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Impennata dell’1% del greggio WTI, si spera nel calo delle scorte USA

Pubblicato 20.05.2015, 09:55
© Reuters. Futures del greggio WTI in salita in attesa dei dati settimanali sulle scorte
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Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate sono positivi questo mercoledì, tra le speculazioni che i dati settimanali sulle scorte, previsti nel corso della seduta, mostrino una riduzione delle scorte di greggio USA ad un tasso maggiore del previsto la scorsa settimana.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a giugno subisce un’impennata di 78 centesimi, o dell’1,35%, a 58,77 dollari al barile negli scambi della mattinata europea. I futures restano in un range che va da 58,11 a 58,73 dollari.

Ieri il prezzo del greggio Nymex è crollato di 2,25 dollari, o del 3,74%, a 57,99 dollari per via del dollaro forte.

Il report governativo di oggi dovrebbe indicare che le scorte di greggio sono diminuite di 1,0 milioni di barili la scorsa settimana, mentre le scorte di benzina dovrebbero essere salite di 0,8 milioni di barili.

Alla chiusura dei mercati ieri, l’American Petroleum Institute, un gruppo del settore, ha dichiarato che le scorte di greggio USA sono diminuite di 5,2 milioni di barili nella settimana terminata il 15 maggio.

Nelle ultime settimane, i futures del greggio statunitensi sono rimasti supportati dal momento che la riduzione degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti ha alimentato le speranze che la produzione di petrolio di scisto abbia toccato il culmine e possa iniziare a scendere nei prossimi mesi.

Secondo quanto dichiarato dall’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI), il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti si è ridotto di 8 unità a 660 la scorsa settimana, il ventitreesimo calo settimanale consecutivo ed il minimo dal settembre del 2010.

I traders del greggio hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.

Tuttavia, secondo gli analisti dei mercati, la recente impennata sul mercato del greggio potrebbe spingere alcuni produttori a regolare la produzione se i prezzi dovessero restare superiori ai 60 dollari al barile.

Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a luglio schizza di 94 centesimi, o dell’1,47%, a 64,96 dollari al barile. Ieri, il prezzo del greggio Brent è crollato di 2,25 dollari, o del 3,4%, a 64,02 dollari.

Lo spread tra il Brent ed il WTI è di 6,19 dollari al barile, contro i 6,03 dollari segnati alla chiusura di ieri.

Intanto, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,3% a 95,67 questa mattina.

Il biglietto verde è stato sostenuto dai dati di ieri che hanno mostrato un aumento al massimo di quasi sette anni e mezzo delle nuove costruzioni ad aprile negli Stati Uniti e che anche le concessioni edilizie hanno subito un’impennata.

I dati positivi fanno sperare di vedere una ripresa della crescita economica nel secondo trimestre dopo il brusco rallentamento visto nel primo trimestre dell’anno.

L’attenzione degli investitori è rivolta alla pubblicazione dei verbali del vertice di aprile della Federal Reserve, prevista per oggi, ed al discorso di venerdì della Presidente della Fed Janet Yellen per avere maggiori informazioni sulla tempistica dell’aumento dei tassi.

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