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E' finita la bolla inflattiva

Pubblicato 20.12.2023, 08:53
BAC
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Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante” (Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi)
La bolla inflattiva è finita. I segnali sono tanti, non ultima la dichiarazioni di François Villeroy de Galhau, membro del Consiglio Direttivo della Bce, secondo il quale i tassi verranno tagliati a un certo punto nel 2024 dopo essere rimasti sui livelli attuali per un periodo sufficientemente lungo da garantire la sconfitta dell’inflazione. Anche il prezzo del gas sulla Borsa di Amsterdam continua a scendere tornando sui prezzi del 2020 mentre la volatilità è sui minimi, sotto la soglia psicologica di 13 punti. Attenzione però a differenza degli Usa, il primo taglio dei tassi in Europa arriverà probabilmente nella second parte dell’anno. Il mandato di Christine Lagarde ha un perimetro diverso rispetto a quello della Fed. Aspetto che ha sempre posto le decisioni di politica monetaria della Bce in ritardo rispetto ai movimenti dell’economia reale. In questo contesto Wall Street viaggia verso nuovi record. L’S&P 500 è a un passo dal top storico del gennaio 2022. A gettare benzina sul fuoco del rally il calo del rendimento del T-bond a 10 anni sotto il 4%. Secondo un sondaggio di Bank of America (NYSE:BAC), l’ottimismo è ai massimi dal gennaio 2022, gli investitori stanno sovrappesando le azioni rispetto al cash come non accadeva da quasi 2 anni. Unico neo il prezzo del petrolio tornato sui massimi da inizio mese in conseguenza delle tensioni geopolitiche nel Mar Rosso, diventato il nuovo campo di battaglia nel conflitto tra Israele ed Palestina. Da quel punto passa il 12% del commercio mondiale e il 30% del commercio mondiale. Gli Usa si sono messi alla guida di una coalizione anti pirateria ma i benefici ancora non si sono visti.

Il Patto non sarà a Natale

Molto difficilmente l’Ecofin di fine anno troverà un accordo sul nuovo Patto di Stabilità. Tutto rinviato a gennaio ma non ci sarà più la Spagna a mediare le posizioni in campo cedendo il testimone alla nuova presidenza del Belgio. In questa prospettiva aumentano le probabilità che si rafforzi la posizione tedesca ovvero di assoluto rigore, a cominciare dal ritorno a misure di austerity automatiche il cui faro è la clausola salvaguardia. Chi tra i Paesi dell’Unione avrà un deficit eccessivo dovrà ridurlo all’1%, pensiamo ad esempio che l’Italia oggi supera il 5%, e se non cambia nulla la prossima legge di bilancio, ovvero quella del 2025, dovrà allinearsi a questo obiettivo. Il punto di equilibrio dovrebbe essere lo scomputo dal deficit degli interessi sui debiti contratti per investimenti nella transizione ecologica. Questa almeno è la posizione del nostro Paese e della Francia e su cui si dibatterà molto in occasione della campagna elettorale delle elezione europee di giugno. Uno scenario che non preoccupa gli operatori: ieri il rendimento del BTP a 10 anni è sceso sotto il 3,7% mentre lo spread sotto i 170 punti.

Le banche italiane sono nella media, finalmente

Enrico Enria, Presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, ha rilasciato una serie di dichiarazioni in occasione del rilascio degli Srep, ovvero i test di affidabilità sulle banche europee. A sorpresa gli istituti italiani mostrano risultati in linea con la media dell’Unione Europea sia sul piano della patrimonializzazione (e storicamente non è mai stato così) che della gestione di rischio di portafoglio. Sopra la media invece la redditività. Ma non mancano le raccomandazioni: attenzione al rischio di liquidità, prossime scadenze di rimborso delle operazioni straordinarie della Bce ovvero le TLTRs con il conseguente aumento del costo del funding soprattutto per le operazioni di rifinanziamento, ed infine rischio di crisi del mercato immobiliare. Enria ha sottolineato la forza delle banche europee rispetto a situazioni di crisi improvvisa come avvenuto in Usa a inizio 2023 nel caso della Slicon Valley Bank. Per questo nonostante il probabile calo dei tassi di interesse nel corso del 2024, che impatta negativamente sui profitti, questa categoria di titoli potrebbe continuare ad essere apprezzata dagli investitori con un impatto positivo per Piazza Affari, listino dove il peso sull’indice da parte dei titoli finanziari è molto elevato. Tra i punti di forza le politiche di remunerazione degli azionisti in termini di dividendo e buy back.

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Ultimi commenti

Inflativa, deflativa... ancora questi errori........
Va tutto bene. Ok
Il patto di stabilità l’hanno appena approvato
articolo ormai vecchio... non ci a z. ze c ca mai
Ma quelli che scrivono 'non è finita' che dati guardano?! Qua ci stiamo avviando verso una bolla deflattiva casomai, con la cina che esporta deflazione verso l'europa e a sua l'europa l'esporterà verso gli stati uniti..
Guardano ai dati storici. Non è mai esistito in duecento anni un picco solitario di inflazione y/y
Revients les temps
non è finita!!
Non è vero
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