Investing.com - Il dollaro rimane stabile contro il paniere delle valute questo martedì, nelle aspettative che la Federal Reserve continui ad alzare i tassi quest’anno malgrado le critiche del Presidente Donald Trump circa l’impatto dei tassi alti.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 94,39 alle 05:29 ET (09:29 GMT), pressoché invariato sulla giornata.
La richiesta di dollaro continua ad essere sostenuta dalle aspettative che la Fed si attenga al piano di aumentare gradualmente i tassi di interesse quest’anno, man mano che l’economia continua a rafforzarsi.
Il dollaro è andato sotto pressione quando Trump la scorsa settimana ha attaccato la banca centrale USA, affermando che il piano della banca di alzare i tassi di interesse rischia di minare i suoi sforzi per il rafforzamento dell’economia.
Trump ha inoltre affermato che l’inasprimento della politica monetaria sta penalizzando gli Stati Uniti contribuendo a rafforzare il dollaro.
Il dollaro scende contro lo yen, con la coppia USD/JPY giù dello 0,14% a 111,18.
La moneta nipponica è stata supportata dalla notizia che la Banca del Giappone starebbe attivamente discutendo di modificare il suo massiccio programma di stimolo monetario. La BoJ terrà il prossimo vertice di politica monetaria a fine mese.
L’euro è pressoché invariato contro il biglietto verde, con la coppia EUR/USD a 1,1690.
Nella zona euro, i dati di questa mattina mostrano che la crescita del settore privato è rallentata questo mese, segnale che l’economia della regione comincia il terzo trimestre in modo più debole.
La sterlina è in lieve rialzo contro il dollaro, con la coppia GBP/USD su dello 0,11% a 1,3114.
Intanto, lo yuan cinese scende al minimo di 13 mesi contro il dollaro, mentre continuano a pesare i timori per le tensioni commerciali.
La valuta, che di solito viene controllata a vista da Pechino, è scesa a 6,8345 negli scambi offshore.
Il ribasso ha alimentato le speculazioni che i policymaker cinesi stiano consentendo alla moneta di indebolirsi al fine di controbilanciare l’impatto dei dazi commerciali USA, rendendo le esportazioni più competitive.