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La settimana dei mercati: effetto guerra Israele Hamas. “Aumenta l'incertezza”

Pubblicato 13.10.2023, 13:05
© Reuters.
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Investing.com -- Al settimo giorno di guerra tra Israele e Hamas continuano i lanci di missili da Gaza verso le città di Ashkelon e Sderot, mentre nella notte i pesanti bombardamenti israeliani hanno colpito “750 obiettivi militari” nella Striscia. Il rischio è quello di una guerra lunga che aggiunga molte altre vittime agli orrori già visti in questi giorni.

In attesa che arrivi il momento di una tregua, l’escalation militare di questi giorni ha fatto crescere l’incertezza anche sul piano macroeconomico con evidenti effetti sui mercati.

La settimana dei mercati

Secondo Mark Dowding, fixed income cio di RBC BlueBay AM, fino ad ora è “notevole che i movimenti nei prezzi del petrolio siano stati relativamente contenuti e che gli asset di rischio si siano in gran parte stabilizzati dopo una flessione all'inizio della settimana”.

Inoltre, il conflitto per il gestore “ha contribuito a far scendere i rendimenti dei Treasury Stati Uniti 10 anni nell'ultima settimana”. Anche se, riflette, “in realtà, una delle motivazioni principali di un rialzo dei tassi negli Stati Uniti potrebbe essere attribuita a un sottile cambiamento nella retorica della Fed negli ultimi giorni. Si è dedotto che il recente rapido irrigidimento delle condizioni finanziarie sia sufficiente per il momento, e ciò potrebbe evitare la necessità di ulteriori rialzi dei tassi”. Tuttavia, osserva, “ci chiediamo se le prospettive della Fed o il suo pensiero riguardo all'economia siano cambiati molto nelle ultime settimane; quindi, potrebbe essere più una questione di interpretazione che altro”.

Dal punto di vista del credito, i mercati rimangono nervosi, ma hanno seguito le borse. “Tanto i rendimenti statunitensi a lungo termine elevati hanno messo sotto pressione le azioni, così un'inversione nell'andamento dei prezzi dei Treasury ha contribuito a beneficiare le azioni e gli spread del credito.

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Con l'aumento della volatilità in un contesto di elevata incertezza macroeconomica e geopolitica, pensiamo che abbia senso procedere con cautela e abbiamo generalmente mantenuto le coperture con CDS, il che significa che l'esposizione netta beta agli spread rimane relativamente modesta”, spiega Dowding.

Nei mercati valutari, l'interpretazione di una posizione leggermente meno restrittiva da parte del FOMC ha portato il dollaro a scambiare leggermente al ribasso nell'ultima settimana. “Sotto molti punti di vista, è sorprendente che il dollaro Future Indice del Dollaronon si sia avvantaggiato dalla fuga verso la qualità innescata dalle preoccupazioni geopolitiche e, se si considera che il dollaro che non è riuscito a guadagnare terreno neanche dopo i dati sulle nuove assunzioni dell'ultima settimana, potremmo essere tentati di pensare che la tendenza verso un dollaro più forte si sia esaurita per il momento”.

Per quanto riguarda lo shekel, la moneta israeliana ha registrato un calo durante la settimana, com’era prevedibile alla luce degli eventi recenti. Tuttavia, sottolinea l’esperto di Rbc BlueBay, “l'andamento dei prezzi è stato contenuto dall'intervento della Banca Centrale. Abbiamo chiuso una posizione lunga sullo shekel e preferiamo non prendere rischi direzionali in questo momento”.

Guardando al futuro

Gli eventi della scorsa settimana hanno iniettato ulteriore incertezza in un panorama già opaco. In generale, “siamo ancora soddisfatti di mantenere il rischio a livelli modesti e cerchiamo di cogliere le opportunità per aumentare o ridurre l'esposizione se l'andamento dei prezzi a breve termine sembra eccessivo in una direzione o nell'altra”.

Dowding avverte che potrebbe essere più difficile generare rendimenti da posizioni di trading più tattiche. Tuttavia, aggiunge, “pensiamo di poterci posizionare dal lato giusto della volatilità e, soprattutto, se assistiamo a una grande dislocazione nei mercati o all'emergere di un tema strutturale più potente, vogliamo essere ben posizionati per trarne vantaggio.

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Pensiamo anche che potrebbe essere sbagliato essere troppo compiacenti riguardo ai rischi geopolitici in questo momento. In passato ci sono stati momenti di tensione, che i mercati hanno correttamente attenuato, assumendo che i rischi sarebbero rimasti contenuti”.

Una narrazione che però, osserva l’analista, “non si è rivelata esatta quando la Russia ha invaso l'Ucraina l'anno scorso”. Motivo per cui potrebbe accadere lo stesso ora con il Medio Oriente. Nonostante gli orrori degli ultimi giorni, la speranza è che si possa evitare un allargamento del conflitto e contenere una crisi umanitaria. Tuttavia, conclude, “i conflitti possono seguire un percorso imprevedibile ed è sensato riservare il giudizio per il momento. In questo senso, forse è meglio tenere la testa bassa e pregare per la pace in un mondo che adesso sta soffrendo su molti fronti”.

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