L’ottima performance proveniente dall’ultima lettura relativa alla crescita economica degli Stati Uniti, ha maggiormente contribuito ad alimentare da parte degli operatori, un rialzo anticipato dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. Ma da un’attenta lettura dell’ultimo bollettino ufficiale del Fomc, la maggior parte dei governatori hanno cercato di allontanare le ipotesi di un rialzo anticipato del costo del denaro in quanto il mercato del lavoro non è ancora in salute, ed in particolare il tasso di crescita dei salari, al momento vicino al 2%, è ancora troppo basso per far fronte le aspettative inflattive di medio termine ed è molto lontano dal target del 4%, prospettato dalla Fed. Inoltre, anche gli ultimi dati relativi all’andamento del mercato del lavoro statunitense hanno accentuato ancora di più l’allontanamento di un rialzo anticipato dei tassi di interesse. Secondo il Bureau of Labor Statistics ha comunicato che, nel mese di luglio, sono stati creati 209 mila posti di lavoro, dato inferiore alle aspettative del consensus che era di 230 mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito al 6,2% dal 6,1% del mese precedente. Molto ridotte le revisioni delle cifre dei mesi precedenti (maggio rivisto al rialzo dal +224k a +229k, giugno da +288k a +298k). Poco mossi anche i tassi di disoccupazione dei vari gruppi, giovani (20,2%), donne (5,7%), uomini (5,7%), asiatici (4,5%), ispanici (7,8%). Buono il contributo di creazione di posti di lavoro del settore dei servizi (+47k), del comparto manifatturiero (+28k) e del settore delle costruzioni (+22k). Nel trambusto delle dinamiche macro economiche che hanno accompagnato l’ultima ottava della settimana appena trascorsa, ovviamente è stata influenzata anche la coppia in assoluto più tradata del panorama valutario, EUR/USD. Per quanto riguarda il dollaro americano la settimana è stata “double face”, ovvero, nelle prime sedute, abbiamo assistito ad una crescente fase di apprezzamento, la quale ha perso vigore nell’ultimo giorno a causa dei dati negativi provenienti dal mercato del lavoro statunitensi. Mentre, sul fronte europeo la moneta unica ha subito un graduale processo di indebolimento a causa degli eventi macro economici avversi, della crisi geopolitica in Ucraina e del default della banca portoghese Banco Espirito Santo. Tale situazione, ha aumentato la volatilità tra le forze in campo, con un alternanza tra piccole fasi di consolidamento piuttosto contenute e fiammate al ribasso abbastanza regolari dal punto di vista tecnico; mentre solo nell’ultimo giorno abbiamo assistito solo ad una semplice fase di lateralità. Sempre su base daily notiamo che il movimento rialzista dell’ultima giornata non ha segnato un’ulteriore minimo inferiore rispetto alla giornata di giovedì scorso ma addirittura abbiamo assistito ad un aumento dei volumi con una chiusura molto vicina all’apertura; ciò fa presupporre a possibili pullback long tecnici per l’inizio delle prime sedute della prossima settimana. Ovviamente, siccome la vision è sempre ribassista sia su base weekly che daily, è preferibile entrare a mercato seguendo la marea principale a rottura dei minimi di periodo ad 1,3380.