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Greggio WTI in calo tra le aspettative di un aumento delle scorte USA

Pubblicato 03.06.2015, 09:19
© Reuters.  Futures del greggio WTI in calo, previsto un aumento delle scorte USA
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Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate sono in calo questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della seduta mostrino che le scorte di greggio USA sono aumentate ad un tasso maggiore del previsto la scorsa settimana.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a luglio scende di 55 centesimi, o dello 0,91%, a 60,70 dollari al barile negli scambi della mattinata europea. Il prezzo resta in un range che va da 60,64 a 61,25 dollari.

Ieri, i futures del greggio Nymex sono saliti a 61,58 dollari, il massimo dal 18 maggio, prima di chiudere a 61,26 dollari, con un'impennata di 1,06 dollari, o dell'1,76%, per via dell’indebolimento del dollaro che ha sostenuto i futures.

Il report governativo di oggi dovrebbe mostrare che le scorte di greggio statunitensi sono diminuite di 1,7 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le scorte di benzina dovrebbero essere aumentate di 0,6 milioni di barili.

Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha dichiarato che le scorte di greggio statunitensi hanno visto un incremento di 1,8 milioni di barili nella settimana conclusasi il 29 maggio, il secondo aumento settimanale consecutivo.

Secondo l’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI), il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti è diminuito di 13 unità la scorsa settimana, a 646. Si tratta del venticinquesimo calo settimanale consecutivo e del maggiore delle ultime quattro settimane.

I traders hanno seguito con attenzione la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a luglio scende di 29 centesimi, o dello 0,45%, a 65,20 dollari al barile. Ieri, il greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è salito di 61 centesimi, o dello 0,94%, a 65,49 dollari.

I traders del greggio attendono un importante vertice dell’OPEC che si terrà nel corso della settimana a Vienna. Durante il vertice, si prevede che l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio mantenga invariati i livelli di produzione sopra i 30 milioni di barili al giorno, nonostante si tema per l'eccesso delle scorte globali.

Lo spread tra il Brent ed il WTI è di 4,50 dollari al barile, contro i 4,23 dollari segnati alla chiusura di ieri.

Sul mercato delle valute, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta al minimo di oltre una settimana di 96,05.

Il biglietto verde si è indebolito in seguito ai dati di ieri secondo cui gli ordinativi alle fabbriche si sono ridotti dello 0,4% ad aprile, contro le aspettative di un aumento dello 0,2% Su base annua, gli ordinativi alle fabbriche si sono ridotti del 6,4%, il sesto calo mensile consecutivo.

I dati inaspettatamente deboli hanno scatenato nuovi timori per le prospettive di crescita economica del secondo trimestre, dopo i dati del mese scorso che hanno mostrato che l'economia statunitense ha subito una contrazione dello 0,2% nel primo trimestre.

Nel corso della giornata, gli USA pubblicheranno il report ADP sull’occupazione per il mese di maggio, mentre l’ISM rilascerà il report sull’attività del settore dei servizi.

I traders attendono inoltre il report di venerdì sull’occupazione non agricola USA per avere maggiori indicazioni sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve.

Se il report dovesse risultare positivo, aumenteranno le aspettative sulla tempistica di un aumento dei tassi da parte della banca centrale, mentre se i dati dovessero essere deludenti si ridurrebbero le speranze di un aumento anticipato dei tassi.

Intanto, le speranze che la Grecia possa presto raggiungere un accordo con i creditori internazionali continuano a sostenere l’euro.

La Grecia dovrà restituire al Fondo Monetario Internazionale 305 milioni di euro entro venerdì ma ha dichiarato che potrebbe non riuscire a pagare se non dovesse essere raggiunto l’accordo entro la scadenza.

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