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Morning adviser, il quarto taglio di Draghi

Pubblicato 03.05.2013, 09:06
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Dunque la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento a favore delle banche commerciali al minimo storico dello 0,50%, dopo l’ultima analoga variazione di 25 punti base risalente all’inizio del luglio 2012.

Ancor più sostanziale è stata la riduzione del tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali dove si è passati dall’1,50% all’1% mentre è rimasto invariato il tasso sui depositi che le banche parcheggiano presso la BCE. Il famoso corridoio dei tassi vede ora perciò una importante riduzione all’interno dei tre gradini equidistanti 0, 0,50% e 1%.

Lo stesso Presidente Draghi nell’ultimo meeting aveva paventato l’ipotesi di un possibile taglio in relazione all’andamento dei fondamentali (che ovviamente non potevano che deteriorarsi) e così le aspettative di molti operatori sono state rispettate nel momento in cui l’ultimo baluardo finora contrario rispetto alla riduzione dei tassi era legato all’inflazione (ricordiamo che per statuto la BCE è tenuta ad assicurare la stabilità dei prezzi), senza però che questa motivazione potesse più reggere nel momento in cui l’ultima rilevazione dell’Indice dei Prezzi al Consumo dell’Eurozona ha fatto segnare una contrazione fino all’1,2%.

Gli effetti di questa manovra, che avrà decorso dal prossimo 8 maggio, saranno quelli di facilitare il trasferimento di risorse dai lenders (le banche) agli operatori economici, cioè famiglie e imprese, e quindi restituire linfa vitale al sistema economico reale strangolato dalle politiche di austerity che ne hanno incrementato la pressione fiscale e reso difficoltoso quando non impossibile l’accesso al credito per far fronte ai costi, finanziare nuovi investimenti e onorare debiti in essere.

La riduzione del tasso di riferimento, quello in gergo definito per le operazioni di rifinanziamento, si paleserà infatti nella decrescita dei tassi Euribor (su tutte le scadenze logicamente) cioè quelli a cui sono legati la quasi totalità dei prestiti che gli istituti di credito erogano a persone e aziende in un momento in cui, come ha affermato lo stesso Banchiere Centrale, questi ultimi hanno registrato un aumento della percezione del rischio che ha condotto ad una frammentazione del sistema del credito rendendo di fatto farraginoso il meccanismo di trasmissione della liquidità al tessuto economico, cioè consumatori e imprese.

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Per questo motivo la BCE ha deciso di prolungare fino alla metà del 2014 le aste per fornire liquidità illimitata a scadenza trimestrale per la quale verranno effettuate tre aste straordinarie di rifinanziamenti agevolati di prestiti a tre mesi a favore delle banche; queste ultime inoltre, e il policy maker è stato possibilista su questa ipotesi, potrebbero vedere la liquidità in eccesso che depositano in overnight presso la BCE non solo non remunerata ma addirittura da pagare in quanto proprio lo 0% (primo dei tassi che formano il corridoio) potrebbe divenire negativo, rendendo inescusabile per le banche il fatto di non prestarsi soldi e di non concederli al sistema produttivo se non a condizioni francamente difficili.

E’ necessario infatti spezzare quel vizioso circolo per il quale le banche che beneficiano dell’enorme liquidità messa in campo dalla BCE nelle operazioni di LTRO, e parliamo di oltre mille miliardi di euro, non facciano altro che riempirsi la pancia di titoli di stato dei Paesi periferici dell’Eurozona che offrono alti rendimenti e presentano un rischio paese sostenibile, accontentando nel contempo gli Stati che vedono i loro titoli di debito interamente finanziato e a tassi di rendimento inferiori senza che però tutto ciò comporti alcun beneficio diretto a chi davvero può rilanciare l’economia e cioè consumatori e imprese (che potrebbero così assumere e ridurre la disoccupazione che lo stesso Draghi ha definito drammatica).

Tornando ad una logica pratica e per noi maggiormente d’interesse, la giornata di ieri dal punto di vista dei prezzi ed in particolare quello dell’Eurodollaro ha vissuto due momenti: il primo di iniziale “entusiasmo” successivo alla notizia sul taglio che ha visto tentativi di superamento al rialzo dell’1,32, per lasciare poi spazio a pesanti vendite (più logiche da un punto di vista tecnico) sulla Press Conference di Draghi che hanno rotto i supporti a 1,3160, 1,3120 e 1,3080 fino a incagliarsi contro l’1,3040.

