Nel delicatissimo momento storico nel quale ci troviamo, le tensioni geopolitiche sembrano ad un punto di svolta. Sul fronte mediorientale si intensifica l’offensiva contro i terroristi dello Stato Islamico (IS) da parte della coalizione di forze guidate dagli Stati Uniti. Per la prima volta, la strategia del presidente USA Barak Obama di coinvolgere i paesi arabi moderati, sembra aver fatto presa sulle coscienze nella regione. Sul fronte ucraino invece, con l’economia russa in estrema difficoltà con il rublo che continua a indebolirsi, torna sulla cresta dell’onda una vecchia conoscenza del governo e delle carceri russe. Khodorkovosky, è stato in prigione dal 2003 al 2013 colpevole di aver finanziato l’opposizione al regime, è tornato ora alla ribalta come figura che possa abbattere un Putin politicamente debole per aver fatto collassare l’economia e ripristinare un governo stabile nel paese. Voci di corridoio lo vogliono come realistico interlocutore dell’oligarchia russa messa in ginocchio dalle sanzioni comminate alla Russia durante la guerra d’Ucraina.
Market Movers
Alle 14:30 negli Stati Uniti gli ordinativi di beni durevoli attesi in netto recupero a 0.7% dal -0.7% precedente. Alla stessa ora le nuove richieste di sussidi attese in aumento a 300 mila unità dal dato precedente a 280 mila.
In Giappone nella notte alle 1:30 il dato sull’inflazione nazionale attesa stabile al 3.4% e il dato relativo alla capitale Tokyo atteso stabile al 2.8%.
EURUSD
La moneta unica sta soffrendo particolarmente in queste ore dopo un inizio di settimana stabile. I dati americani migliori delle attese e i dati europei decisamente deludenti hanno contribuito a rafforzare il biglietto verde e trascinare verso area 1.27 il cambio EURUSD. La forte direzionalità con cui si sta muovendo è indicativa dell’idea che il mercato si è fatto delle prossime mosse di BCE e FED sul fronte quantitative easing e tassi d’interesse. Le prospettive di medio periodo rimangono dunque ribassiste anche se la velocità del ribasso è destinata a rallentare in fine di settimana.
GBPUSD
La sterlina ha lasciato il canale rialzista di medio periodo adagiandosi sul supporto fisso a 1.63, sotto di una figura rispetto ai massimi di settimana. Pesano i dati americani e l’assenza di notizie oltremanica sul cable che prova a risollevarsi dai minimi relativi toccati tre settimane fa a 1.60. La forza del biglietto verde di queste ore potrebbe continuare a farsi sentire anche nel resto della giornata.
USDJPY
Dopo una pausa di riflessione durata fino a ieri che ha riportato lo yen a 108.20 nel rapporto con il biglietto verde, è ripartita la rumba a cavallo del pacifico. Durante la notte USDJPY è tornato a quota 109.20 ritornando ad un livello di massimo relativo di settimana scorsa. La forte resistenza opposta da questo livello potrebbe spingere al ribasso USDJPY che subisce più la debolezza dello yen che la forza del dollaro.