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Sempre più armi: Leonardo prima azienda "militare" europea

Pubblicato 05.12.2022, 13:23
Aggiornato 05.12.2022, 13:35
Sempre più armi: Leonardo prima azienda
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Una nuova corsa agli armamenti. Per il settimo anno consecutivo, aumenta la vendita di armi nel mondo, anche sull'onda lunga della guerra in Ucraina.

Lo confermano i dati del rapporto annuale dello Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). Le vendite di armi e servizi militari nel 2021 da parte delle 100 maggiori società di difesa del mondo sono aumentate dell'1,9% a 592 miliardi di dollari.

La crescita è, però, inferiore alle aspettative, a causa dei i problemi della catena di approvvigionamento, provocati in buona parte della pandemia. Problemi che saranno ancora maggiori quando verranno presi in considerazione i dati del 2022, legati inevitabilmente alla guerra in Ucraina.

Quaranta delle 100 aziende leader del settore-armi (nonchè le prime cinque in assoluto) hanno sede negli Usa: totale vendite per 299 miliardi di dollari, in calo dello 0,8% a causa, dell'alta inflazione nell'economia americana nel corso del 2021.

Come scritto, le cinque aziende "militari" più grandi del mondo sono tutte americane: Lockheed Martin (produttrice dei lanciarazzi Himars), Raytheon Technologies, Boeing (NYSE:BA), Northrop Grumman e General Dynamics.

L'azienda dell'Unione europea meglio classificata è l'italiana Leonardo, al 12° posto: il gruppo, di cui il maggior azionista è il Ministero italiano dell'Economa, ha realizzato vendite per 13.9 miliardi di dollari nel 2021, con un incremento del 18% rispetto all'anno precedente.Al secondo posto, tra le aziende europee, la francese Thales. Tra le aziende Top100, anche un'altra italiana: Fincantieri (BIT:FCT), al 46° posto.

Asia protagonista: in ascesa le vendite delle aziende cinesi (109 miliardi di dollari, +6,3%) e sudcoreane (quattro società per 7,2 miliardi di dollari, +3.6%).Modesto l'aumento delle sei società russe presenti nella Top100 (fatturato di 17,8 miliardi di dollari, +0,4%), in forte crescita il fatturato delle società con sede in Medio Oriente (15 miliardi di dollari, +6.5%).

Spiega Nan Tian, Senior Researcher SIPRI: "Sicuramente, la domanda di armi aumenterà nei prossimi anni. Non siamo ancora sicuri di quanto, perché ci sono due fattori che stanno influenzando la domanda. Uno è, ovviamente, il rifornimento delle scorte esaurite che gli Stati europei e gli Stati Uniti hanno sostanzialmente dato all'Ucraina. Quindi, hanno bisogno di ricostituire le loro scorte esaurite, come i missili Javelin, che gli Stati Uniti hanno inviato a centinaia di migliaia. Il mondo è cambiato: tutti i Paesi stanno cercando di procurarsi più armi".

"La domanda di armi aumenterà". Screenshot

"Ci saremmo aspettati una crescita ancora maggiore delle vendite di armi nel 2021, senza problemi persistenti della catena di approvvigionamento", ha dichiarato in una nota Lucie Béraud-Sudreau, direttrice del Programma di spesa militare e produzione di armi del SIPRI. “Sia le compagnie di armi più grandi che quelle più piccole hanno affermato che le loro vendite sono state influenzate da questi problemi durante tutto l'anno 2021. Alcune aziende, come Airbus e General Dynamics, hanno anche segnalato carenze di manodopera”.

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