Investing.com - I futures del greggio West Texas Intermediate salgono questo lunedì, tra le speculazioni che la produzione di greggio USA abbia raggiunto il picco, mentre nel corso del weekend la banca centrale europea ha inaspettatamente deciso di abbassare il coefficiente di riserva obbligatorio.
Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a maggio sale di 42 centesimi, o dello 0,74%, a 57,75 dollari al barile negli scambi della mattinata europea.
L’agenzia di ricerche di settore Baker Hughes (NYSE:BHI) venerdì ha dichiarato che il numero degli impianti di trivellazione negli Stati Uniti si è ridotto di 26 unità a 734 la scorsa settimana, il minimo dal 2010. Si tratta del diciannovesimo calo settimanale consecutivo.
I traders hanno seguito da vicino la riduzione degli impianti di trivellazione negli ultimi mesi per cercare di capire se possa contribuire a ridurre l’eccesso di greggio sul mercato.
I futures del greggio statunitense sono rimasti supportati nelle ultime sedute tra le speranze che la produzione del petrolio di scisto negli USA abbia raggiunto il culmine e possa iniziare a diminuire nei prossimi mesi grazie anche alla riduzione del numero degli impianti di trivellazione.
Il prezzo del greggio scambiato sulla borsa di New York ha subito un’impennata di 3,93 dollari, o del 7,24%, la scorsa settimana, il quarto aumento settimanale consecutivo.
Il greggio è stato incoraggiato inoltre dalla decisione della Banca Popolare Cinese di abbassare il coefficiente di riserva obbligatorio al 18,5% dal 19,5% per sostenere l’attività economica.
La decisione ha seguito i dati ufficiali della scorsa settimana che hanno rivelato una crescita del 7,0% dell’economia cinese nel primo trimestre, il tasso più lento dalla crisi finanziaria del 2008.
Anche i dati sulla produzione industriale, le vendite al dettaglio e gli investimenti fixed asset hanno deluso le aspettative, segnale che la Cina deve intervenire per evitare un ulteriore indebolimento economico.
La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a giugno sale di 23 centesimi, o dello 0,37%, a 63,69 dollari al barile. Il prezzo del greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra è schizzato di 4,37 dollari, o del 7,63% la scorsa settimana, il secondo aumento settimanale consecutivo.
Lo spread tra il Brent ed il WTI è di 5,94 dollari al barile, contro i 6,13 dollari segnati alla chiusura di venerdì.
Intanto, l’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,12% a 97,74 questa mattina.
Sui mercati persiste il clima di apprensione per l’assenza di un accordo tra la Grecia ed i suoi creditori sulle riforme economiche per l’accesso ai fondi di salvataggio e si teme che la nazione possa essere costretta ad uscire dalla zona euro.