Gli investitori stanno ancora digerendo il comunicato del FOMC e la parole di Jerome Powell in conferenza stampa, dopo che la Fed ha eliminato dallo statement la frase che indicava le necessità di ulteriori rialzi dichiarando che "continuerà a dipendere dai dati" nelle prossime decisioni. L'ultimo rialzo ha spinto il target dei fondi federali ad un intervallo del 5-5,25%, il livello più alto dal 2007.
La Fed ha fatto in modo che il linguaggio non indicasse esplicitamente una pausa nei futuri rialzi dei tassi, ma che collegasse la politica monetaria ai dati macro in arrivo.
Successivamente, con una risposta negativa da parte del mercato, il presidente Powell ha messo in chiaro che la Fed "non taglierà i tassi se l'inflazione continuerà a dimostrarsi ostinatamente alta"
"Noi del comitato riteniamo che l'inflazione scenderà non così rapidamente", ha detto Powell durante la conferenza stampa, aggiungendo che "ci vorrà un po' di tempo e in quel mondo, se la previsione è ampiamente corretta, non sarebbe appropriato tagliare i tassi e non lo faremo".
A quando il primo taglio dei i tassi?
Il presidente Powell ha descritto il cambio di rotta come un "cambiamento significativo", dato che il FOMC "non sta più dicendo che prevede un ulteriore irrigidimento della politica".
La prossima riunione del FOMC è prevista per il 13-14 giugno, e secondo il Fed Rate Monitor Tool di Investing.com, il mercato sta valutando con una possibilità del 10% un ulteriore aumento dei tassi di interesse. Dall'altra parte, il mercato dei futures sta prezzando con oltre il del 70% di possibilità un taglio dei tassi già nella riunione di settembre.
Una prospettiva, questa, confermata anche dagli analisti di JPMorgan, che sostengono come "le preoccupazioni per la crescita e il rallentamento dell'inflazione potrebbero aprire la strada per un taglio dei tassi".
"Non parleranno ancora di tagli dei tassi, non possono dichiarare vittoria sull'inflazione e non spingeranno il mercato a prezzare ancora di più", hanno detto gli analisti della banca a Bloomberg in un'intervista, ricordando agli investitori che in passato l'intervallo tra l'ultimo rialzo e il primo taglio "è solitamente tra i sei e i sette mesi".
"In realtà pensiamo che questa volta potrebbe essere un po' prima, semplicemente perché abbiamo assistito al ciclo di rialzi più rapido dagli anni '80, quindi vediamo un taglio potenzialmente già a settembre".
Gli analisti di Wells Fargo (NYSE:WFC) concordano sul fatto che la Fed sarà costretta a tagliare i tassi prima della fine dell'anno, anche se non credono che ciò avverrà così presto come invece suggeriscono i colleghi di JPMorgan.
"Prevediamo che il FOMC inizierà a tagliare i tassi alla fine del 2023 e prevediamo che il ciclo di allentamento rimarrà in vigore fino al 2024", hanno scritto gli analisti in una nota.
Cosa dicono gli analisti sulla Fed
Goldman Sachs (NYSE:GS): "La riunione ha confermato la nostra view per una pausa sui tassi a giugno. Certo, la dichiarazione non ha fatto cenno a una pausa con la forza che ci aspettavamo... Ma mettere insieme una dichiarazione che fosse accettabile per tutti era molto difficile, e in retrospettiva non siamo sorpresi che il FOMC abbia semplicemente scelto di dire meno".
Bank of America (NYSE:BAC): "Riteniamo che la Fed abbia raggiunto il suo tasso terminale in questo ciclo di restringimento, anche se notiamo che ci sono due rapporti sull'occupazione e sull'inflazione CPI prima della riunione di giugno... Se le tensioni bancarie regionali si dovessero stabilizzare, il mercati del lavoro dovesse rimanere ai livelli attuali e l'inflazione elevata, un nuovo rialzo dei tassi a giugno potrebbe diventare appropriato".
Morgan Stanley (NYSE:MS): "Con il range al picco previsto dalla Fed del 5,00%-5,25%, ci aspettiamo la banca che rimanga in attesa prima di effettuare il primo taglio di 25 pb nel marzo 2024. Come la Fed, consideriamo molto incerti gli effetti delle tensioni bancarie sull'economia e aggiorneremo le nostre aspettative sull'economia e sulla politica monetaria con l'evolversi dei dati in arrivo."
Barclays (LON:BARC): "Prevediamo che il FOMC manterrà il target del tasso di finanziamento al 5,00-5,25% per il resto dell'anno".
SoFi (NASDAQ:SOFI): "Anche se la dichiarazione della Fed non ha riservato grandi sorprese, c'è stato un cambiamento notevole che ha fatto credere a molti che siamo ormai entrati nella fase di "mantenimento dei tassi elevati" del programma".
Articolo originale di StreetInsider