In risposta all'imposizione da parte della Reserve Bank of India (RBI) e del Securities and Exchange Board of India (SEBI) di nuove restrizioni sui prestiti per la vendita di azioni, le società finanziarie stanno procedendo con cautela nell'attuale frenesia delle offerte pubbliche iniziali (IPO), valutate in ₹7.400 crore. L'impatto di questi cambiamenti normativi è stato significativo, con le società finanziarie non bancarie (NBFC) che hanno assistito a una marcata diminuzione dei prestiti su carta commerciale (CP), scesi a ₹3.500 crore a novembre in seguito all'implementazione di un limite di ₹1 crore per mutuatario per i prestiti IPO da parte della RBI in aprile.
Gli effetti sono evidenti nella riduzione delle offerte da parte di individui con un elevato patrimonio netto (HNI) osservata nelle recenti IPO, come quelle di FSN E-Commerce Ventures e SBFC Finance. Questi dati si confrontano con le sottoscrizioni storicamente elevate registrate in offerte passate come quelle di Paras Defence e Latent View Analytics prima dell'entrata in vigore delle nuove norme.
I principali esponenti del settore si sono espressi sulla situazione. Gli analisti di 360 One Prime, Icra e IIFL Securities hanno sottolineato la diminuzione del ruolo delle NBFC nel finanziamento delle IPO a causa di queste modifiche normative. Inoltre, con l'introduzione di un periodo obbligatorio di quotazione T+3 a partire da dicembre, si prevedono ulteriori aggiustamenti nel panorama del finanziamento delle IPO.
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