Investing.com – Capitali copiosi sono giunti alle banche Italiane, erogati da parte della BCE.
Capitali abbondanti ed ottenuti con facilità sono arrivati e continuano regolarmente ad arrivare alle pubbliche amministrazioni, Regioni, Enti locali ed Enti Previdenziali, da parte delle banche( 9.6 miliardi di euro o 3.7% di aumento anno su anno, in novembre) .
Capitali in quantità sempre maggiore – 14 miliardi di euro in più rispetto nei primi 11 mesi del 2012, rispetto al 2011 - si sono riversati sullo Stato grazie all’aumentata pressione fiscale .
Settore Pubblico e Bancario che stanno quindi godendo di un momento di particolare grazia.
Nonostante tutto ciò, tuttavia, le pubbliche amministrazioni non pagano i loro fornitori ed il patto di stabilità spesso blocca anche pagamenti che sarebbero eseguibili, grazie a tutta la liquidità disponibile.
Gli unici esclusi da questa grande disponibilità di denaro sono le Imprese non finanziarie (industrie manifatturiere) e le famiglie produttrici ( aziende private).
Stante il fatto che i posti di lavoro in Italia vengono creati soprattutto proprio da queste ultime due categorie, è prevedibile per l’immediato futuro, un ulteriore aumento della disoccupazione che, difatti, viene stimata per il 2013, con un tasso in crescita al 12.4%, rispetto all’attuale 11.8%.
Una analisi obiettiva del fenomeno porta inevitabilmente a desumere che i capitali non ritengono più vantaggioso finanziare le attività non finanziarie Italiane che sono viste in forte declino come redditività, ma preferiscono investire in quelle dei paesi emergenti che sono in grado di garantire ritorni decisamente più interessanti, oppure direttamente nelle attività di tipo finanziario che risultano essere, al momento, assai più remunerative.
Un controllo dell’attività economica, quello esercitato dalla finanza, che cresce in modo esponenziale e che , allo stato attuale delle cose, non lascia intravedere un ritorno dei capitali verso il mondo produttivo italiano, se non in modo molto marginale.
Capitali abbondanti ed ottenuti con facilità sono arrivati e continuano regolarmente ad arrivare alle pubbliche amministrazioni, Regioni, Enti locali ed Enti Previdenziali, da parte delle banche( 9.6 miliardi di euro o 3.7% di aumento anno su anno, in novembre) .
Capitali in quantità sempre maggiore – 14 miliardi di euro in più rispetto nei primi 11 mesi del 2012, rispetto al 2011 - si sono riversati sullo Stato grazie all’aumentata pressione fiscale .
Settore Pubblico e Bancario che stanno quindi godendo di un momento di particolare grazia.
Nonostante tutto ciò, tuttavia, le pubbliche amministrazioni non pagano i loro fornitori ed il patto di stabilità spesso blocca anche pagamenti che sarebbero eseguibili, grazie a tutta la liquidità disponibile.
Gli unici esclusi da questa grande disponibilità di denaro sono le Imprese non finanziarie (industrie manifatturiere) e le famiglie produttrici ( aziende private).
Stante il fatto che i posti di lavoro in Italia vengono creati soprattutto proprio da queste ultime due categorie, è prevedibile per l’immediato futuro, un ulteriore aumento della disoccupazione che, difatti, viene stimata per il 2013, con un tasso in crescita al 12.4%, rispetto all’attuale 11.8%.
Una analisi obiettiva del fenomeno porta inevitabilmente a desumere che i capitali non ritengono più vantaggioso finanziare le attività non finanziarie Italiane che sono viste in forte declino come redditività, ma preferiscono investire in quelle dei paesi emergenti che sono in grado di garantire ritorni decisamente più interessanti, oppure direttamente nelle attività di tipo finanziario che risultano essere, al momento, assai più remunerative.
Un controllo dell’attività economica, quello esercitato dalla finanza, che cresce in modo esponenziale e che , allo stato attuale delle cose, non lascia intravedere un ritorno dei capitali verso il mondo produttivo italiano, se non in modo molto marginale.