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5 fattori da osservare degli utili delle 'Tre Grandi' case automobili

Pubblicato 26.01.2017, 13:01

di Clement Thibault

Il settore dell’auto statunitense, una volta il fiore all’occhiello dell’industria americana, è stato il cavallo di battaglia nella campagna elettorale dell’appena insediato Presidente Trump. Secondo alcuni, dopo anni in cui le fabbriche di Detroit si sono svuotate e la produzione è stata delocalizzata per contenere i costi, le promesse di Trump di riportare la produzione automobilistica negli USA sono state il fattore vincente per la sua vittoria nel Michigan, uno Stato che alle elezioni del 2012 ha votato per i democratici con un margine del 9,5%.

Il settore automobilistico è, inoltre, uno dei temi preferiti dal Presidente Trump nei suoi tweet. Dall’inizio del 2017, il nuovo capo di Stato ha indirizzato tweet piuttosto minacciosi verso Ford e General Motors (NYSE:GM). Il 3 gennaio, l’allora presidente eletto ha promesso di applicare 'alti dazi doganali' alle case automobilistiche che avrebbero continuato a produrre in Messico. Poco dopo, Ford ha ritirato il piano di investimento da 1,6 miliardi di dollari per la costruzione dell’impianto industriale a San Luis Potosi, in Messico, e General Motors ha annunciato l’intenzione di investire almeno 1 miliardo di dollari negli impianti statunitensi, creando potenzialmente due milioni di nuovi posti di lavoro negli USA.

Aldilà della baraonda politica, come sarà l’andamento delle azioni di Ford, General Motors, e Fiat Chrysler?

Ford

Ford e Fiat Chrysler (MI:FCHA) rilasceranno oggi, giovedì 26 gennaio, i report sugli utili prima della campanella di apertura.

Fiat

GM rilascerà gli utili all’inizio del prossimo mese, martedì 7 febbraio, prima dell’apertura dei mercati.

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General Motors

È previsto un utile per azione di Ford pari a 0,32 dollari su 34,89 miliardi di dollari di utili, per Fiat Chrysler è previsto un utile per azione di 0,53 dollari su 34,09 miliardi di dollari di utili e per GM è previsto un utile per azione di 1,12 dollari su 42,71 miliardi di dollari di utili. Ecco cosa bisogna tenere d’occhio:

1. Vendite
Ford ha venduto pocp più di 2,6 milioni di veicoli negli USA nel 2016, registrando le vendite migliori dell’ultimo decennio. La F-series resta leader della sua categoria, con 820.000 veicoli venduti, circa un terzo del volume d’affari di Ford dell’intero anno. La crescita per la F-Series è stimata al 5,2% nel 2016. Per l’intero anno, Ford ha visto una crescita dello 0,1%, principalmente perché la vendita nel segmento auto, che comprende i modelli come Focus e Fiesta, ha registrato un forte calo del 13%.

Anche General Motors ha registrato un buon 2016, con un aumento delle vendite del 2%. In particolare, è stata rilevante la performance di Chevrolet, con un +3% e una crescita delle quote di mercato di mezzo punto, secondo le stime di GM.

Fiat Chrysler non ha fatto così bene, registrando un calo delle vendite in quattro dei suoi sei in marchi tra cui Chrysler, Alfa Romeo e Dodge. Jeep e Ram sono state le note positive dell’anno per Fiat Chrysler, registrando una crescita rispettiva dell’11% e del 6% su base annua.

2. Entrate e Utili
GM segna le entrate e gli utili maggiori, con 162 miliardi di dollari di entrate e 13,6 miliardi di utili. Ford, si classifica al secondo posto con 153,4 miliardi di dollari di entrate e 7,24 miliardi di utili. Fanalino di coda, Fiat Chrysler, con 122,9 miliardi di dollari di entrate e soli 1,81 miliardi di utili.

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Per quanto riguarda le entrate degli ultimi 12 mesi, GM è ancora al primo posto, con una crescita del 6,3% rispetto allo scorso anno. A seguire Ford, con una crescita del 5,6% negli ultimi 12 mesi, mentre Fiat Chrysler sembra solo una crescita dell’1,4%.

3. Redditività
Anche qui GM stacca le altre di diversi punti. Con un margine operativo del 6% GM è ben lontana da Ford che segna 4,2%, entrambe sono anni luce avanti rispetto allo 0,7% di Fiat Chrysler.
L’indice di redditività sul capitale proprio (ROE) è uno dei parametri più importanti per comparare l’efficienza e la redditività di un’azienda. GM è al primo posto con un ROE del 34%, seguito dal 24% di Ford, e dal 10% di Fiat Chrysler.

A corredo dell’analisi sul ROE, uno sguardo al debito aziendale ci dice che GM ricorrendo al finanziamento del debito, la porzione del debito finanziario a lungo termine è cresciuta del 32%, a 53 miliardi di dollari.

