LONDRA/DUBAI (Reuters) - È improbabile che l'Opec e i suoi alleati taglino ulteriormente l'offerta in occasione della riunione di domenica 4 giugno, nonostante il calo dei prezzi del petrolio verso i 70 dollari al barile.
Lo hanno detto a Reuters quattro fonti Opec+.
L'Opec+, che comprende l'Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e gli alleati guidati dalla Russia, fornisce circa il 40% della produzione mondiale di greggio e rifornisce circa il 60% del mercato delle esportazioni di petrolio, il che significa che le decisioni del gruppo possono avere un forte impatto sui prezzi.
Con il peggioramento delle prospettive economiche, ad aprile diversi membri dell'Opec+ si sono impegnati a effettuare tagli volontari a partire dal mese di maggio fino alla fine dell'anno.
Ciò in aggiunta al taglio di 2 milioni di barili al giorno (bpd) concordato all'inizio di ottobre sugli obiettivi di produzione rispetto alla produzione di base dell'agosto 2022. Il totale dei tagli alla produzione è salito a 3,66 milioni di bpd, pari a circa il 4% del consumo globale.
Negli ultimi tempi il gruppo ha effettuato tagli superiori agli obiettivi, soprattutto a causa delle limitazioni di capacità dei produttori dell'Africa occidentale, Nigeria e Angola.
Un'indagine Reuters ha rilevato che i due Paesi hanno mancato i loro obiettivi di produzione per un totale di 600.000 bpd a maggio, mentre le interruzioni nella regione del Kurdistan, nel nord dell'Iraq, hanno fatto sì che il mese scorso il Paese producesse 220.000 bpd in meno rispetto al proprio obiettivo.
(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Sabina Suzzi)