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Draghi reagirà alle dinamiche della bassa inflazione?

Pubblicato 03.04.2014, 12:07
Aggiornato 07.03.2022, 11:10
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Alle 13:45 GMT la BCE annuncerà le sue decisioni in materia di politica monetaria e alle 12:30 GMT il presidente della BCE Draghi terrà la conferenza stampa mensile. La settimana è iniziata con le deboli cifre sull’inflazione dell’Eurozona. La stima IPC a/a per marzo è scesa dallo 0,6% allo 0,5% e la prima lettura dell’IPC primario a/a riferita allo stesso mese è scesa allo 0,8% rispetto all’1,0% di un mese fa. Sebbene il presidente della BCE Draghi continui a dire che le previsioni per l’inflazione nell’Eurozona sono ben ancorate (a differenza del Giappone degli anni Novanta), i recenti tagli dei tassi non hanno posto rimedio alle pressioni disinflattive dell’Eurozona. Eurolandia dovrà affrontare la deflazione?

Secondo Weidmann (BCE), l’Eurozona non si trova in una spirale deflattiva (vero, ma per quanto tempo?) e la BCE non dovrebbe reagire in modo eccessivo al calo dei prezzi, perché i prezzi al consumo più bassi sono in parte giustificati dalla flessione dei prezzi dell’energia e dei cibi non lavorati. Anche se l’Eurozona non si trova ancora in una spirale deflattiva, con mezzo punto percentuale in più s’inizierebbe a parlare di deflazione. L’esperienza insegna che combattere la deflazione non è impresa facile (il Giappone lotta da più di dieci anni contro il rallentamento dei prezzi!).

A questo punto siamo curiosi di sapere cosa dirà Draghi sull’inflazione ai minimi da quattro anni, a dispetto di tassi ai minimi storici (tasso principale di rifinanziamento allo 0,25% e tasso sui depositi allo 0,00%). Sappiamo già che, se necessario, la BCE è disposta a utilizzare strumenti di liquidità aggiuntivi, quali LTRO, OMT e potrebbe addirittura considerare tassi negativi sui depositi. Ma Draghi sa anche che, da sola, la politica monetaria non basterà, viste le profonde differenze fra le politiche fiscali dei paesi dell’Eurozona. I mercati per lo più escludono la possibilità di un intervento accomodante dalla riunione della BCE di oggi. Il rischio, però, non è del tutto inesistente. L’EUR/USD è sceso a 1,3755 in Asia (lievemente sopra il 23,6% di Fibonacci sul rally di novembre-dicembre), gli operatori sono restii ad andare lunghi sull’euro prima della riunione della BCE. Sebbene il quadro tecnico rimanga ribassista, il complesso EUR è soggetto a volatilità bidirezionale. L’inazione della BCE (e un Draghi fiducioso) dovrebbe innescare un rally di sollievo sui cross con l’EUR. Sul grafico EUR/USD, una violazione sopra la media mobile a 21 giorni (resistenza settimanale) dovrebbe ridare vigore ai tori dell’EUR prima del dato NFP. Gli ordini d’acquisto per le opzioni in scadenza oggi si susseguono sopra 1,3785, mentre le pressioni a vendere dovrebbero intensificarsi sotto 1,3725 (minimo di reazione dopo la pubblicazione dell’IPC e minimo settimanale).

Accelera l’inflazione in Turchia, reazione del mercato contenuta

A marzo, i prezzi al consumo m/m in Turchia hanno subito un’accelerazione dallo 0,43% all’1,13%, e dal 7,89% all’8,39% a/a. L’IPC primario è lievitato dall’8,43 al 9,32%, livello massimo da aprile 2007. Le incertezze che hanno preceduto le elezioni e il subbuglio politico e sociale hanno fatto aumentare le previsioni d’inflazione a marzo, visto il rischio di svalutazione della TRY. Ora che le elezioni amministrative sono alle nostre spalle (anche se continuano le discussioni su “chi ha vinto”), i nervosismi attorno alla TRY dovrebbero affievolirsi, per lo meno nel breve periodo. Dopo le elezioni, il rally della TRY ha fatto salire la divisa ai massimi di fine 2013 contro l’USD. Se la forza della TRY rimarrà intatta, il miglioramento della fiducia degli investitori e la flessione dei prezzi dell’energia dovrebbero contribuire a raffreddare le pressioni al rialzo sui prezzi dei cibi non lavorati, legate al rischio di siccità nei prossimi mesi.

