Il piano di salvataggio da 4,9 miliardi di euro del Banco Espirito Santo, messo in atto su decisione della Commissione europea ha rasserenato gli animi. Gli investitori, dopo aver analizzato attentamente la situazione macro economica americana durante il fine settimana a mercati fermi, in virtù della pubblicazione dei non farm pay roll superiore alle 200K unità e tasso di disoccupazione invariato al 6,1%, hanno capito che le linea guida future impostate dalla Fed non cambieranno. In pratica non ci sarà nessun tentennamento. Inoltre, la correzione del comparto azionario, generata dalla capacità da parte della Federal Reserve la quale si sta posizionando verso un piano di normalizzazione, è vista da parte degli addetti ai lavori come un flessione tecnica e non come l’inizio di un vero e proprio calo. Nonostante il miglioramento della crescita e segnali di un restringimento concreto dell’inflazione, l’aggiustamento del tasso d’interesse è ancora lontano. Dal punto di vista fondamentale o strutturale non è cambiato nulla. Molto probabilmente nelle prossime settimane la numero una della Fed, Janet Yellen si pronuncerà a favore di una graduale normalizzazione, anche se gli acquisti di asset si fermeranno. Dal punto di vista macro economico, anche oggi la giornata sarà priva di dati economici importanti, fatta eccezione per l’indice Ism in uscita subito dopo pranzo, il quale dovrebbe raggiungere il massimo da 11 mesi a questa parte, il momento rialzista della valuta americana dovrebbe riprendere fiato; anche per quanto riguarda il contesto europeo, non ci sono in uscita dati importanti, fatta accezione per le vendite al dettaglio. L’attenzione da parte degli addetti ai lavori, sarà concentrata sul finire della settimana, dove giovedì la Bce si pronuncerà sui tassi di interesse. Al momento essendo l’inflazione europea inferiore rispetto all’obiettivo del 2%, è opinione comune che la BCE manterrà invariata la politica monetaria. Ciò sposterà le attenzioni sulla consueta conferenza post-tassi di Mario Draghi. Il chairman si è pronunciato sempre, soprattutto nelle sue ultime uscite ufficiali, contro l’euro. Quindi se manterrà questa sua condotta anche per la prossima volta, potrebbe andare a colpire la moneta unica contro il dollaro americano e la sterlina, inoltre potrebbero beneficiarne gli indici europei. Mentre, nel caso in cui Draghi sarà più accomodante sull’easing e abbastanza ottimista sul futuro, allora si potrebbe innescare un rimbalzo della moneta unica. Dal punto di vista tecnico – grafico, ieri abbiamo assistito ad un a giornata inside senza grosse pretese, nel senso che la volatilità e stata minima concentrata in poco più di una ventina di punti. Molto probabilmente anche oggi la giornata sarà una fotocopia di quella di ieri, in virtù anche dell’assenza di dati macroeconomici di primaria importanza. Come si evince dal daily chart, la major si trova tra due livelli statici, uno che funge da resistenza posizionato a 1,3455 che dovrebbe bloccare possibili ripartenze rialziste future; ed un altro a 1,3320 prossimo “floor”, il quale se superato spingerebbe la coppia verso il basso. La vision, sia su base weekly che daily, resta ribassista, quindi è preferibile entrare a mercato seguendo la marea principale a rottura dei minimi di periodo ad 1,3380.