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Generali, Delfin nega "particolare strategia" dietro ok Ivass a superare 10%

Pubblicato 03.07.2023, 08:48
Aggiornato 03.07.2023, 13:54
© Reuters. Il logo di Generali è visibile nel quartiere CityLife di Milano, Italia, 5 novembre 2018.  REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo
GASI
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MILANO (Reuters) - Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, ha ottenuto da Ivass l'autorizzazione a salire sopra il 10% dei diritti di voto di Generali (BIT:GASI), soglia già superata involontariamente per effetto del piano di buyback della compagnia, ma questa mossa non sottintende alcuna "particolare strategia".

Lo ha precisato la stessa Delfin in una nota diffusa a seguito di indiscrezioni del quotidiano La Repubblica che collegava l'ok Ivass a Delfin a salire di fatto fino al 20% a una possibile riapertura dei giochi sull'assetto societario di Generali e del suo principale azionista Mediobanca (BIT:MDBI).

Un anno fa un gruppo di azionisti italiani composto da Delfin, Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Benetton e la Fondazione Crt ha sfidato Mediobanca in occasione del rinnovo del Cda triestino. Caltagirone ha proposto una lista alternativa a quella del Cda uscente di Generali e un candidato AD in opposizione alla riconferma di Philippe Donnet.

La lista del Cda uscente ha ottenuto una netta vittoria con il consenso di quasi il 40% del capitale grazie al sostegno dei fondi mentre per quella di Caltagirone votò poco più del 29%.

In vista del rinnovo del board di Mediobanca a fine ottobre lo scontro tra Delfin e Caltagirone da una parte e il Ceo Alberto Nagel dall'altra potrebbe dunque riaccendersi.

Delfin e Caltagirone, infatti, sono i primi due azionisti di Mediobanca rispettivamente con poco meno del 20% e poco meno del 10% e non hanno lesinato critiche a Nagel per una strategia di crescita poco aggressiva sia su Piazzetta Cuccia sia su Generali. Nel capitale di Mediobanca è presente anche la famiglia Benetton con il 2,2%.

Secondo Repubblica altri imprenditori italiani potrebbero spostare l'attenzione su Mediobanca attuando una sorta di "manovra a tenaglia".

Nagel dal canto suo gode del favore dei soci del patto di consultazione, in cui è presente tra gli altri Banca Mediolanum (BIT:BMED) e che raccoglie complessivamente il 10,9%, e del mercato.

Sulla scia delle indiscrezioni il titolo Generali è balzato fino al 6% ma dopo la precisazione di Delfin ha dimezzato i guadagni e poco dopo le 13 sale del 3,5% in un mercato in rialzo dell'1%. Mediobanca guadagna il 2,1%.

© Reuters. Il logo di Generali è visibile nel quartiere CityLife di Milano, Italia, 5 novembre 2018.  REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo

Equita ritiene che l'autorizzazione dell'Ivass aumenterà nuovamente l'appeal speculativo su Generali e indirettamente su Mediobanca ma resta cauta su alcuni punti, tra cui la strategia del neo AD di Delfin Francesco Milleri su Generali, considerando le sue ultime dichiarazioni orientate più sul core business dell'occhialeria e su un approccio più collaborativo nei confronti di Mediobanca.

Equita osserva inoltre che acquistare un 10% di Generali costerebbe ai prezzi attuali intorno ai 3 miliardi di euro.

(Andrea Mandalà, Gianluca Semeraro, editing Sabina Suzzi)

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