di Gianluca Semeraro e Maria Pia Quaglia
MILANO (Reuters) - In vista della nuova scadenza del 10 novembre, fissata per le offerte vincolanti per Pioneer, l'asset manager del gruppo UniCredit (MI:CRDI), sono in gara diversi soggetti italiani ed esteri con in prima fila Amundi e Poste Italiane (MI:PST).
Lo riferiscono alcune fonti vicine al dossier, aggiungendo che tra i soggetti in corsa ci sono anche Ameriprise Financial, che controlla Threadneedle Asset Management, Macquarie e Aberdeen Asset Management, quest'ultima interessata in particolare agli asset esteri di Pioneer.
Secondo una fonte, le proposte valorizzano Pioneer intorno a 3,2-3,4 miliardi di euro. Da Amundi sarebbe arrivata l'offerta economicamente più alta.
Per questa ragione nei giorni scorsi si sono registrati contatti di Poste, che agisce in cordata con Anima Holding (MI:ANIM) e Cdp, con Macquarie e Aberdeen per valutare se è possibile unire le forze. Tuttavia finora questi colloqui non hanno portato a nulla di concreto.
Secondo un'altra fonte tuttavia non c'è stato un incontro tra Poste e Macquarie.
Inoltre Poste sta trattando con alcune banche un prestito fino a due miliardi di euro per finanziare l'offerta, che al momento non sembrerebbe migliorabile.
Nessun commento dai soggetti interessati e da UniCredit.
L'interesse di Amundi è stato confermato la scorsa settimana dal Ceo Yves Perrier, secondo il quale il referendum costituzionale non mette a rischio l'operazione. L'acquisizione di Pioneer è assolutamente in linea con la strategia di crescita esterna del gruppo e darebbe un accesso migliore ai mercati di Italia, Germania e Austria, ha aggiunto Perrier.
L'asset manager francese, controllato da Credit Agricole (PA:CAGR), ha smentito i rumors di stampa che parlavano di un'offerta di 4 miliardi per Pioneer.
L'eventuale cessione di Pioneer si inquadra nella strategic review che il nuovo Ceo di UniCredit, Jean-Pierre Mustier, ha avviato a luglio e i cui risultati saranno annunciati il 13 dicembre. UniCredit punta a raccogliere almeno 3 miliardi con la vendita dell'asset.
Una decisione tuttavia non si avrà prima del referendum costituzionale del 4 dicembre, come hanno riferito alcune fonti tempo fa. Per questo motivo c'è chi non esclude un nuovo slittamento del termine per le offerte vincolanti (in precedenza era stato fissato al 3 novembre).
-- Hanno collaborato Paola Arosio, Claudia Cristoferi e Francesca Landini