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Eur/Usd si riduce la volatilità in area 1,1320

Pubblicato 03.02.2015, 07:05
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014

Nella prima seduta del mese di febbraio, è stato pubblicato in Europa il nuovo indice Pmi manifatturiero relativo al mese di gennaio, salito a 51 punti rispetto a 50,6 punti del mese di dicembre. Si tratta del più alto livello da sei mesi. Il dato è conforme alla stima preliminare. Ricordiamo che un valore superiore a 50 punti segnala una crescita dell'attività manifatturiera mentre un valore inferiore indica una contrazione. Per quanto riguarda i principali Paesi della zona euro l'indice PMI è salito in Francia da 47,5 a 49,2 punti, in Italia da 48,4 a 49,9 punti e in Spagna da 53,8 a 54,7 punti. L'indice PMI per la Germania è sceso da 51,2 a 50,9 punti. Mentre dall’altra parte dell’oceano, il Dipartimento del Commercio ha annunciato oggi che le spese per consumi (Personal Spending) sono calate negli Stati Uniti a dicembre dello 0,3%. Si è trattato del più forte calo dal 2009. Gli economisti avevano previsto un calo dello 0,2%. Il dato di novembre è stato rivisto al ribasso, da +0,6% a +0,5%. Il reddito personale (Personal Income) è cresciuto a dicembre dello 0,3%. Il dato è conforme alle previsioni degli esperti. Il PCE core, uno degli indicatori più seguiti dalla Federal Reserve per monitorare l'inflazione, ha registrato una variazione nulla. Anche questo dato è in linea con le stime del consensus. Su base annua il core PCE è salito dell'1,3%. La banca centrale statunitense tollera, non ufficialmente, una crescita dell'inflazione da anno ad anno tra l'1% ed il 2%. Infine è stato elaborato il nuovo indice Ism manifatturiero, sceso a gennaio, rispetto a dicembre, da 55,1 a 53,5 punti. Si tratta del più basso livello da un anno. Gli economisti avevano previsto un calo a 54,7 punti. Ricordiamo che un dato superiore a 50 punti indica una crescita, mentre un dato inferiore segnala una contrazione del settore manifatturiero statunitense. Il sottoindice relativo ai nuovi ordini è sceso lo scorso mese, rispetto a dicembre, da 57,8 a 52,9 punti, quello relativo alla produzione da 57,7 a 56,5 punti, quello relativo ai prezzi pagati da 38,5 a 35 punti e quello relativo all'occupazione da 56 a 54,1 punti. Il sottoindice relativo alle scorte di magazzino è salito da 45,5 a 51 punti. Dal punto di vista valutario, l’euro ha avviato la settimana con un piccolo cenno rialzista mantenendo le quotazioni all’interno di un range di valori forniti dalla chiusura e apertura della candela rialzista di martedì 27 gennaio tra 1,1380 ed 1,1230 la quale funge da mother candle. La coppia nelle ultime sedute non si discosta da 1,1320, situazione che è riconducibile ad una volatilità molto limitata, soprattutto se andiamo a confrontarla con il movimento ribassista (candele short del 22 e 23 gennaio) che ha toccato la punta minima lunedì scorso a 1,1114, subito dopo la riunione della Bce quando è stato sancito l’inizio del Quantitative Easing in salsa europea. Ovviamente per attendere i primi risultati del programma di acquisti dei titoli di stato bisognerà attendere la prossima estate, ed in particolare bisognerà verificare l’effetto che avrà sortito il programma di QE sull’inflazione. Inoltre nell’ultime sedute a guidare i movimenti della coppia euro contro dollaro, sono stati anche il risultato delle elezioni greche e la riunione della Fed. Tornando al quadro tecnico su un intervallo di tempo giornaliero, nonostante la situazione resta praticamente in stand by, ovvero da diverse sedute le quotazioni continuano a muoversi intorno a 1,1320, la struttura del sentiment generale resta sempre in direzione short, situazione che tra l’altro è evidenziata anche dai vari indicatori che uso abitualmente nell’analisi tecnica, infatti le candele si mantengono al di sotto di tutte e tre le medie mobili esponenziali, posizionate a cascata dalla più lenta (linea verde) alla più veloce (linea turchese) con inclinazione diretta al ribasso. L’area da tenere sotto stretta osservazione nelle prossime sedute resta quella tra 1,1150 ed 1,1100, ovvero la zona dell’ultimo minimo assoluto raggiunta dalla major, la quale se verrà confermata il suo superamento potremmo assistere ad un ulteriore affondo con prima zona di atterraggio intorno alla parità tra le due valute. Eur/Usd

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