPY
Lo yen si rafforza, a sorpresa, su dati americani positivi, indice che le dinamiche legate alla valuta nipponica sono relative più all’avversione al rischio, piuttosto che associabili ad un andamento economico. Un flight to quality (tendenza alla qualità) legato anche alle tensioni tra USA e Russia, crisi in medio oriente e instabilità politica in Europa, destinato però a subire i contraccolpi poderosi della Bank of Japan che vuole mantenere il cambio stabile. E così continua l’andamento laterale, questa volta però ben ancorato all’interno del nostro canale ribassista (grafico) che sembra offrire una guida stabile. Tuttavia con i dati di oggi negli USA attesi positivi ed eventualmente migliori delle attese le pressioni sullo yen potrebbero diventare evidenti con una rottura al rialzo di USDJPY. L’outlook è quindi più improntato ad un reverse verso 102, salvo soprese.