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Crollo dell’NZD per la minaccia di latte contaminato, BRL venduto

Pubblicato 10.03.2015, 10:25
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

L’USD è stato richiesto diffusamente dopo che il presidente della Fed di Dallas Fisher ha detto che l’enfasi sulle retribuzioni è pericolosa, mentre l’inflazione dovrebbe rimbalzare di pari passo con lo stabilizzarsi dei prezzi dell’energia. Quindi, secondo lui, sarebbe meglio procedere a una normalizzazione precoce e graduale, piuttosto che intervenire in ritardo con un’azione brusca. I rendimenti dei decennali USA si aggirano intorno al 2,20%, l’indice DXY ha raggiunto quota 98,196. L’S&P 500 ha guadagnato 8 dollari a New York, dopo il calo di venerdì a quota 2.037,27 USD. La ripresa dovrebbe fermarsi sui massimi di febbraio (2.120 USD) prima della prossima riunione del FOMC (18 marzo), poiché crescono le aspettative di una Fed falco.

L’USD/JPY ha spazzato via il massimo di dicembre, raggiungendo poi il nuovo massimo da 7 anni (122,03) a Tokyo, in scia ai rendimenti USA sostenuti e alla diffusa propensione per l’USD. Visto il rafforzamento del momentum positivo, riteniamo possibile un ulteriore rialzo. La prossima resistenza giace a 124,14 (massimo del 2007). I consistenti ordini d’acquisto per opzioni standard in scadenza oggi dovrebbero conferire supporto sopra 120,50/121,00. L’EUR/JPY e l’AUD/JPY hanno avuto un andamento contrastato, la debolezza di EUR e AUD si contrappone alla svalutazione dello JPY. L’EUR/JPY si è consolidato fra 131,37 e 131,87, mentre l’AUD/JPY testa la media mobile a 21 giorni (93,047) al ribasso. Una violazione sotto questo livello dovrebbe far passare il MACD in territorio negativo e segnalare un consolidamento ribassista di breve termine per la coppia.

L’EUR/USD è sceso a 1,0785. Il sentiment rimane fortemente negativo, aumentano le posizioni corte fondamentali. L’attenzione del mercato è già puntata sulla parità. Poiché la resistenza si sta rafforzando prima del livello psicologico a 1,10, le marcate condizioni d’ipervenduto (RSI al 20%) suggeriscono che una correzione sarebbe salutare prima di un ulteriore indebolimento. Le volatilità dell’EUR/CHF sono di nuovo molto basse, ciò lascia presagire che la BNS forse sta intervenendo per mantenere il livello intorno a 1,0680/07 (media mobile a 21 giorni). I future euro/franco svizzero sono saliti a 110,77 in scia alle attese di ulteriori tassi negativi dalla BNS.

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Stanotte le valute oceaniane hanno subito le perdite maggiori contro l’USD. Secondo il sondaggio NAB, a febbraio la fiducia delle imprese è scesa ai minimi da luglio 2013 e le condizioni delle aziende sono rimaste sottotono. L’AUD/USD è sceso a 0,7632 (anche per effetto della questione Fonterra), il MACD (12-26) è entrato in territorio negativo. Una violazione sotto 0,7626 (minimo 3 febbraio) dovrebbe far aumentare le pressioni a vendere prima dei dati sul lavoro di giovedì. Le barriere per le opzioni sono collocate in area 0,7700/50. Il complesso NZD è stato spremuto, dopo che la polizia ha detto che sta facendo delle indagini sulla minaccia di contaminazione di latte in polvere per neonati di Fonterra. Anche se i test non hanno mostrato prove di contaminazione, la ripresa dell’NZD è stata limitata. La coppia NZD/USD è scesa a 0,7277. S’intravede una spinta più forte verso 0,72.

L’USD/CAD è salito a 1,2648 dopo che il greggio WTI è sceso di nuovo sotto i 50 USD. I dati sul lavoro di venerdì potrebbero rivelare un ulteriore peggioramento del mercato occupazionale e ridare vigore alle speculazioni su un ulteriore taglio di 25 punti base alla riunione del 15 aprile. Una violazione sopra il livello a 1,2698 (pivot MAD e massimo 11 febbraio) dovrebbe spianare la strada verso nuovi massimi da 6 anni (>1,2800).

Altrove, l’USD/BRL si è rafforzato raggiungendo nuovi massimi (3,1321), i future sui depositi interbancari overnight si sono impennati a 13,90, perché gli operatori mettono in conto maggiori costi di finanziamento per il Brasile. La BCB ora dovrebbe procedere a un ulteriore restringimento della politica, nel frattempo montano le proteste per il susseguirsi di scandali, l’incapacità di Rousseff e del Congresso di raggiungere un compromesso sul budget, il rallentamento economico e l’accelerazione dell’inflazione. A questo punto, Rousseff è molto lontana dall’avere il supporto del mercato. Continuano le vendite di BRL, la prossima resistenza chiave giace a 3,2420 (massimo maggio 2004).

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Oggi gli operatori monitoreranno i seguenti dati: tasso di disoccupazione di febbraio in Svizzera, produzione industriale e manifatturiera m/m e a/a di gennaio in Francia; vendite al dettaglio m/m e a/a di gennaio in Spagna; IPC m/m e a/a di gennaio in Norvegia; produzione industriale m/m e a/a di gennaio in Italia; indice NFIB sull’ottimismo delle piccole imprese di febbraio, giacenze e vendite dei grossisti m/m di gennaio, dato JOLTS sulle posizioni aperte di gennaio negli USA.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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