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Un adolescente su sei vittima di cyberbullismo. E i casi aumentano

Pubblicato 27.03.2024, 16:41
© Reuters.  Un adolescente su sei vittima di cyberbullismo. E i casi aumentano

Secondo un nuovo studio, circa un adolescente su sei ha riferito di essere stato vittima di cyberbullismo, con un "contenuto aumento" rispetto al 2018. Lavorando in collaborazione con l'ufficio regionale europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i ricercatori hanno intervistato più di 279mila giovani di 11, 13 e 15 anni che vivono in 44 Paesi e regioni dell'Europa e dell'Asia centrale e in Canada.

I risultati indicano che, mentre il bullismo nelle sue forme più "classiche" è rimasto un fenomeno stabile in termini di casi, il cyberbullismo (che comprende ad esempio minacce, derisioni affidate a messaggi o post online, o la condivisione di foto e video senza l'autorizzazione degli interessati) risulta in aumento.

"Il mondo digitale, pur offrendo incredibili opportunità di apprendimento e di connessioni, amplifica anche problemi come il cyberbullismo. Ciò richiede strategie ad ampio spettro per proteggere il benessere mentale ed emotivo dei nostri giovani", ha dichiarato Joanna Inchley, coordinatrice internazionale dello studio Health Behaviour in School-aged Children, che viene condotto ogni quattro anni. "È fondamentale - ha aggiunto - che i governi, le scuole e le famiglie collaborino per affrontare i rischi, assicurando agli adolescenti ambienti sicuri e solidali per crescere".

Il rapporto mostra che il cyberbullismo è leggermente più elevato tra le ragazze, con il 16% delle ragazze vittime, rispetto al 15% dei ragazzi. I dati in entrambi i casi risultano in aumento,rispetto al 13% delle ragazze e al 12% dei ragazzi segnalati nel 2018.

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A livello geografico, "i ragazzi che vivono in Bulgaria, Lituania, Polonia e Moldova" hanno riportato i livelli più alti di vittime di cyberbullismo, secondo il rapporto, mentre i valori più contenuti risultano essere quelli dei ragazzi che crescono in Spagna.

Bullismo e scontri fisici

Il rapporto ha rilevato inoltre che, complessivamente, circa l'11% degli adolescenti ha subito atti di bullismo a scuola, senza differenze significative tra ragazzi e ragazze. Esistono tuttavia, anche in questo caso, differenze tra Paese e Paese. Si passa ad esempio dal 34% dei ragazzi di 11 anni in Lituania al 2% dei ragazzi di 15 anni in Francia e nelle regioni francofone del Belgio. Per le ragazze, la percentuale variava dal 33% delle tredicenni (sempre in Lituania) al 3% delle ragazze di 15 anni che vivono in Italia, Spagna e Portogallo.

Circa il 6% degli adolescenti intervistati ha dichiarato inoltre di essere coinvolto in comportamenti considerati come bullismo, con una prevalenza maggiore tra i ragazzi.

Secondo il rapporto, i ragazzi hanno anche maggiori probabilità di partecipare a scontri fisici: il 14% di loro, rispetto al 6% delle ragazze. La prevalenza di casi di risse è più alta tra i ragazzi di età compresa tra 13 e 15 anni in quasi tutti i Paesi, ma in Armenia si registra un picco. Al contrario tra le ragazze di 15 anni in Norvegia, Portogallo e Svezia i dati risultano i più bassi.

Secondo gli autori, ciò riflette in parte il modo in cui i ragazzi e le ragazze sono portati a comportarsi dalla società: "In precedenti ricerche è stato dimostrato che anche fattori come la ricchezza del Paese, il reddito o la disuguaglianza di genere hanno un impatto su bullismo e risse", ha dichiarato a Euronews Health Alina Cosma, ricercatrice presso il Trinity College di Dublino e una delle autrici del rapporto.

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Un campanello d'allarme

saluteadolescenti

"Questo rapporto rappresenta un campanello d'allarme per tutti noi, che dobbiamo affrontare il problema del bullismo e della violenza, ovunque e in qualsiasi momento", ha dichiarato Hans Kluge, direttore regionale dell'OMS per l'Europa. "Con i giovani che passano fino a sei ore online ogni giorno, anche piccoli cambiamenti nei tassi di bullismo e violenza possono avere profonde implicazioni per il benessere di migliaia di persone", ha aggiunto.

Lo studio presenta tuttavia alcune limitazioni in quanto si basa su informazioni auto-dichiarate. "Sebbene si tratti di testimonianze preziose per conoscere esperienze e comportamenti personali che potrebbero non essere osservabili, possono essere influenzate dalla volontà degli intervistati di essere riconosciuti, dalla loro comprensione delle domande e dalla loro memoria", ha sottolineato Cosma.

Per cercare di limitare questi problemi, lo studio si avvale di campioni rappresentativi, mantiene l'anonimato per "favorire l'onestà delle dichiarazioni" e utilizza "questionari adatti all'età. Questa attenta metodologia garantisce che, nonostante le limitazioni, i dati raccolti rimangano affidabili e sufficientemente solidi per l'analisi", ha aggiunto la ricercatrice.

Gli autori del rapporto sottolineano come il bullismo sia spesso collegato anche a una cattiva salute fisica, a problemi psicologici e a uno scarso rendimento scolastico. "Dall'autolesionismo al suicidio, abbiamo visto come il cyberbullismo in tutte le sue forme possa devastare la vita dei giovani e delle loro famiglie", ha concluso Kluge. "Si tratta di una questione di salute e di diritti umani. Dobbiamo intervenire per proteggere i nostri figli dalla violenza e dai danni che ne derivano, sia offline che online".

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