Non esiste tregua sul fronte ucraino dopo la caduta del governo causata dall’abbandono della maggioranza da parte di due partiti di destra UDAR e Svobada. E mentre su un giornale russo d’opposizione, il Novaja Gazeta, appare un articolo dal titolo “Perdonaci, Olanda” quasi autodenunciando la Russia davanti al mondo, gli analisti riflettono sul peso che avranno le prossime sanzioni europee: qualora l’impatto sull’economia fosse considerevole, il presidente Putin dovrà irrimediabilmente fare un passo indietro. Il rialzo dei tassi d’interesse all’8% deciso settimana scorsa dalla banca centrale russa non è riuscito ad arginare le perdite sul rublo che torna a scendere ulteriormente soprattutto nel rapporto con il biglietto verde.
Market Movers della Settimana
Settimana di fine luglio abbastanza povera di dati tra cui spicca Lunedì alle 16:00 il dato americano sui pending home sales attesi a 0.4% rispetto al 6.1% della lettura precedente.
Martedì 29 alle 16:00 il dato americano CB sulla fiducia dei consumatori atteso a 85.3 leggermente superiore al precedente a 85.2.
Mercoledì 30 alle 14:15 sempre negli Stati Uniti il dato ADP sui non farm payroll attesi a 230 mila unità rispetto alla lettura precedente a 281 mila unità, seguito alle 14:30 dal PIL a stelle e strisce atteso in recupero a 3.2% rispetto al -2.9% del trimestre scorso.
Giovedì 31 alle 11:00 il dato europeo sull’inflazione atteso stabile a 0.5%. Alle 14:30 in Canada il dato sul PIL atteso 0.3% rispetto al precedente a 0.1%.
Venerdì 1 agosto alle 3:00 il dato cinese sulla fiducia del settore manifattoriero dovrebbe uscire 51.4 rispetto al precedente a 51.0 mentre la rilevazione fatta da HSBC sullo stesso dato in uscita alle 3:45 dovrebbe uscire stabile a 52.0 rispetto al precedente. Alle 9:55 il dato PMI manifatturiero tedesco previsto a 52.9 in linea con il precedente. Alle 10:30 lo stesso dato in Gran Bretagna dovrebbe mostrare un lieve rallentamento a 57.2 rispetto a 57.5. Alle 14:30 dati americani sui non farm payroll attesi in flessione a 231 mila unità rispetto al dato precedente a 288 mila per un tasso di disoccupazione stabile al 6.1%. Alle 16:00 il dato ISM manifatturiero è atteso in recupero a 56.0 rispetto al 55.3 della lettura precedente.
EUR/USD
Dopo una settimana di forte discesa la moneta unica ha aperto la giornata di contrattazione in sostanziale parità appoggiandosi intorno al livello 1.3430, poco sotto il livello chiave a 1.3450. Pesano i buoni dati americani e gli sviluppi in materia di politica estera che hanno travolto un’Europa impreparata ad affrontare una crisi così grave sul fronte ucraino e in medio oriente. L’assenza di dati europei in settimana, tranne il dato sull’inflazione e il dato PMI manifatturiero tedesco, renderanno l’Euro vulnerabile agli attacchi sull’uscita dei dati americani. Gli Stati Uniti sfoggiano infatti l’arsenale macroeconomico più congeniale tra cui PIL che dovrebbe riprendersi, comparto occupazionale con i non farm payroll e lo statement del FOMC dove la governatrice Yellen ha già mostrato la possibilità di un atteggiamento più hawkish (restrittivo ndr) dal punto di vista monetario. L’attesa è quindi pe una settimana in cui proseguirà il rafforzamento del biglietto verde, salvo sorprese particolari.
GBP/USD
Il cable, abbandonato il percorso principale in discesa (grafico), ha accelerato sui buoni dati americani. Tuttavia, l’economia inglese mantiene la sua forza e basterà il minimo passo falso oltreoceano per permettere alla sterlina di recuperare. Il territorio considerato neutro, ovvero dove si presenta un equilibrio è quello compreso tra 1.70 e 1.7050 dove è probabile avverranno gli scambi in questo inizio di settimana, salvo sorprese particolari soprattutto sul fronte mercato occupazionale USA.
USD/JPY
La risalita di USD/JPY è stata un movimento del biglietto verde, unito ad un effetto tecnico di storno dai massimi della moneta del Sol Levante toccati settimana scorsa a 101.05. Tuttavia come già sottolineato in precedenza, l’estrema lateralizzazione e il ritorno a 101.80 non sorprendono gli investitori che considerano quello compreso tra 101 e 102.50 il canalle di oscillazione standard del cambio a cavallo del Pacifico. Niente di nuovo quindi sul fronte orientale, ma con i dati americani in vista è opportuno prestare la massima attenzione a nuovi recuperi oltre quota 102.