Banca Monte dei Paschi di Siena ha partecipato venerdì al Global Remittances Working Group a Washington per gli Annual Meetings World Bank/Fondo Monetario Internazionale attraverso il suo intervento al tavolo di lavoro del Gruppo G20 sul tema delle rimesse degli immigrati.
Grazie al progetto 'Paschi senza Frontiere' ed agli accordi siglati con le controparti bancarie albanesi, marocchine e senegalesi, in materia di invio e ricezione in patria a costo zero delle rimesse dei migranti, Banca Monte dei Paschi di Siena è stata riconosciuta come esempio virtuoso di sostegno alla cooperazione tra soggetti privati di differenti nazionalità. Il pilastro dell’offerta proposta al cliente migrante, e contenuto nel progetto di Montepaschi, riguarda la gratuità della rimessa entro limiti convenuti che ammontano a 250 euro per transazione.
L’impegno in tale direzione fu a suo tempo individuato nel corso del Vertice G8 de L’Aquila e, in quell’occasione, venne prefissato come obiettivo, per la prima volta a livello internazionale, la riduzione del costo medio globale di invio delle rimesse che passa dall’attuale 10% al 5% in 5 anni (progetto '5x5').
Il progetto consiste nel dimezzamento degli attuali costi di invio di rimessa ed è capace di generare un incremento netto del reddito dei migranti e delle loro famiglie stimato, dalla Banca Mondiale quale partner dell’iniziativa, in circa 10-15 miliardi di dollari all’anno. In Africa il costo medio di invio delle rimesse è sensibilmente superiore alla media globale (del 10%) e pertanto l’iniziativa italiana ha particolare rilevanza per i Paesi del continente.
Ma la tematica delle rimesse dei migranti e la valorizzazione dei suoi risparmi, rientrano in un contesto ben più ampio all’interno della Banca Monte dei Paschi di Siena. Un progetto, quello di ‘Paschi senza frontiere’, che si preoccupa anche dell’inclusione finanziaria della clientela immigrata rispetto alla quale è stata definita un’articolata struttura di prodotti, servizi, relazioni e accordi internazionali.
La sensibilità verso la clientela immigrata affonda, oramai, le sue radici nel passato. La Banca senese realizzò, infatti, già nel 1998 una delle prime formule di approccio strutturato al settore del migrant banking grazie anche alla filosofia del marketing interculturale quale strumento di integrazione e confronto.
Grazie al progetto 'Paschi senza Frontiere' ed agli accordi siglati con le controparti bancarie albanesi, marocchine e senegalesi, in materia di invio e ricezione in patria a costo zero delle rimesse dei migranti, Banca Monte dei Paschi di Siena è stata riconosciuta come esempio virtuoso di sostegno alla cooperazione tra soggetti privati di differenti nazionalità. Il pilastro dell’offerta proposta al cliente migrante, e contenuto nel progetto di Montepaschi, riguarda la gratuità della rimessa entro limiti convenuti che ammontano a 250 euro per transazione.
L’impegno in tale direzione fu a suo tempo individuato nel corso del Vertice G8 de L’Aquila e, in quell’occasione, venne prefissato come obiettivo, per la prima volta a livello internazionale, la riduzione del costo medio globale di invio delle rimesse che passa dall’attuale 10% al 5% in 5 anni (progetto '5x5').
Il progetto consiste nel dimezzamento degli attuali costi di invio di rimessa ed è capace di generare un incremento netto del reddito dei migranti e delle loro famiglie stimato, dalla Banca Mondiale quale partner dell’iniziativa, in circa 10-15 miliardi di dollari all’anno. In Africa il costo medio di invio delle rimesse è sensibilmente superiore alla media globale (del 10%) e pertanto l’iniziativa italiana ha particolare rilevanza per i Paesi del continente.
Ma la tematica delle rimesse dei migranti e la valorizzazione dei suoi risparmi, rientrano in un contesto ben più ampio all’interno della Banca Monte dei Paschi di Siena. Un progetto, quello di ‘Paschi senza frontiere’, che si preoccupa anche dell’inclusione finanziaria della clientela immigrata rispetto alla quale è stata definita un’articolata struttura di prodotti, servizi, relazioni e accordi internazionali.
La sensibilità verso la clientela immigrata affonda, oramai, le sue radici nel passato. La Banca senese realizzò, infatti, già nel 1998 una delle prime formule di approccio strutturato al settore del migrant banking grazie anche alla filosofia del marketing interculturale quale strumento di integrazione e confronto.