Il debito a lungo termine di Ford non è aumentato recentemente, ma il totale è molto più elevato: 90 miliardi di dollari. Fiat Chrysler è l’azienda con il debito finanziario a lungo termine minore, 22 miliardi di dollari contro i 35 miliardi dello scorso anno.

Nel settore automobilistico, un altro parametro importante sono le scorte. Un aumento delle scorte potrebbe suggerire una difficoltà a vendere il prodotto. Fortunatamente, tutte tre le aziende riescono a tenere le scorte sotto controllo, e riguardo a questo fattore non c’è niente di preoccupante per nessuna delle tre.

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4. Dividendi

Sia GM che Ford offrono un buon rendimento nei dividendi. Ford è al primo posto con un rendimento del 4,83%; GM corrisponde un dividendo del 4,04%. Con i tassi di interesse che potrebbero salire ulteriormente, i dividendo di entrambe le aziende sono decisamente più alti del rendimento dei titoli USA, attualmente circa al 3%.

Accettabili anche i payout-ratio (rapporto fra dividendi distribuiti e utili netti d’esercizio), con Ford al 46% e GM al 17%. GM ha ricominciato a distribuire dividendi nel 2014, quasi 6 anni dopo la bancarotta del 2009. La politica dei dividendi di Ford è in piedi dal 2012 e negli ultimi due anni l’azienda ha corrisposto un dividendo supplementare oltre ai normali dividendi.

Fiat Chrysler non distribuisce dividendi.

5. Previsioni Future
Le previsioni Ford per il 2017 anticipano profitti minori del 2016, indicando che la casa automobilistica potrebbe registrare un altro anno di ritorni inferiori a quanto possibile. Questo non vuol dire che le previsioni dell’azienda non siano buone nel lungo termine, ma che quando la compagnia stessa segnala una possibile debolezza nel prossimo anno, gli investitori dovrebbero fare intelligentemente attenzione.
Dall’altra parte GM ha annunciato una previsione di 6 - 6,50 dollari di utili per azione, è quasi la stessa della previsione di 6,01 EPS per l’intero anno fiscale 2016. GM prevede il lancio della Chevy Bolt quest’anno, un’auto elettrica competitiva e al momento principale competitor della Model 3 di Tesla (NASDAQ:TSLA). Si tratta degli unici due modelli prodotti su larga scala di auto elettrica attualmente disponibili, e potrebbero essere i primi a raggiungere il mercato nel 2017.

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Sebbene secondo alcuni la Model 3 abbia linee più belle, la Chevy Bolt permetterebbe una percorrenza di 238 miglia con una carica, contro le 215 miglia della Model 3. Ancora più importante, la Chevy Bolt sarà lanciata su scala nazionale nel 2017, il che vuol dire che potrà essere disponibile in tutti gli Stati Uniti a partire da settembre, mentre la Model 3 non sarà disponibile prima dell’inizio del 2018.
Si prevede un aumento delle vendite della Jeep e Ram di Fiat Chrysler, mentre gli altri marchi come Alfa Romeo, Maserati e Lancia continueranno a pesare sulla performance dell’azienda.
Certamente, il principale jolly del settore automobilistico statunitense al momento è rappresentato dalle politiche all’importazione proposte dal Presidente Trump. Produrre negli Stati Uniti è costoso, ed è per questo motivo che le case automobilistiche ( e altre aziende) anni fa hanno iniziato a delocalizzare alcune produzioni in Messico o in Cina. Questa delocalizzazione ha avuto l'intento di contenere i costi per le aziende.

Ma cosa succederà se le aziende saranno costrette a riportare la produzione negli USA, o a pagare “altri dazi doganali”? Quale sarà l’impatto sulla redditività del settore? I prezzi saliranno? E come un eventuale aumento dei prezzi potrà dire sulla domanda di auto nuove?

Allo stato attuale le domande sono infinite e le risposte sono poche. Soltanto questa incertezza è abbastanza per mantenere bassi i prezzi delle azioni delle case automobilistiche.

Conclusione
Al momento i prezzi delle azioni di tutte le case automobilistiche statunitensi sono relativamente bassi. Ieri Ford ha chiuso a 12,61dollari e vende per sette volte gli utili annui; GM ha chiuso a 37,00 dollari ed ha un P/E ratio di 4,3, mentre Fiat Chrysler, a 10,88 dollari, vende per 8,5 volte gli utili annui. Il paragone tra i Price-to-Book offre un quadro simile: Ford vende a 1,5 volte il suo book value, GM a 1,28, e Fiat Chrysler, a 0,87 volte il suo book value.

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A nostro avviso, alla luce dei dati forniti, GM è l’azione “better buy”. La crescita e le previsioni future sembrano le migliori, in particolare in vista del lancio della Chevy Bolt previsto per quest’anno. Si tratta di un’auto che potrebbe potenzialmente diventare fattore determinante per la crescita del prezzo delle azioni GM, una cosa in cui Ford pecca pesantemente.

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