Ma oggi potremo vedere simili scossoni sul mercato in quanto vi saranno le pubblicazioni dei Non Farm Payrolls e del Tasso di Disoccupazione Usa, market mover per eccellenza e che potrebbero farci assistere ad approfondimenti al ribasso per il cambio principe nel momento in cui il dato dovesse rivelarsi migliore delle attese (+144mila unità) e il deludente dato precedente (88k) dovesse essere ritoccato al rialzo; questo secondo la recente logica che sta premiando una valuta, in questo caso il dollaro americano, sulle release positive degli Stati Uniti, penalizzandolo invece nel caso opposto.

EUR/USD
Grande volatilità per il cambio ieri che, come detto su, ha inizialmente provato a rompere le prime resistenze a 1,32 per poi essere venduto in maniera strutturale fino all’importante livello di supporto di 1,3040. Il quadro tecnico di breve vede ora la formazione di una congestione che ha in 1,3070 il suo limite superiore e che appare ancora di orientamento discesista. L’area di 1,3040 rappresenta un fortissimo supporto, come dimostra l’appiattimento delle medie mobile sul grafico giornaliero, e un suo eventuale superamento potrebbe portare a strappi importanti per operatività in breakout fino all’1,2965. Possibili salite potremmo averle, in intraday, fino a 1,3080 che se dovesse essere valicato vedrebbe l’1,3120, l’1,3160 e soprattutto l’1,32 come le successive resistenze.

USD/JPY
Impressionante il rialzo del cambio arrivato pochi minuti dopo la decisione della BCE, su commenti del Governatore della Bank of Japan Kuroda che avrebbe riaffermato la necessità delle straordinarie misure messe in campo dall’Istituto. Rotto perciò il triangolo di congestione con il superamento di 97,40, è stato quasi perfetto il test di 98,40 per fisiologiche e immediate prese di profitto consolidatesi attorno alla soglia psicologica di 98. Sul grafico orario si nota ora bene un rettangolo utile per ordini OCO in violazione della figura, con maggiore spazio al rialzo per riprese di 98,40 ed estensioni a 98,85 e 99. Il superamento al ribasso delle medie mobili esponenziali a 21 e 100 periodi sul grafico orario sotto 97,85 ci farebbe riguardare nuovamente a 97,30 e 97.

EUR/JPY
Letteralmente folle la price action dell’euroyen, che nel pomeriggio ha beneficiato dell’impressionante rialzo di USD/JPY, ed è andato così a violare al rialzo il triangolo venutosi a formare dai massimi a 130,50, per poi rientrare andando a testare la parte bassa della figura a 127,70. Anche qui il range di oscillazione del prezzo è andato drasticamente a ridursi generando i presupposti per ulteriori strappi di volatilità in grado di portare i prezzi fuori dapprima di 128,30 e soprattutto 128,50 per target a 129,10 con 129,90 come riferimento superiore. Sotto 127,65 ampio spazio invece fino ai supporti a 127,15 e 126,75.

GBP/USD
Price action molto precisa del cable che ha ben ritracciato dopo essere rimbalzato sulla soglia psicologica di 1,56, ritracciamento al 50% di Fibonacci del trend discesista dall’1,63 all’1,48. Ancora in atto al divergenza ribassista con l’oscillatore stocastico del grafico a 4 ore che potrebbe riportare il cambio in area 1,55 con estensioni a 1,5475. Sul grafico orario appare infatti chiara la dinamica della media esponenziale a 21 periodi che dapprima ha accompagnato nei retest il percorso rialzista e che ora si sta trasformando in resistenza dinamica a contenimento del presso. Sopra l’1,5545 si può tornare bullish per target sui massimi relativi a 1,56.

AUD/USD
Punti di minimo toccati ma non superato per l’aussie che è andato a testare l’1,0230 per poi precisamente rimbalzare anche se non in maniera particolarmente significativa sulle prime resistenze in area 1,0285. Il grafico a 4 ore mostra una divergenza inversa rialzista con l’oscillatore stocastico (non inserita nel suo ideale contesto di trend però), tradabile a partire dal superamento della media a 21 periodi per obiettivi a 1,0355. Un mancato perforamento dell’1,0285 potrebbe portare al contenimento dei prezzi verso appunto i minimi relativi a 1,0230.

Davide Marone
DailyFX Analyst



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