La crisi dei mercati emergenti ha portato molti investitori a scegliere di portare i propri capitali su altri mercati (flight to quality). Tra i porti più sicuri possiamo sicuramente citare la Svizzera e il Giappone. Il franco svizzero è sempre stata una valuta particolarmente forte grazie alla stabilità dell’economia della confederazione elvetica. A sorprendere è lo yen che risulta essere una tra le divise internazionali con la migliore performance nel 2014 soprattutto sulla scia dei brillanti dati macroeconomici recentemente pubblicati. L’inflazione ha toccato i livelli massimi degli ultimi cinque anni avvicinandosi al target del 2% fissato dal governo di Shinzo Abe e dalla Bank of Japan di Haruhiko Kuroda. Benissimo anche il tasso di disoccupazione sceso sui bottom degli ultimi sei anni.
Graficamente il cambio [currencies:CHF/JPY] ha mostrato una forte accelerazione ribassista nel 2014 dopo aver toccato il 27 dicembre 2013 a 119,19 nuovi picchi degli ultimi 30 anni circa. Consideriamo la flessione ancora fisiologica sulla scia del marcato apprezzamento dai bottom del 2012. Tuttavia il movimento ribassista è arrivato a mettere pressione sul supporto in area 113, 50% del ritracciamento di Fibonacci dell’ascesa dai minimi di novembre. La rottura del suddetto riferimento potrebbe gettare le basi per una estensione del calo verso gli obiettivi situati a 111,50 e 110. Discorso diverso invece in caso di vittoria al di sopra di 115,65, preludio a un possibile allungo verso 117 e 118.