Nei prossimi giorni, il rally del dopo-elezioni della coppia USD/TRY dovrebbe subire un rallentamento, perché USD/TRY e EUR/TRY si avvicinano a condizioni d’ipervenduto (RSI a 30 giorni rispettivamente al 32,2% e al 31,8%). Il supporto psicologico dovrebbe tenere a 2,1000 contro l’USD. Inoltre, e questo è ancora più importante, se l’obiettivo della Banca Centrale di Turchia (BCT) è combattere l’attuale deficit delle partite correnti, la lira sotto 2,1000 farebbe svanire le aspettative di un intervento aggressivo da parte della BCT, che farebbe riscendere l’USD/TRY ai livelli intorno alla media mobile a 100 giorni (attualmente a 2,1567). Per tutto aprile discrete barriere per le opzioni si susseguono sotto 2,2000. Viste le attuali circostanze, se le attese sulla Fed rimarranno equilibrate, secondo noi la BCT non ricorrerà ai suoi strumenti di restringimento della liquidità a sostegno della lira (ad es. il pagamento di interessi su asset in TRY come riserva obbligatoria).

chart

EURUSD EURUSD Ieri l'EUR/USD si è indebolito rompendo la linea di tendenza a breve termine. Inoltre, la linea di tendenza discendente continua a favorisce una propensione ribassista. I supporti chiave si attestano a 1,3705 e a 1,3643. Le resistenze si attestano a 1,3847 (massimo 25/03/2014, vedasi anche la linea di tendenza in calo), e a 1,3876. La riunione della BCE di oggi è destinata ad aumentare la volatilità infragiornaliera. Nel medio termine la violazione del supporto a 1,3834 (minimo 11/03/2014, si veda anche il canale ascendente), associata alle condizioni generali d’ipercomprato, favoriscono un movimento al ribasso, verso il supporto a 1,3643. Il massimo recente a 1,3967 costituirà, probabilmente, una robusta resistenza.

GBPUSD GBPUSD La GBP/USD si muove lateralmente dopo la recente ascesa. Tuttavia, lo slancio di breve termine resta positivo finché reggerà il supporto orario a 1,6598 (minimo 28/03/2014). Resistenze orarie possono essere ubicate a 1,6684 e a 1,6718. Un altro supporto orario si attesta a 1,6555 (minimo 27/03/2014). In un’ottica di più lungo termine, i prezzi continuano a muoversi in un canale ascendente. Di conseguenza resta alla ribalta una propensione ascendente finché reggerà il supporto a 1,6460. Un altro supporto chiave si attesta a 1,6220 (minimo 17/12/2013).

USDJPY USDJPY L'USD/JPY ha rotto la resistenza a 103,76. Un'altra resistenza orizzontale si attesta a 104,92 (massimo 16/01/2014). Monitorate i supporti orarie a 103,59 (minimo 02/04/2014) e a 103,44 (massimo 31/03/2014), con l'attuale aumento che pare essere iperesteso nel breve periodo. È agevolata una propensione rialzista di lungo periodo finché regge l'area di supporto chiave data dalla media mobile a 200 giorni (attorno a 100,66) e a 99,57 (vedasi anche la linea di tendenza ascendente dal minimo a 93,79 (13/06/2013). Un’importante resistenza si attesta a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USDCHF L'USD/CHF ha registrato un rimbalzo vicino al supporto implicato dalla linea di tendenza ascendete. Monitorare la resistenza chiave a 0,8896. I supporti orari si attestano a 0,8814 (minimo 01/04/2014) e a 0,8787. Un'altra resistenza chiave si attesta a 0,8930. In una prospettiva di più lungo respiro la struttura in atto, da 0,9972 (24/07/2012), viene vista come una grande fase correttiva. I recenti miglioramenti tecnici suggeriscono un indebolimento delle pressioni di vendita. Una resistenza chiave si attesta a 0,8930.

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