MILANO (Reuters) - Marco De Benedetti e suo fratello Rodolfo continueranno con impegno a svolgere il ruolo di azionisti di Gedi (MI:GEDI) in modo da garantire il migliore futuro alla società, che non è un gruppo da risanare.
Lo scrive in una lettera ai dipendenti Marco De Benedetti, presidente di Gedi, dopo il consiglio di amministrazione che ha approvato i risultati dei primi nove mesi, rispondendo alle recenti critiche rivolte dal padre Carlo De Benedetti alla gestione del gruppo editoriale.
La scorsa settimana De Benedetti, in un'intervista, aveva criticato la gestione del gruppo da parte dei tre figli definendola "del tutto inefficace" perché "non sanno fare gli editori".
De Benedetti ha presentato di recente un'offerta per il 29,9% del capitale di Gedi in mano Cir, ritenuta irricevibile dalla holding dei figli Edoardo, Marco e Rodolfo che controlla il 43,6% della società editrice de la Repubblica e de La Stampa.
Mentre agli attacchi personali Marco De Benedetti scrive di non voler formulare commenti, ai giudizi sulla situazione del gruppo replica dicendo che "siamo molto meglio di come veniamo dipinti".
"Non siamo un gruppo sconquassato, non siamo un gruppo da risanare, non siamo una barca senza timoniere", afferma.
"Voglio assicurarvi, da azionista, che teniamo molto a questo gruppo, sul quale ci impegniamo con il senso di responsabilità che abbiamo e sentiamo nei confronti di tutte le nostre attività", prosegue.
Nella nota sui conti anche il Cda di Gedi ha risposto alle critiche di Carlo De Benedetti, spiegando che il gruppo "adotta misure idonee ad affrontare il futuro, l'investimento e lo sviluppo e creare valore sostenibile".
(Sabina Suzzi, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)